Chiara Petrolini, chiuse le indagini. L'accusa: omicidio dei due figli neonati e soppressione dei loro cadaveri
Chiara è stata indagata dopo il ritrovamento dei resti dei neonati sepolti nel giardino della sua casa di Traversetolo: uno partorito il 7 agosto 2024, l'altro il 12 maggio 2023.

Gli omicidi dei due figli neonati e le soppressioni dei loro cadaveri: sono le accuse con cui la Procura di Parma ha chiuso le indagini preliminari su Chiara Petrolini, 21enne di Traversetolo, che si avvicina dunque al processo. L'avviso di fine indagine è stato notificato al difensore, avvocato Nicola Tria. La ragazza è ai domiciliari dal 20 settembre, la Cassazione ha annullato con rinvio a un nuovo Riesame la decisione sulla custodia in carcere.
I neonati sotterrati in giardino
Chiara è stata indagata dopo il ritrovamento dei resti dei neonati sepolti nel giardino della sua casa di Traversetolo. Alla giovane la Procura parmigiana, con il procuratore Alfonso D'Avino e la pm Francesca Arienti, contesta l'omicidio e la soppressione di cadavere per il neonato partorito il 7 agosto 2024, prima di andare con i genitori in vacanza negli Stati Uniti e per il primogenito venuto alla luce il 12 maggio 2023.
Le analisi medico legali
Nati al termine di due gravidanze di cui nessuno, familiari e fidanzato di Chiara inclusi, aveva mai saputo nulla. Azioni commesse, hanno ricostruito le indagini degli inquirenti, senza aiuti. L'ipotesi, supportata dalle analisi medico legali per il secondo figlio, è che la madre abbia tagliato il cordone ombelicale, provocando la morte per dissanguamento. Meno certezze sono invece arrivate sulle cause della morte del primo bambino, i cui resti erano stati trovati successivamente e in condizioni più deteriorate, scavando nel giardino.
La capacità di intendere e volere
Di tutto questo si discuterà in aula, come anche si discuterà delle condizioni psichiche della giovane, con la sua capacità di intendere e di volere che sarà tema presumibilmente centrale per valutare a processo crimini con un movente difficile da individuare, commessi da una giovane donna "difficilmente decifrabile" come la definì il procuratore D'Avino nella conferenza stampa il giorno dell'arresto.
La versione della ragazza
La versione data dalla ragazza, nei primi interrogatori in cui non sono mancate bugie e contraddizioni, è che pensava che i figli fossero nati morti. Poi, quando è stata chiamata davanti al Gip dopo l'esecuzione dei domiciliari, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Da quel momento non risulta abbia più parlato. A gennaio però ha voluto partecipare al procedimento civile per l'iscrizione anagrafica dei due neonati. Sia lei sia il fidanzato hanno scelto i nomi per i bambini, due nomi per ciascuna vittima: Angelo Federico e Domenico Matteo.