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Caffo e le violenze alla ex. "Il primo schiaffo quando ero incinta. Mi diceva fallita, ucciditi". Il racconto

Dagli atti processuali emerge la testimonianza dell'escalation delle violenze che ha portato alla condanna del filosofo a quattro anni di carcere. Dai ricatti e gli insulti alle botte, fino al coraggio di lasciarlo e denunciarlo. Le confessioni che hanno portato alla condanna

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
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Grande risalto è stato dato dai media alle parole del filosofo Leonardo Caffo ("Colpirne uno per educarne mille"), condannato in primo grado a quattro anni dal Tribunale di Milano per insulti e lesioni nei confronti della ex moglie e madre di sua figlia di 4 anni, contro cui ha usato violenza sia fisica che verbale continuata per diversi anni. Espressioni quali "sei una nullità, buona solo per fare figli", oppure "ti prendo a calci fino a farti abortire", sono solo un esempio delle vessazioni a cui la donna è stata sottoposta ripetutamente durante la relazione con il 36enne, salito agli onori della cronaca dopo essere stato stato invitato e poi escluso, tra le polemiche, dalla kermesse culturale "Più libri, più liberi". Violenze e lesioni che l'avvocata della vittima, Elena Tomayer, ha definito "scioccanti".

Il racconto della donna reso in aula è tristemente simile a quelli di altre vittime di violenza da parte di partner attuali o ex. Come se fosse un copione già scritto. "Le violenze verbali erano non dico all’ordine del giorno, ma quasi, perché comunque se in una giornata c’erano stati insulti, il giorno dopo lui cercava di recuperare facendo l’angioletto (…) ma poi bastava una qualsiasi cosa per ritornare agli insulti e alle violenze fisiche", ha raccontanto la 31enne davanti al giudice. 

I media ricostruiscono la storia tra i due, cominciata nel 2019, che la stessa vittima definisce "un legame spirituale" prima ancora che fisico e sentimentale. Lei era una giovane e laureata in Belle arti, mentre lui, a soli 31 anni, era già un noto filosofo, con docenza all'Università. Il 30 gennaio, davanti al giudice, parla del fascino che Caffo esercitava su di lei e dice che l'ha portata a "cadere nella rete innamoramento". I problemi, ammette la donna, iniziano dopo che rimane incinta, a luglio dello stesso anno. Lei gli confida di essere "confusa" a seguito della gravidanza e Caffo reagisce mostrando la sua vera natura. La aggredisce verbalmente, intimandole di non abortire perché nel caso avrebbe "perso anche lui". Da qui inizia il casos. "Comincio a vivere un rapporto distorto tra l’amore che provo nei confronti di quest’uomo e la paura per quello che mi farà e mi dirà", racconta. 

Le liti diventano frequenti." Mi diceva 'sei una cosa inutile' (...) che mi dovevo ammazzare perché ero una fallita e facevo un favore a tutti (...) 'sei una madre di merda' (...) 'ti farò odiare anche da tua figlia'". "È arrivato a dirmi 'ti prendo a calci fino a farti abortire'", ha raccontato la donna. Dalle parole alla violenza fisica il passo è breve. Il primo schiaffo che le ha "scosso tutto il corpo" ed "è stato digustoso", dice di non poterlo dimenticare anche perché era incinta. L'intensificarsi delle violenze è il racconto dei mesi successivi. Come quando ha provato a strozzarla fermandosi un attimo prima. "Leonardo, ti rendi conto che potresti uccidermi in quelle situazioni?", gli ha detto. La sua risposta, "guardandomi negli occhi", è stata: "In quelle situazioni vorrei ucciderti". 

Delle aggressioni ha parlato con qualche amica, ma mai si è recata a sporgere denuncia. Fino alla frattura al dito, il mignolo della mano destra, che al culmine di un'aggressione e mentre lei teneva in braccio la bambina lui ha afferrato e le ha torto fino a provocarle una frattura scomposta con danni permanenti, incurante delle urla di dolore della donna, riversa per proteggere se stessa e la piccola sul pavimento. Caffo in quell'occasione non la porta in ospedale ma in una clinica privata dove lei, prima dice di essere stata aggredita dal compagno ma poi ritratta. "Mi sono fatta male da sola", è la versione finale. Ancora il coraggio di mettere fine a tutto questo non c'è. La forza, la 31enne, la trova nell'estate del 2022 quando finalmente lo lascia e lo denuncia

Gli atti processuali danno uno spaccato di circostanze di violenza e vessazioni da cui solo dopo anni di sottomissione la donna riesce ad affrancarsi e chiedere giustizia perché, alla fine, questa è l'unica strada da seguire. L'ex compagno però continua a professarsi "innocente" e a non ammettere le violenze. Caffo ritiene che il suo nome sia stato uno strumento usato per "educarne mille", in un contesto di violenze verso le donne che pure, ha ammesso, "esiste". Annunciando che ricorrerà in appello per far valere le sue ragioni, l'uomo ha detto anche che, dal suo punto di vista, in questa sentenza c'entra il fatto che "è in corso una separazione" con al centro l'affidamento della figlia. "Io ho perso proprio per questo motivo", ha sancito.

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
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