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[Il retroscena] La magistrata dell’omicidio di Yara Gambirasio al comizio di Salvini: “Non siamo tutti di sinistra”

Si chiama Letizia Ruggeri, e lavora alla procura di Bergamo. Abbigliamento informale, si è sistemata alla Festa leghista nelle retrovie e ha ascoltato tutto l’intervento di Salvini, che non ha mancato di lanciare qualche stoccata proprio alla magistratura, con riferimento in particolare al Pm di Agrigento che lo ha indagato

Antonio Mennadi Antonio Menna, editorialista   
Matteo Salvini
Matteo Salvini

Ma non erano tutti di sinistra, i pubblici ministeri italiani? Anni di lamenti, da destra, sulla politicizzazione della magistratura e poi alla BerghemFest di Alzano Lombardo, ad ascoltare Salvini, e poi a cenare con gli organizzatori, compare anche un Pubblico ministero. E non uno qualunque. Uno di quelli noti: l’investigatore che ha indagato a lungo sul delitto della giovanissima Yara Gambirasio, portando all’arresto e poi alla duplice condanna (in primo grado e in appello) per Massimo Bossetti. 

Informale 

Lei si chiama Letizia Ruggeri, e lavora alla procura di Bergamo. Abbigliamento informale, si è sistemata alla Festa leghista nelle retrovie e ha ascoltato tutto l’intervento di Salvini, che non ha mancato di lanciare qualche stoccata proprio alla magistratura, con riferimento in particolare al Pm di Agrigento che lo ha indagato. “Il Pm di Agrigento dovrebbe spendere soldi per prendere i mafiosi, non per indagare me”, ha tuonato rispondendo alle domande di Mario Giordano e sotto gli occhi della signora Ruggeri. 

Incontro privato 

«È stato più un incontro privato — ha chiaro subito il Pm durante la serata a chi l’aveva riconosciuta e le chiedeva conto della sua presenza a una kermesse politica —. Anche noi magistrati abbiamo le nostre idee». Sacrosanto, anche se proprio dal centrodestra sono arrivate spesso critiche alla magistratura ritenuta di sinistra e militante. “Ma non siamo tutti di sinistra”, ha precisato la Ruggeri. 

Cintura nera 

Non è un tipo che indietreggia, la Pm Ruggeri. Originaria di Milano, è cintura nera di karate. Mamma di una bambina, look aggressivo. E prima di arrivare in magistratura, era in polizia. Curiosamente, la sede dove ha lavorato prima di Bergamo è stata proprio Agrigento, quella da cui sono partite le accuse giudiziarie a Salvini per il caso della nave Diciotti della Guardia costiera, con i 140 migranti bloccati a bordo per giorno. Un magistrato rigoroso, preciso, con grande cultura giuridica. Amante delle moto e degli sport, suona anche la chitarra e pare sia stata componente di un gruppo punk. 

La notorietà 

L’inchiesta che le ha dato la notorietà al grande pubblico è quella di Yara. Era di turno quando i carabinieri di Ponte San Pietro chiamarono in procura per avviare le ricerche di una ragazzina di 13 anni scomparsa. La Ruggeri assunse la guida dell’operazione e riuscì con grande fermezza sia a coordinare le forze dell’ordine sia a gestire il pressing dei mass media. Non sono mancate le critiche per le piste investigative non seguite ma lei non ha mai arretrato. 

Il precedente

C’è, però, un curioso precedente nel rapporto tra il magistrato e la Lega. Proprio per il caso Gambirasio, Daniele Belotti, allora consigliere regionale leghista, avviò una raccolta di firme per chiedere la revoca dell’incarico alla Ruggeri o l’affiancamento con una persona più esperta. Il leghista si beccò una querela, che fu poi archiviata. L’interesse per la Lega, nella Pm “non di sinistra” non era, forse, ancora nato.

Antonio Mennadi Antonio Menna, editorialista   
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