Sette regioni e 67 luoghi idonei: ecco i siti che potrebbero ospitare il deposito di scorie nucleari. Cosa succede adesso

Nel Lazio sono 22 mentre 14 sono ubicati nel Sud Sardegna. Ma ci sono anche altre Regioni: si apre la fase due con la "Consultazione pubblica" seguita dal "seminario nazionale"

Sette regioni e 67 luoghi idonei: ecco i siti che potrebbero ospitare il deposito di scorie nucleari. Cosa succede adesso

Anni di attesa, con misteri, fughe di notizie, proteste e rinvii, per una decisione difficile da assumere per via dei costi, soprattutto, in termini di popolarità per il governo di turno. Oggi, in tempi di pandemia e conseguente crisi economica, le cose potrebbero andare diversamente. L'esecutivo Conte sta facendo le sue mosse su una scacchiera potenzilemente rovente: 67 siti sparsi in sette regioni idonei ad ospitare il Deposito unico di scorie nucleari nel quale stoccare le scorie a media e bassa intensità. Un sito che nessuno vuole, ma del quale, per motivi soprattutto di "sicurezza nazionale" e anche di costi, lo Stato si deve dotare. Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia sono le regioni indicate nella Tavola generale allegata alla Cnapi (Carta nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi). In esse si trovano i Comuni idonei a ospitare il deposito di scorie radioattive: 22 sono quelli individuati nel Lazio, nella zona del Viterbese, mentre la Sardegna è la seconda per numero di luoghi idonei, 14 tutti ubicati nel Sud dell'Isola. Anche il Piemonte ha otto luoghi con le caratteristiche individuate nella Cnapi, mentre 4 ne ha la Sicilia, 2 la Toscana e 7 nell'area che comprende Puglia e Basilicata, quest'ultima già protagonista qualche decennio fa di pesanti proteste contro una ipotesi che la riguardava. 

Le fasi di individuazione del sito

A questo punto, attraverso il sito depositonazionale.it , si apre la seconda fase del processo che porterà all'individuazione del sito ovvero la Consultazione pubblica: 120 giorni di tempo per presentare osservazioni e eventuali opposizioni motivate, che verranno recepite dalla Sogin Spa - la società statale incaricata di individuare il sito che ospiterà i rifiuti radioattivi provenienti dalle vecchie centrali dismesse e da altre fonti, quali i rifiuti ospedalieri - ed elaborate.

A seguire si aprirà il Seminario nazionale "un momento di confronto in cui sono invitati a partecipare i portatori di interesse qualificati per approfondire tutti gli aspetti tecnici relativi al Deposito Nazionale e Parco Tecnologico e alla rispondenza delle aree individuate ai requisiti della Guida Tecnica n. 29 dell’ente di controllo ISPRA (oggi ISIN)". Durante questa fase saranno approfonditi anche "gli aspetti connessi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione dell’opera", si legge nel sito. Dall'elaborazione dei dati raccolti durante queste fasi, Sogin realizzerà la proposta definitiva di Cnai che verrà presentata al ministero per lo Sviluppo economico per l'approvazione. Vediamo quali sono i siti potenzialmente idonei individuati.

I siti in Piemonte

I luoghi idonei per il deposito nazionale delle scorie nucleari in Piemonte sono 8. In provincia di Torino due: Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola. Sei in provincia di Alessandria: Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio. È quanto emerge dalla Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata sul sito della Sogin. (La carta)

Nel Lazio 22 luoghi idonei

Sono 22, tutti in provincia di Viterbo i luoghi potenzialmente idonei nel Lazio: Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, Montalto di Castro 1, Montalto di Castro2, Canino1, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania, Tuscania, Canino-Montalto di Castro1, Canino 2, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1, Arlena di Castro-Tuscania2, Canino-Montalto di Castro 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese-Vignanello, Corchiano-Vignanello, Corchiano-Gallese, Corchiano. (La carta)

Quattro aree in Sicilia

In Sicilia sono state individuate quattro aree che rispondono ai requisiti per la costruzione del deposito nazionale
nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera. (La carta)

Nel Sud Sardegna 14 siti

Sono 14, in Sardegna, le aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nucleare nazionale. In particolare, si legge nella Carta pubblicata online, quattro siti sono nella provincia di Oristano e dieci in comuni nel sud della Sardegna. In particolare le località interessate alla costruzione del deposito nucleare e del parco tecnologico sono: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus, Villa Sant'Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila, Ortacesus. (La carta)

Due in Toscana

Sono 2 in Toscana i luoghi potenzialmente idonei per il deposito nazionale delle scorie nucleari: Pienza-Trequanda in provincia di Siena e Campagnatico in provincia di Grosseto. (La carta)

Sette aree in Basilicata e tre in Puglia

In Basilicata sono state individuate sette aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare, tutti in provincia di Potenza, uno interessa anche la provincia di Matera. Sei aree ricadono nel comune di Genzano di Lucania (Potenza). Interessati anche in un caso il territorio del comune di Irsina (Matera) insieme a Genzano di Lucania e in un altro caso aree ricadenti nei territori dei comuni di Acerenza e Oppido Lucano (Potenza). Nella Carta dei siti potenzialmente idonei la Puglia è indicata con l'area di Gravina in Puglia in provincia di Bari. Ci sono anche i comuni di Altamura (in provincia di Bari) e Laterza (in provincia di Taranto) indicati per un'area individuata in condivisione con Matera in Basilicata. (La carta)

900 milioni di euro per chi si prenderà le scorie

Ingenti investimenti e migliaia posti di lavoro sono messi in campo per scongiurare la prevedibile repulsione dei territori verso il Deposito di scorie radioattive che già in passato aveva scatenato la reazione feroce nei luoghi dove si paventava l'ipotesi di realizzare il sito nazionale. Scanzano Ionico in Basilicata ma anche la Sardegna, in passato, si erano distinte per una reazione tanto dura quanto compatta. Oltre il cosiddetto effetto Nimby (Not in my back yard, non nel mio giardino sul retro) c'è la previsione di investimenti complessivi pari a circa 900 milioni di euro che genereranno, nelle stime, "oltre 4.000 posti di lavoro all'anno per 4 anni di cantiere, diretti (2.000 fra interni ed esterni), indiretti (1.200) e indotti (1.000)". Nella fase successiva della conduzione del sito invece si stima che i posti di lavoro saranno "almeno 700" a cui si aggiunge un indotto che potrebbe portare - sempre secondo le stime indicate sul sito del deposito unico nazionale - a circa 1.000 unità. 

Parco tecnologico e indennizzi

Oltre agli investimenti, le norme prevedono una serie di benefici per le comunità che ospiteranno il deposito unico nazionale, che vanno dalla creazione di un "Parco teconologico" a un contributo di natura economica, secondo modalità che gli Enti Locali interessati regoleranno attraverso "la stipula di una specifica convenzione" con Sogin, che rappresenteranno una sorta di indennizzo per la pozione di territorio che sarà occupata per lungo periodo.