[Il retroscena] La teoria del complotto grillino dietro la trappola delle tangenti al centrodestra e al Pd non ferma uno scandalo da voltastomaco
Ne palazzi romani comincia a insinuarsi il sospetto che la redazione di Fanpage sia corsa a salvare i grillini bersagli di una campagna politica e mediatica per la vicenda dei rimborsi delle spese parlamentari e degli stipendi. Dunque, agli scacchi si direbbe la mossa del cavallo. Una iniziativa che rimescola le carte, che riapre i giochi. I grillini al muro e pronti alla fucilazione riprendono fiato
La loro “provocazione” - per questa inchiesta con infiltrati provocatori il direttore e un redattore di Fanpage sono indagati per induzione alla corruzione - ha fotografato una realtà stomachevole. Attenzione, se qualcuno si aspetta altri nomi sconvolgenti rimarrà deluso. Se accanto al candidato alle Politiche di Fratelli d’Italia o al figlio assessore del governatore Vincenzo De Luca, qualcuno si immagina che forse sono coinvolti altri esponenti politici nazionali rimarrà colpito.
Un altro politico indagato, per esempio, è il candidato a sindaco di Angri, un comune del salernitano, commercialista del figlio del governatore De Luca, indagato e perquisito. Questa inchiesta che muove i suoi primi passi potrebbe svelare un verminaio impressionante. Politici, faccendieri, amministratori pubblici tutti pronti a farsi coinvolgere nel malaffare. Il contesto della corruzione è ambientale. Davvero è una metastasi terribile, incurabile che coinvolge tutti.
Probabilmente Fanpage nel suo essere sperimentazione in quella sconfinata prateria che è il web, si ritrova in sintonia con chi la Rete ha elevato a proprio territorio di caccia e di vita, e cioè Beppe Grillo. Questo potrebbe anche essersi tradotto in uno scandalo a “orologeria”. Per essere chiari: nei palazzi romani comincia a insinuarsi il sospetto che la redazione di Fanpage sia corsa a salvare i grillini bersagli di una campagna politica e mediatica per la vicenda dei rimborsi delle spese parlamentari e degli stipendi.
Dunque, agli scacchi si direbbe la mossa del cavallo. Una iniziativa che rimescola le carte, che riapre i giochi. I grillini al muro e pronti alla fucilazione riprendono fiato. Fanpage non è la Rai, non deve dare conto a nessuno né la condivisione politica è un reato in sē. L’offensiva di Fanpage contro la corruzione ambientale è una operazione concordata con i grillini? E quand’anche fosse? Tre perquisizioni stanotte e altre in corso in pomeriggio. Questa del procuratore Gianni Melillo e dell’Aggiunto Giuseppe Borrelli è solo l’inizio di una inchiesta che potrà dilagare in altri territori.
Colpisce il silenzio della politica nazionale. Solo Cinque Stelle e Liberi e uguali prendono posizione. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, difende il figlio Roberto, perquisito e indagato: «Abbiamo assistito a sceneggiature impensabili, con camorristi assoldati per fare grandi operazioni di intelligence». Difesa debole. Accusa il colpo, De Luca senior. Mentre l’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, si dice preoccupato e ritiene «inquietante che lo sversamento dei rifiuti continui».