Pm indagati su Borsellino ma chi c'è davvero dietro il depistaggio sulle strage di via D' Amelio?
Un avvocato generale del Tribunale di Palermo, Anna Mària Palma e il procuratore aggiunto a Catania, Lello Petralia, accusati di calunnia con l’aggravante del favoreggiamento di Cosa nostra

Dopo i poliziotti, i magistrati. Non poteva non finire così. Sono due ex pm di Caltanissetta, uno avvocato generale del Tribunale di Palermo, Anna Mària Palma, l’altro, procuratore aggiunto a Catania, Lello Petralia. Sono ambedue indagati per calunnia con l’aggravante del favoreggiamento di Cosa nostra. L’ipotesi investigativa è che poliziotti e magistrati hanno depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio.
Spatuzza e il racconto credibile su ciò che accadde
Vecchia storia, che si trascina da anni. Furono indagati, arrestati, processati e condannati all’ergastolo sette "innocenti", chiamati in causa da tre pentiti, il più importante Vincenzo Scarantino, picciotto della Guadagna. Furono condannati da innocenti, ma abbiamo dovuto aspettare un nuovo pentito, Gaspare Spatuzza, per avere un racconto credibile e verosimile su ciò che accadde a via D’Amelio, quando saltò in aria Paolo Borsellino e la sua scorta.
Sotto processo tre poliziotti
Per quei depistaggi sono già sotto processo tre poliziotti del gruppo di lavoro (sulle stragi) "Falcone e Borsellino": Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Se non fosse morto, sul banco degli imputati ci sarebbe anche il superpoliziotto Arnaldo La Barbera, all’epoca delle stragi capo della Mobile di Palermo. E adesso, sono indagati due magistrati dalla procura di Messina, sempre per calunnia con l’aggravante dell’aver favorito Cosa nostra. I due hanno ricevuto una convocazione per l’esecuzione di accertamenti tecnici irripetibili. La Procura di Messina vuole analizzare 19 cassette di interrogatori di Vincenzo Scarantino che potrebbero essere danneggiate dall’ascolto.
I depistaggi di poliziotti e magistrati e i sospetti
Suggestive queste indagini, soprattutto per chi, in tutti questi anni, non ha mai abbandonato la tesi dei mandanti esterni, dei servizi deviati, degli apparati collusi. E su questi filoni investigativi lavorano ancora magistrati e polizia giudiziaria in diversi uffici di Procura, come Palermo e Caltanissetta. I depistaggi di poliziotti e magistrati sono benzina che alimenta il fuoco dei sospetti e dell’inquinamento. Ma perché poliziotti e magistrati avrebbero depistato le indagini? Nelle motivazioni del Borsellino quattro i giudici di Caltanissetta scrivono: «Questa corte ritiene doveroso - in considerazione di quanto è stato accertato sull’attività di determinazione realizzata nei confronti dello Scarantino, del complesso contesto in cui essa viene a collocarsi e delle ulteriori condotte delittuose emerse nel corso della istruttoria dibattimentale (tra cui proprio quella della sottrazione dell’agenda rossa) - di disporre la trasmissione al pubblico ministero, per le eventuali determinazioni di sua competenza, dei verbali di tutte le udienze dibattimentali le quali possono contenere elementi rilevanti per la difficile ma fondamentale opera di ricerca della verità nella quale la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta è impegnata».
Valutare possibili notizie di reato
Dunque, i giudici nisseni hanno chiesto alla Procura di valutare possibili notizie di reato. E i pm di Caltanissetta hanno mandato un fascicolo a Messina. Scrivono sempre i giudici nisseni: «Il tentativo di Scarantino di superare alcune precedenti contraddizioni con altre fonti di prova, traspare con assoluta chiarezza dall’interrogatorio del 25 novembre 1994 davanti all’ufficio del pubblico ministero rappresentanti dai pm Petralia, Palma e Di Matteo. Tale interrogatorio è cominciato con alcune domande sull’impiego di esplosivi, cui lo Scarantino ha dato risposte decisamente diverse rispetto alla versione dei fatti esposta nell’interrogatorio del 24 giugno del 1994». Ora Messina esce allo scoperto avvisando due ex pm di Caltanissetta (non furono solo loro) che indagarono sulla strage Borsellino, Anna Maria Palma e Lello Petralia. Inchiesta dovuta, utile a sciogliere i dubbi che a ventisette anni dopo continuano ad alimentare i sospetti su quella drammatica stagione stragista.