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[Il caso] Allarme carenza medici in tutta Italia, a rischio chiusura reparti da Nord a Sud. E in Molise arriva l'esercito

Dopo la Sardegna, anche le altre Regioni lanciano l'Sos. Il commissario straordinario di Campobasso richiama i medici militari che dovranno lavorare nei nosocomi civili per 5 mesi

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
[Il caso] Allarme carenza medici in tutta Italia, a rischio chiusura reparti da Nord a Sud. E in...

Ormai l'allarme si estende a molte regioni che rischiano di non poter tenere aperti reparti e presidi ospedalieri per carenza di medici. Dopo la Sardegna, dove da ultimo a Lanusei è stata sospesa l'attività del reparto di Traumatologia  - ma rischia anche Ostetricia - e a Muravera al limite della chiusura è il Pronto soccorso, la carenza di medici specializzati dilaga da Nord a Sud. Nel ricco Veneto, gli ultimi concorsi per rinverdire l'organico di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza e di Anestesia e Rianimazione non sono riusciti a coprire le carenze. All'ospedale di Camposanpiero, cittadina di 12.000 abitanti in provincia di Padova, non si trovano gli otto pediatri necessari per tenere aperto il reparto. Spostandoci in Lombardia, a Cantù, nessun chirurgo ha partecipato alle selezioni, mentre anche nel Lazio si registrano i primi buchi negli organici. E nelle sedi periferiche e di montagna, dove nessuno vuole andare, va anche peggio. Alla meglio si prova a richiamare i medici in pensione. 

In Molise si reclutano i medici militari

In Molise interviene la Regione che chiede aiuto addirittura all'esercito. I medici militari specialisti in ausiliaria vengono ingaggiati per fronteggiare l'emergenza dovuta alla carenza di specialisti: il commissario alla Sanità, Angelo Giustini, parla di "ultima spiaggia", prima di procedere a chiudere i reparti di Ortopedia e Traumatologia dei nosocomi di Isernia e Termoli, in provincia di Campobasso. 

Una riunione al ministero ha individuato un elenco di 105 medici militari da selezionare e che possono essere impiegati nelle strutture civili per almeno 5 mesi. "Tempo necessario affinché il 'Decreto Calabria' possa essere definitivamente approvato, così nel contempo si espleteranno i concorsi - ha detto il commissario -. Tutto ciò consentirà di superare questo agonico stallo nella governance del Servizio sanitario regionale e del diritto all'equità e universalità di accesso dei cittadini". 

Le cause del rischio collasso della sanità

Secondo l'allarme lanciato dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) e dall’Associazione Medici e Dirigenti del Sistema Sanitario Nazionale (Anaao), al 2028 saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676 sanitari. Le cause? Sono tante, ma su tutto l'errata programmazione statale degli ultimi decenni. Come ha spiegato il sindacalista medico Carlo Palermo in una nostra intervista, il blocco del turn over ha inibito il necessario ricambio generazionale e lo stop da più di dieci anni al rinnovo del contratto nazionale di lavoro blocca i necessari adeguamenti. NOn sono pochi infatti i neolaureati che vanno all'estero a cercare condizioni di trattamento migliori. Il numero chiuso nelle scuole di specializzazione e nelle facoltà di Medicina e Scienze infermieristiche ha fatto il resto. 

Ma non mancano, ovviamente, le responsabilità politiche regionali. Nel caso del Molise, per esempio, si nota il "mancato avvio del Piano di rientro dei debiti" che, stando a quanto ha messo in mostra la relazione dei conti del 2018, sono emersi debiti per 22 milioni di euro. E anche qui si registra una errata programmazione sanitaria, sottolinea il commissario, "che ha creato, come conseguenza, concorsi deserti e carenza oggettiva di specialisti nel Sistema sanitario regionale". E' per questo che il rischio di chiusura di altri reparti è ancora in agguato.

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
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