Renzi e altri 10 prosciolti nel caso Open. Il leader di Iv: "Trattato da appestato, in molti dovrebbero chiedermi scusa"
Insieme all'ex segretario Pd, erano indagati, tra gli altri, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e gli imprenditori Carrai e Bianchi. L'ex premier: "Sono stato massacrato da tanti"
Matteo Renzi è stato prosciolto dalle accuse per il caso Open. La Gup di Firenze, Sara Farini, ha infatti ritenuto che il senatore insieme a altri 10 indagati, tra cui Maria Elena Boschi, Luca Lotti, l'imprenditore Marco Carrai e l'avvocato Alberto Bianchi fossero estrenei ai reati contenstati. La fondazione Open era nata per sostenere le iniziative politiche del leader di Iv quando era segretario del Pd. Renzi, Boschi e Carrai erano imputati del solo reato di finanziamento illecito ai partiti. Tra le altre ipotesi contestate dalla Procura, a vario titolo, anche il traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
"Ho quasi cinquant'anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da 'appestato' per l'incredibile inchiesta Open. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d'Italia e dai Cinque Stelle. Dopo anni di sofferenza oggi arriva la notizia: prosciolto. Prosciolto io, prosciolti tutti i miei amici sia politici come Maria Elena e Luca sia professionisti come Marco, Riccardo, Alberto e tutti gli altri. Oggi in tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace", ha scritto sul social X Matteo Renzi, oggi leader di Iv.
Ho quasi cinquant’anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da “appestato” per l’incredibile inchiesta OPEN. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d’Italia e dai… pic.twitter.com/QdqWE2gBFh
— Matteo Renzi (@matteorenzi) December 19, 2024
Le accuse della procura
Per l'accusa Open - il cui presidente era Bianchi e il cda comprendeva Boschi, Lotti e Carrai -, avrebbe agito come una vera e propria articolazione di partito, e in particolare della corrente del Pd legata a Matteo Renzi. Circa 3,5 milioni di euro i soldi che per la procura, sarebbero arrivati nelle casse dell'ente dal 2014 al 2018 in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Accuse contestate da Renzi che ha ingaggiato una battaglia anche a colpi di denunce contro i pm dell'inchiesta.
L'udienza preliminare si era aperta il 3 aprile 2022 e si è protratta per oltre due anni, con anche un ricorso alla Consulta sul conflitto di poteri. In aula oggi il procuratore aggiunto Luca Turco - titolare dell'inchiesta con il pm Aldo Nastasi -, che il 24 dicembre andrà in pensione.