[L'esclusiva] Commerciante ucciso a Viterbo, la scarpa avvolta nella busta: la foto che incastra l'americano
C’è un fotogramma della sequenza ripresa dalla telecamera di sorveglianza di un laboratorio orafo, in cui si vede Michael Aaron Pang camminare con la scarpa sinistra avvolta in una busta
C’è un fotogramma, un fermo immagine della sequenza ripresa dalla telecamera di sorveglianza di un laboratorio orafo, in cui si vede Michael Aaron Pang camminare con la scarpa sinistra avvolta in una busta. Sono le 12.40 di venerdì. Il ragazzo, 22 anni, nato in Corea del Sud ma di nazionalità americana, cappellino girato all’indietro e Ray Ban d’ordinanza ha appena ucciso il commerciante Norveo Fedeli.
L'omicidio
Un omicidio violento, d’impeto. Quattro colpi in testa con uno sgabello di ferro. E questo perché voleva farsi dare capi d’abbigliamento, vestiti, per 600 euro senza pagare. Probabilmente la causa scatenante è stata provocata da un tentativo del povero commerciante di scattare delle foto del ragazzo, essendosi accorto di avere di fronte un truffatore.
Questa ricostruzione è molto verosimile perché il cellulare della vittima è stato ritrovato ad alcuni metri dal negozio ed effettivamente erano archiviate nella sua memoria, tre foto dell’aggressore omicida.
Grazie all'Arma dei carabinieri
Se questo assassinio è stato risolto in poche ore dobbiamo ringraziare l’Arma dei carabinieri, la sua organizzazione territoriale con i marescialli e gli appuntati. E in questo caso, addirittura, con anche le mogli dei militari che hanno avuto un ruolo risolutivo per chiudere il cerchio con il fermo dell’assassino.
Dunque, siamo a Viterbo. È venerdì. Da un locale di parrucchiera arriva intorno alle due del pomeriggio una chiamata al 113. La titolare del negozio pochi minuti prima avendo trovato il negozio di abbigliamento di Norveo Fedeli aperto, era entrata trovando una lunga scia di sangue a terra e il corpo senza vita del commerciante.
Le forze di polizia setacciano la zona, recuperano i video delle telecamere di sorveglianza. Un appuntato scelto dell’Arma dei carabinieri lo riconosce, lo ha visto camminare in via Capodimonte, a Marta, un comune del viterbese, tra le cinque del pomeriggio di giovedì e le 11 di venerdì.
La borsa in mano
La sera dell’omicidio anche la moglie di un maresciallo lo incrocia con una borsa in mano. Sempre la telecamera dell’orafo registra alle 11.53 il ragazzo dai tratti asiatici percorrere la stessa strada all’inverso, con una maglietta diversa. Gli investigatori troveranno nel negozio una t-shirt 8ntrisa di sangue. Il figlio della vittima racconta che martedì scorso uno straniero che parlava poco l’italiano e si aiutava con il traduttore dello smartphone entrò nel negozio per comprare capi d’abbigliamento per seicento euro. Ma la sua carta di credito si bloccò e il cliente uscì dicendo che sarebbe tornato.
Gli investigatori hanno ritrovato nella cassa del negozio gli scontrini delle merci per un valore di 600 euro e la matrice della carta di credito del cliente, una Visa della “Us Bank National Association”. A casa dell’assassino, che ha fatto scena muta durante gli interrogatori, sono state trovate la carta di credito, d’identità e il Pc della vittima, e capi d’abbigliamento rubati nel negozio