[L’inchiesta] Calamità, l’Italia chiede aiuto alla Ue, ma è già stata la più aiutata

Il governo chiederà all’Unione europea di poter accedere ai finanziamenti del Fondo di solidarietà per sistemare i danni causati dall’ondata di maltempo. Ma l’Italia è già il maggiore beneficiato del cosiddetto Fsue: su 5 miliardi e 242 milioni di euro stanziati da 2002 in favore dei Paesi colpiti dalle calamità naturali, all’Italia ne sono arrivati due miliardi e 515 milioni di euro. Il nostro Paese è stato aiutato nove volte, l’Austria 4, l’Inghilterra due e la Francia sette. Salvini dice che per mettere in sicurezza il territorio nazionale servirebbero “40 miliardi di euro”

[L’inchiesta] Calamità, l’Italia chiede aiuto alla Ue, ma è già stata la più aiutata

L’appello all’Europa questa volta non ha colori, non è questione di maggioranza e opposizione. A suggerire al governo di richiedere immediatamente l’attivazione del Fondo di solidarietà dell’Unione europea  per le emergenze (Fsue) sono stati per primi e  in stereo Antonio Tajani,  presidente dell’Europarlamento e numero due di Forza Italia e la capogruppo leghista a Strasburgo, Maria Bizzotto. “L'Unione Europea e' pronta ad aiutare le popolazioni colpite, il governo si muova subito”, ha scritto su Twitter il forzista, mentre l’ex compagna di banco di Matteo Salvini ha già presentato una interrogazione urgente per chiedere alla Commissione Ue "di garantire pieno e concreto sostegno a Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige messi in ginocchio dal maltempo, attraverso la mobilitazione del Fondo di Solidarietà Europeo e l'utilizzo di tutti gli strumenti di emergenza contemplati a livello comunitario". 

Il governatore veneto Luca Zaia ha stimato i danni causati da questa ultima ondata di maltempo in oltre un miliardo e non sarebbe la prima volta che Bruxelles apre i cordoni della borsa per aiutare la sua regione. È la stessa Bizzotto, veneta di origine, a ricordare che “già nel 2010 la Ue era intervenuta con il Fondo di Solidarietà a sostegno del Veneto alluvionato”, aggiungendo: “oggi siamo di fronte ad una situazione persino peggiore che coinvolge gran parte del nostro territorio e che ricorda drammaticamente il disastro del 1966". Otto anni fa l’Unione a favore del Veneto aveva stanziato 16,9 milioni di euro. "Un finanziamento consistente e ottenuto in tempi ragionevolmente brevi”, aveva allora commentato Zaia, che ringraziò per la sua opera di mediazione proprio Tajani, all’epoca  vicepresidente della Commissione Europea. La pratica sarà certamente avviata, ma c’è un “ma”. L’Italia, dove è più forte diffuso il sentimento anti europeista, il Paese che probabilmente esprimerà con Matteo Salvini il candidato presidente della Commissione europea sovranista, è infatti il Paese che dalla sua nascita, nel 2002, ha avuto più soldi dal Fondo di solidarietà dell'Ue. 

Da allora, il  Fsue - come è chiamato nelle carte ufficiali - ha stanziato 5 miliardi e 242 milioni di euro in favore dei Paesi colpiti dalle calamità naturali. L’Austria è stata aiutata 4 volte. La Bulgaria 6. La Croazia 5, Cipro due. La Repubblica Ceca 4, l’Estonia solo una volta. La Francia ha utilizzato i contributi del Fsue ben sette volte: dall’uragano Klaus del 2009 fino agli uragani Irma e Maria del 2017, passando per le alluvioni delle Valli del Rhône. La Germania è stata assistita quattro volte; l’ultima per una alluvione in Baviera. La Grecia è stata aiutata sette volte, l’Ungheria due, l’Irlanda soltanto una. Due interventi hanno riguardato Lituania, Malta e Polonia e quattro il Portogallo. Più numerosi i sostegni economici concessi alla Romania, sette. La nazione gemella dell’Italia, la Spagna, è stata aiutata quattro volte, l’Inghilterra soltanto due, la Svezia una. 

Veniamo all’Italia. Il nostro Paese vanta il record europeo di richieste di finanziamento, tutte puntualmente soddisfatte. Il primo risale all’ottobre 2002, in occasione del terremoto in Molise: 30,8 milioni di euro. Lo stesso mese l’Ue concesse 16,8 milioni di euro per la - piccola - eruzione  dell’Etna. Nell’aprile 2009 toccò al terremoto in Abruzzo: 493,8 milioni di euro di finanziamento attinto dal Fondo europeo di solidarietà. Nell’ottobre 2010 ci fu una prima inondazione dovuta al maltempo in Veneto e si verificò lo stesso tipo di calamità in Liguria e Toscana: 18,1 milioni di euro. A maggio 2012 fu la volta del terremoto in Emilia Romagna: 670,2 milioni di euro. A novembre 2013 il maltempo martoriò la Sardegna e l’Ue stanziò 16,3 milioni, oltre ai 56 concessi all’Italia per le inondazioni - diffuse sul territorio - dell’Ottobre 2014. Da agosto 2016 a gennaio 2017 ci furono i terremoti in Centro Italia e un finanziamento da record per 1 miliardo e 196 milioni di euro. In tutto, all’Italia sono dunque dunque arrivati due miliardi e 515 milioni di euro. Nel frattempo, la Germania ha ricevuto dall’istituzione del Fondo 1 miliardo pulito e la Francia solo 252 milioni. Dal che si possono ricavare due piccole lezioni: la prima è che il nostro territorio è è più vulnerabile, più esposto di altri a subire emergenze che hanno a che fare con le condizioni naturali e con l’incuria nei confronti dell’ambiente; l’altra è l’Italia non è considerata come il “figlio di un dio minore”, almeno per quanto riguarda gli interventi di solidarietà per le “calamità naturali”. La richiesta all’Ue sarà ufficializzata nel corso del prossimo consiglio dei ministri, forse già oggi. Ieri il premier Giuseppe Conte, dopo aver visitato la Sicilia devastata dal maltempo, ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro “per interventi di sicurezza del territorio, per proteggere e salvaguardare le vite umane”. Il ministro competente sarà quello dell'Ambiente, Sergio Costa. Quanti soldi chiederà l’Italia all’Ue? Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ieri ha visitato prima i territori del Bellunese e poi Terracina, ha stimato in “40 miliardi di euro”, la cifra che servirebbe “per mettere in sicurezza il territorio nazionale”.