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[La polemica] E’ scattata la caccia al nemico politico, ma state attenti che ci scappa il morto

C’era un tempo, in quei terribili anni '70 e '80, soprattutto a Roma e Milano, dove lo sport preferito era la caccia all’avversario anzi al nemico politico. I terroristi dei Nar una volta uccisero un ragazzo solo perché portava l’eskimo, un giaccone militare foderato che era un po’ la ”divisa” dell’estrema sinistra di allora

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista   
Il blitz di Forza Nuova negli studi di Giovanni Floris a 'DiMartedì'
Il blitz di Forza Nuova negli studi di Giovanni Floris a "DiMartedì"

C’è un imbarbarimento della lotta politica. Il clima sta degenerando, e per i più anziani di noi sembra che siano tornati gli anni Settanta e Ottanta. Con la destra e l’estrema sinistra che si fronteggiano, si scontrano, si feriscono a coltellate.
Brutto clima. Non che in tutti questi anni non siano successi episodi simili. E in assenza di partiti e formazioni politiche soprattutto i gruppi ultras del calcio hanno svolto la funzione di incubatori della violenza politica, essendo gruppi in gran parte fascisti ed estremisti di destra.
Ora qualcosa sta cambiando con la presenza in campagna elettorale di liste di Casapound e di Forza Nuova, le due organizzazioni della destra estrema. Un tempo avremmo detto formazioni extraparlamentari.

Gli ultimi casi

E dunque gli ultimi episodi di Palermo, Perugia, Roma fanno scattare il campanello d’allarme. L’agguato squadristico a Palermo al capo di Forza Nuova, Massimo Ursini da parte di militanti di centri sociali. La risposta non si è fatta attendere con l’aggressione a Perugia, poche ore dopo i fatti di Palermo, di militanti di Potere al popolo, la lista di sinistra presente alle elezioni, con il ferimento di Mario Pasquino, vittima di quattro coltellate.

Il passato che torna

C’era un tempo, in quei terribili anni Settanta e Ottanta, soprattutto a Roma ma anche a Milano, dove lo sport preferito era la caccia all’avversario anzi al nemico politico. I terroristi dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, una volta uccisero un ragazzo solo perché portava l’eskimo, un giaccone militare foderato con la lana delle pecore che era un po’ la ”divisa” dell’estrema sinistra di allora.
Dunque le aggressioni di queste ultime ore e il timore che non sia finita qui. Ah, nel mezzo c’è stato anche il tentativo di una squadraccia di Forza Nuova di invadere gli studi televisivi di La7 dove andava in onda il contenitore di attualità politica “Di Martedì” di Giovanni Floris.

La direttiva di Minniti

Questi episodi di violenza vanno isolati, repressi. E le direttive del ministro dell’Interno Marco Minniti sono molto chiare. Ma è il clima complessivo di polemiche politiche che alimentano queste azioni violente. Dove è finito quel clima di rispetto istituzionale, di solidarietà di una classe politica bersaglio di attacchi violenti e terroristici? Quando fu rapido Aldo Moro, e a maggio si celebrerà il quarantennale di quel sequestro e assassinio dello statista democristiano, partiti e sindacati si ritrovarono uniti nella difesa delle istituzioni.

Solidarietà assente

Oggi non scatta quella solidarietà che pure sarebbe necessaria. Fino a quando un militante fascista come Luca Traini una mattina non decide di aprire il fuoco contro gli extracomunitari a Macerata, per vendicare la morte è il vilipendio del corpo della povera Pamela, e invece di una corale presa di distanza si alzano voci di solidarietà da parte di cittadini “normali”, e silenzi imbarazzanti di esponenti politici, vuol dire che questa nostra Italia è una polveriera pronta a esplodere.
Il clima di odio e paura contro i migranti favorisce questa radicalizzazione dello scontro. Si avverte nel Paese di vivere una vigilia di cambiamento del quadro politico. In queste ore bisognerebbe avere i nervi saldi, sperando che la situazione non degeneri ulteriormente.

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista   
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