Inchiesta Procure, 'incontri in hotel per decidere le nomine'. Spunta anche Lotito. L'Anm chiede l dimissioni dei coinvolti
Vertici durante le cene o a casa: 7 giorni, dal 9 al 16 maggio, di "trattative per le nomine degli uffici giudiziari", in particolare quelli di Roma, Perugia e Brescia.
Incontri "segreti" in hotel , durante le cene o a casa: 7 giorni, dal 9 al 16 maggio, di "trattative per le nomine degli uffici giudiziari", in particolare quelli di Roma, Perugia e Brescia. E' quello che ricostruiscono gli uomini della Guardia di finanza in una informativa relativa all'inchiesta perugina sul magistrato Luca Palamara, indagato per corruzione.
Vertici segreti
Incontri, secondo l'informativa trasmessa all'ufficio di presidenza del Csm e al ministero della Giustizia, tra lo stesso Palamara "e i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri (Pd - ndr), ai quali partecipano anche Luigi Spina, consigliere dimissionario di palazzo dei Marescialli, Corrado Cartoni, Luigi Lepre, Luigi Morlini e Paolo Criscuoli, che si sono autosospesi dal Csm". L'ultimo incontro in un albergo, in cui Palamara con gli altri "fa la conta dei voti per il procuratore di Roma", dopo l'uscita di Pignatone. "Obiettivo: Marcello Viola (procuratore generale di Firenze - ndr) capo dell'ufficio della Capitale".
Le trattative
Secondo quanto riportato dai quotidiani, "Palamara trascina nelle sue trattative anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito. E' un suo amico, promette e dà biglietti per le partite. Come quelli che porteranno in Tribuna d'onore Spina lo scorso 15 maggio in occasione della finale di Coppa Italia all'Olimpico". Spina ieri è stato convocato dai pm di Perugia ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Tra le persone coinvolte da Palamara, secondo quanto riferiscono i quotidiani in base all'informativa della Gdf, vi sarebbe anche il sostituto della Direzione distrettuale antimafia Cesare Sirignano, "intercettato mentre discute di un candidato a Perugia che potesse aprire un fascicolo a carico dell'aggiunto di Roma Paolo Ielo", che con Pignatone aveva inviato a Perugia gli atti su Palamara. "La compagna di Sirignano, Ilaria Sasso Del Verme, ex vicesegretario dell'Anm, alla commissione incarichi direttivi del Csm si occupa di formulare le proposte al plenum con i curricula dei candidati". Spunta poi un altro presunto episodio di corruzione a carico di Palamara: "la ristrutturazione di casa finanziata dall'imprenditore Fabrizio Centofanti, lo stesso che, dal 2011 al 2017, avrebbe pagato viaggi a lui e alla sua famiglia".
La richiesta di dimissioni
Dimissioni immediate per tutti i consiglieri del Csm che hanno partecipato agli incontri dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara con Cosimo Ferri e Luca Lotti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Renzi) sulla nomina del procuratore di Roma. La motivazione va da sé: non appaiono "degni" delle funzioni ricoperte. A chiederlo è il parlamentino dell'Associazione nazionale magistrati, presieduto da Pasquale Grasso, che ha giudicato insufficienti le autosospensioni e votato un documento in questo senso all'unanimità. Sinora si è dimesso solo il consigliere Luigi Spina, indagato a Perugia.
"Violazioni gravissime"
"I gravissimi episodi emersi da quanto riferito dalla stampa in relazione alle indagini svolte dalla procura di Perugia, suscitano sconcerto, turbamento e anche indignazione nei magistrati italiani", afferma l'Anm nel documento approvato. E se i profili penali e disciplinari saranno oggetto degli accertamenti delle autorità competenti, restano le "gravissime violazioni di natura etica e deontologica".
Si tratta degli "incontri, avvenuti al di fuori della sede istituzionale del Consiglio e aventi ad oggetto anche la nomina dei Procuratori di Roma e Perugia, ai quali hanno partecipato consiglieri in carica, due deputati, uno dei quali magistrato in aspettativa e l'altro imputato nell'ambito di un procedimento trattato dalla Procura della Repubblica di Roma e un ex consigliere, aspirante all'incarico semidirettivo di procuratore aggiunto di Roma e indagato dalla procura di Perugia".
"Condotte mai smentite dai diretti interessati"
Si tratta di "condotte, mai smentite dai diretti interessati" che "rappresentano con evidenza un'inammissibile interferenza nel corretto funzionamento" del Csm. Condotte che "non possono in alcun modo essere giustificate o sminuite in considerazione dell'incalcolabile danno che hanno arrecato all'Istituzione e ai singoli magistrati". Di qui la richiesta di "dimissioni immediate".
In ogni caso i magistrati coinvolti saranno deferiti ai probiviri, a partire da Luca Palamara e compresi i consiglieri del Csm e il deputato del Pd Cosimo Ferri, che non ha mai lasciato la toga. A deciderlo è stato il Comitato direttivo centrale dell'Anm.