Giacomo Bozzoli è stato preso. I carabinieri lo hanno fermato a Soiano del Garda. Il video della cattura del latitante
Lunedì 1° luglio era stato condannato in via definitiva all’ergastolo per aver ucciso lo zio, Mario Bozzoli, nel 2015
Giacomo Bozzoli è stato preso. I carabinieri lo hanno fermato a Soiano del Garda. Era latitante da 10 giorni. Lunedì 1° luglio era stato condannato in via definitiva all’ergastolo per aver ucciso lo zio, Mario Bozzoli, nel 2015. Quando i carabinieri erano arrivati alla abitazione per arrestarlo però non l’hanno trovato: Bozzoli se ne era già andato da qualche giorno insieme alla compagna e al figlio di 9 anni, tornati in Italia venerdì scorso dalla Spagna senza di lui. Era quindi in latitanza da 11 giorni. Bozzoli è stato rintracciato nella propria villa di Soiano.
Nascosto in un cassettone del letto matrimoniale
Quando i carabinieri lo hanno trovato e arrestato era nascosto nella sua camera da letto. "Abbiamo capito che era nella villa di Soiano e lo abbiamo trovato nascosto in un cassettone del letto matrimoniale. In un borsello aveva 50mila euro", ha detto il procuratore di Brescia Francesco Prete nella conferenza stampa in cui sta raccontando i dettagli dell'arresto. "Sappiamo che si è recato con compagna e figlio in Spagna poi ha fatto rientro in Italia con mezzi di fortuna". I militari avevano visto dei movimenti sospetti e sono entrati nell'abitazione tra l'altro imbottita di cimici. Non si trova la Maserati Levante utilizzata presumibilmente per lasciare l'Italia e resta un mistero su come il 39enne, condannato all'ergastolo, sia rientrato in provincia di Brescia.
"Alle ore 17,45 di oggi - si legge nella nota della Procura della Repubblica di Brescia - i Carabinieri del Comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Brescia a carico di Bozzoli Giacomo a seguito di sentenza di condanna definitiva all'ergastolo emesse dalle corti d'assise di Brescia di primo e secondo grado, per l'omicidio di Bozzoli Mario".
La latitanza e il viaggio in Svizzera
Una fuga disperata all'estero, quella di Bozzoli, forse anche per depistare gli inquirenti, in Francia e Spagna, e anche un salto in Svizzera, dove avrebbe trasferito i suoi risparmi per pianificare la sua sparizione. Per scovare il fuggitivo chi indaga ha infatti messo gli occhi anche sui paradisi fiscali: da Capo Verde, all'Africa fino alla vicina Svizzera dove Bozzoli - che anche a processo non ha mai nascosto di maneggiare molto "nero" per via del lavoro nel campo dei metalli ferrosi - potrebbe aver trasferito capitali nell'arco degli ultimi nove anni. Costruendosi un tesoretto da sfruttare per rimanere lontano dall'Italia e soprattutto - dopo la condanna definitiva - dal carcere.
Soltanto dopo il ritorno nella "sua" Soiano del Lago, dove è stato catturato dopo i tanti appelli a costituirsi, a partire da quello lanciato dal suocero Daniele Colossi fino a quello del procuratore generale di Brescia Guido Rispoli che lo ha esortato: 'Fallo per tuo figlio'. Non si sa se Giacomo Bozzoli li abbia ascoltati. Una fuga durata 11 giorni.
Il racconto del suocero di Bozzoli
"Questa vicenda mi sta distruggendo. Mi auguro che il compagno di mia figlia si costituisca al più presto per il bene suo ma soprattutto per quello di mia figlia e del mio nipotino", aveva detto giorni fa il suocero di Bozzoli, invitando il 39enne ad affrontare le sue responsabilità. Poi era arrivato anche l'appello del procuratore generale di Brescia Guido Rispoli: "Se gli interessa veramente il bene del figlio dovrebbe costituirsi. Solo così la vicenda non sarà più una notizia e la sua famiglia potrà ritrovare un po' di tranquillità". Sempre oggi, la Procura di Brescia aveva aperto un'inchiesta contro ignoti per procurata inosservanza della pena, con l'obiettivo di trovare eventuali complici che potrebbero aver aiutato il 39enne a progettare e realizzare la fuga.