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Coprifuoco, settore wedding e eventi, ma anche outlet, ristoranti e calcio. Lunedì si decide

Il sottosegretario alla Salute Costa fa il punto settimanale di cosa verrà deciso nei proprio giorni

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Coprifuoco, settore wedding e eventi, ma anche outlet, ristoranti e calcio. Lunedì si decide

Lunedì è il giorno delle decisioni, con la “cabina di regia” convocata dal presidente del Consiglio Mario Draghi per sciogliere tutti i nodi sul tavolo per le riaperture. E, esattamente come abbiamo fatto la scorsa settimana e come faremo nelle prossime, per raccontarci il menù del tavolo, il nostro Virgilio è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il leader della lista civica Liguria Popolare e rappresentante di Noi con l’Italia, il partito di Maurizio Lupi, nell’esecutivo. Costa, dopo tre mesi di governo, si sta ritagliando un ruolo da “uomo delle riaperture”, in sicurezza ovviamente, e rappresenta il volto nuovo del ministero, a fianco di Roberto Speranza e dell’altro sottosegretario Pierpaolo Sileri che invece erano già insieme nel secondo esecutivo di Giuseppe Conte. Tanto che, con l’esordio a “Porta a Porta”, quasi una consacrazione istituzionale, Andrea Costa è entrato ufficialmente nell’Olimpo della comunicazione politica sul Covid, conquistandosi anche una nuova parte del pubblico femminile, grazie alla telegenicità.

Insomma, veniamo alla “cabina di regia” di lunedì che – per i non addetti ai lavori – avrà al tavolo i capi delegazione di tutti i partiti che fanno parte della maggioranza di governo.

Coprifuoco

Il piatto forte, ovviamente, sarà l’allungamento dell’orario del coprifuoco: “Ci sarà certamente, ma si scontrano due linee di pensiero: da un lato, le forze dell’ex maggioranza del Conte bis che sono più propense a portare l’orario dalle 22 alle 23, dall’altro le delegazioni di centrodestra che invece sono per le 24. In questo quadro torno a porre con forza il tema dei ristoranti al chiuso, perché a mio parere è assolutamente insostenibile questa differenza, se all’interno si rispettano tutti gli standard di sicurezza”.

Wedding e catering

E un tavolo politico, che ne richiama altri sulla ristorazione, è anche l’occasione per evocare altri tavoli, quelli del wedding, del banqueting e di tutto il settore del catering, che sta soffrendo moltissimo, di cui il sottosegretario Costa si è fatto paladino: “Parto da un’osservazione: nel cronoprogramma delle riaperture, in questo momento, non è citata la data della possibile riapertura del settore eventi, ma credo sia importantissimo che questo avvenga prima possibile perché – proprio per il tipo di attività che fanno – hanno bisogno di anticipo congruo per poter organizzare tutto il lavoro. Non è una cosa che si fa da un giorno all’altro”.

Outlet e centri commerciali

Altro capitolo, altra riapertura per cui si sta battendo Costa, quella degli outlet e dei centri commerciali. E, anche in questo caso, la posizione è maturata incontrando gli operatori del settore e ascoltando le loro motivazioni, i loro piani di sicurezza e le loro istanze: “E’ una questione di puro buonsenso. Un outlet, in qualche modo, convoglia le persone che stanno in tre vie del centro cittadino e passeggiano all’aperto fra i vialetti prima di entrare nei negozi. Che differenza c’è?”.

Il superamento dell'indice Rt

Un'altra portata ghiotta al tavolo della cabina di regia di lunedì è quella per accogliere la richiesta che arriva dalle Regioni di superare l’indice RT come parametro principale per l’individuazione delle zone: “E’ un’altra scelta di puro buonsenso – spiega Costa – perché occorre valutare le ospedalizzazioni, i posti occupati in terapia intensiva, il numero di vaccinati. E continuo a sostenere una mia tesi: che cioè lo stimolo alle riaperture può essere anche un elemento di moral suasion per convincere gli scettici sull’opportunità di vaccinarsi”.

Vaccini

E proprio sul vaccino, il sottosegretario alla Salute mette in campo due temi forti: “Temo che fra un mese arriverà il momento in cui la coda per vaccinarsi, che in questo momento è fortunatamente ancora buona, andrà a scemare. Perché resteranno tutti coloro che, per un motivo o per l’altro, non sono convinti di vaccinarsi. In più, ovviamente, c’è il problema di coloro che devono essere vaccinati in casa perché hanno grossi problemi di disabilità o di mobilità: una squadra Gsat di vaccinatori a domicilio può riuscire a fare sette o otto persone al massimo al giorno”.

I dubbi sul coprifuoco

L’appuntamento è per lunedì, ma resta un dubbio, soprattutto sul coprifuoco. Perché la decisione non è stata presa la scorsa settimana quando sembrava imminente? “Probabilmente si è voluto attendere che i dati scientifici fossero più consolidati. Il Comitato tecnico scientifico – dico giustamente – è più prudente, la politica tiene conto anche di altre necessità sociali, altrettanto giustamente. La data del 17 è stata un punto di mediazione”.

Ma c'è anche il calcio

E la prossima giornata di serie A a porte aperte? Costa è stato da sempre un paladino dell’idea di giocare l’ultima con il pubblico in presenza, ha incontrato al proposito anche Gravina e Dal Pino, che sono i due vertici di Federazione e Lega, ma c’è anche un partito sotterraneo all’interno delle società di serie A, soprattutto quelle che giocano per un obiettivo e che hanno il prossimo turno in trasferta, che spinge per evitare la presenza dei tifosi, temendo di venire svantaggiata dalle persone sugli spalti che tifano per gli avversari.

Costa, ovviamente, non entra in questioni di politica sportiva o di tifo, ma ne fa una questione di puro buonsenso: “Gli stadi sono luoghi sicuri ed è possibile organizzare la sicurezza all’interno delle strutture, con regole ben definite, evitando assembramenti che spesso succedono all’ultima giornata in altri luoghi meno controllabili, come vie e piazze. Ed è naturale che ci sia anche un “potere contrattuale” maggiore con i tifosi ammessi allo stadio”. La decisione finale su questo punto arriverà lunedì o martedi.

Fortunatamente, le previsioni catastrofiche di morti e contagiati dopo i festeggiamenti di piazza Duomo a Milano per l’Inter non si sono verificate.

“Questa, ovviamente, è un’ottima notizia, ma non è un buon motivo per il liberi tutti. Però è un elemento di cui tener conto per tornare al discorso che facevo prima sull’RT come indice ormai superato: abbiamo somministrato 27 milioni di dosi e non si può pensare che la situazione sia la stessa di un anno fa. E poi, ovviamente, va considerato anche il quadro più positivo in estate rispetto al virus, anche per semplicissimi fattori climatici”.

Mascherine sì o no?

Significa che potremo togliere subito la mascherina all’aperto? “A giugno la disponibilità di vaccini dovrebbe permetterci di somministrare 700mila dosi al giorno. E questo significa che, da qui a fine luglio, avremo somministrato da 45 a 70 milioni di dosi, considerando ovviamente anche quelle fatte fino ad oggi. Ecco, se il trend sarà questo, considerando anche il clima, credo che sarà possibile passare l’estate senza mascherina all’aperto”.

 

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