[Il retroscena] Giulia Bongiorno premier. Stimata dai 5Stelle sarebbe il primo presidente donna della storia. Ecco il piano di Salvini
Senatrice eletta con la Lega è in corsa per la presidenza del Senato, da dove potrebbe spiccare il salto in caso di "governo istituzionale". Stimata dai Cinquestelle, non invisa al Cavaliere, è una soluzione che potrebbe interessare il Pd. Sarebbe la prima premier donna nel nostro Paese. Minaccia del leader della Lega: "Farò di tutto per dare un governo, sennò mettiamo il premio di maggioranza al Rosatellum e torniamo a votare"

Rieccola. Dopo cinque anni fuori dalle aule parlamentari ma dentro quelle dei tribunali, Giulia Bongiorno è ritornata. Se nella legislatura 2008 - 2013 sedeva alla Camera e aveva seguito Gianfranco Fini nell’esperienza (fallimentare) di Fli, stavolta è stata eletta al Senato con la Lega. “E’ il segno di una Lega che cresce, coinvolge, punta su professionalità della realtà civile soprattutto nel campo della difesa della sicurezza, dei diritti delle donne, della riforma della Giustizia”, disse Matteo Salvini il giorno della presentazione della sua candidatura, uno dei “jolly” calati dal segretario leghista appena prima delle elezioni.
Il rilancio
Il successo elettorale del fu Carroccio ha rilanciato la sua figura, tanto che da dieci giorni è accreditata com’è possibile ministro della Giustizia di un governo qualunque che abbia come fulcro il centrodestra. Dal punto di vista del curriculum, Bongiorno non è seconda a nessuno per quel ruolo. Ha lavorato fianco a fianco col principe del foro Franco Coppi che è stato difensore anche di Silvio Berlusconi, diventò famosa per essere stata avvocato di Giulio Andreotti, e più recentemente ha assistito molti personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, da Francesco Totti a Gianna Nannini. Ha portato all’assoluzione Raffaele Sollecito, ma si occupa anche di processi che coinvolgono grandi imprese ed è cofondatrice con Michelle Hunziker di un’ associazione che difende le donne vittime di violenza. Mica male come base.
In forte crescita
Visto come si stanno mettendo le cose, con Salvini che gioca da protagonista la partita per le presidenze delle Camere e coi Cinquestelle che insistono per avere la seggiola più importante di Montecitorio e sono disposti a cedere quella del Senato alla Lega, la Bongiorno è in forte crescita nel toto-seconda carica dello Stato. L’obbiettivo di Salvini, però, non è “solo” quello. Chi siederà sulla poltrona di presidente del Senato ha altissime chance di essere il premier incaricato per tentare un governo istituzionale di larghe intese in caso di - probabile - fallimento delle due soluzioni più ovvie, cioè il governo politico guidato da Matteo Salvini o un altro messo in piedi da Luigi Di Maio. Entrambi i predestinati partono sulla carta senza i numeri necessari per governare. A quel punto Sergio Mattarella, sentito il segretario della Lega, potrebbe mandare avanti lei.
Il primo premier donna
L’avvocato sarebbe il primo premier donna nel nostro Paese e vanta una serie di amicizie e sostegni politici trasversali che potrebbero esserle utili. Per niente amata dal Cavaliere, al quale provò a stoppare alcune leggi delicate quando era presidente della commissione Giustizia di Montecitorio e lui premier, non è però mai stata considerata veramente ostile al patron di Arcore. Proprio per questa sua manifestazione di indipendenza, però, si è guadagnata la stima di alcuni Cinquestelle e, soprattutto, dei democratici. In Europa per lei potrebbe garantire Mario Monti, che l’ aveva candidata senza successo nel 2013 e che certamente, da senatore a vita, potrebbe sostenerla nella sua rincorsa a Palazzo Chigi. “Ci vuole tempo e pazienza”, dice a tutti quelli con cui parla Berlusconi. “Come finirà lo scopriremo nelle prossime settimane. Io farò tutto quello che potrò per dare un governo a questo Paese”, ha garantito ieri Salvini. Quindi non c’è più solo il “prendere o lasciare” dei giorni scorsi. Solo su una cosa il segretario del Carroccio sembra determinato: “Io non vado al governo se nel Consiglio di ministri ci sono Renzi o Boschi”. Nessuno dei due, però, sembra nelle condizioni di poter tornare sulla scena da protagonista. Una leghista-non-troppo-leghista diversa da Salvini, ma capace di prendere i voti dai Cinquestelle e dal Pd, potrebbe essere l’ultima chance prima del ritorno alle urne.
Le elezioni
La prospettiva delle elezioni ravvicinate non sembra spaventare però i leader dei due partiti usciti vincitori il 4 marzo. “Una nuova legge elettorale potrebbe essere il Rosatellum con il premio di maggioranza. L’unico modo per non prendere in giro gli italiani e fare veloce è applicare un premio di maggioranza all’attuale legge elettorale. Si fa nell’arco di una settimana”, sottolinea Salvini. Il Rosatellum, però, prevede il premio alla coalizione. Ecco perché mantenere questa legge significherebbe da un lato continuare ad immaginare la prosecuzione di “questo” centrodestra fatto di tre partiti e dall’altro, però, permettere alla Lega di esercitare la sua opa sull’elettorato forzista almeno nelle Regioni del Nord. Giovanni Toti, governatore della Liguria ed esponente più convinto dell’ “asse del Nord”, nega che quello sia il piano. Anzi. “Con Salvini abbiamo interessi comuni, governiamo insieme in Liguria, dove ogni tanto ci vediamo perchè lui ha una casa, ma non sono il suo uomo in Forza Italia”. Anche Toti pensa che “la legge elettorale vada cambiata al più presto perchè è scandaloso che una coalizione al 37% non governi”. Che sia difficile per il segretario della Lega riuscire a portare a casa il sostegno dei democratici lo si è capito anche dalla virulenza dell’attacco lanciato a Paolo Gentiloni, in carica per il disbrigo degli affari correnti, che oggi dovrebbe licenziare nel Consiglio dei ministri la riforma dell'ordinamento penitenziario. “Un governo sconfitto e senza la fiducia degli italiani si prepara ad approvare il salvaladri. Facciamo appello al presidente della Repubblica affinché eviti questa vergogna. Noi siamo pronti a qualsiasi cosa per impedire a migliaia di delinquenti di uscire di galera”.