Bimbo caduto nel pozzo, il testimone: “Chiedeva aiuto, ha parlato con genitori". Il commovente post della madre
L'uomo ha parlato anche dell'impegno delle educatrici per tentare di salvare il piccolo di 10 anni: "La signora è scesa a mani nude la sotto, in attesa dei soccorsi" che sono arrivati dopo che "saranno passate due ore, si sarebbe potuto evitare"

“Il bambino dopo essere caduto nel pozzo ha parlato con la madre e il padre, loro lo chiamavano e lui chiedeva aiuto". E' la ricostruzione degli attimi dopo l'inizio della tragedia avvenuta a Palazzolo Acreide fatta da un testimone: Salvatore La Rosa, che vive in una casa accanto alla fattoria dove i ragazzi erano in gita. Parlando con la Tgr Sicilia, l'uomo parla dell'impegno delle educatrici per tentare di salvare il piccolo di 10 anni: "La signora è scesa a mani nude la sotto, in attesa dei soccorsi" che sono arrivati dopo che "saranno passate due ore, si sarebbe potuto evitare". La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Chi era il bimbo morto nel pozzo
Il bimbo si chiamava Vincenzo Lantieri. Partecipava a una gita col fratellino disabile. L'educatrice, che si è calata con la fune per soccorrerlo, si chiama Carmela Caligiore. Ha, poi, perso i sensi. È stata recuperata dai vigili del fuoco e portata dal 118 in ospedale a Siracusa, è già stata dimessa.
La madre su FB: "Il mio cuore si è fermato"
"Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo. Ti amo Vincenzo mio". Affranta dal dolore, così scrive su Fb la mamma del bambino caduto in un pozzo artesiano profondo circa quindici metri, per metà colmo d'acqua.
Sabato l’autopsia, verso primi indagati
Avrà luogo probabilmente già da sabato l'autopsia sul corpo del piccolo Vincenzo. A disporla sarà la procuratrice di Siracusa, Sabrina Gambino, che coordina le indagini dei Carabinieri. Con l'autopsia scatteranno, come atto dovuto, le iscrizioni nel registro degli indagati. Un faro è acceso sul proprietario del terreno e sugli operatori addetti alla sorveglianza dei bambini, e tra loro c'era anche la 54enne che quando è stato dato l'allarme è scesa dentro al pozzo per tentare di salvare il bimbo.
Centro Rampi: ancora morti come Alfredino, zero prevenzione
"Assistiamo avviliti a queste tragedie che avvengono sempre a causa dell'incuria. Come fu per Alfredino, mancano misure corrette di prevenzione". Così Daniele Biondo, già presidente di Centro Alfredo Rampi, sul bimbo morto in un pozzo artesiano nel Siracusano, dopo il cedimento della copertura. "Dopo l'incidente di Vermicino abbiamo sempre combattuto - ha aggiunto - Siamo bravissimi nelle manovre di soccorso, ma dal punto di vista della prevenzione siamo ancora lontani". Il 10 giugno 1981 Alfredo Rampi, di 6 anni, cadde in un pozzo artesiano mentre giocava nelle campagne circostanti alla casa dei suo genitori, a Vermicino, vicino a Frascati, nel Lazio. Il bambino rimase incastrato a circa 36 metri di profondità per 60 ore. Le operazioni di salvataggio, seguite in diretta televisiva da milioni di italiani, coinvolsero numerosi soccorritori e volontari, ma furono complicate dalle ridotte dimensioni del pozzo. Il bimbo morì il 13 giugno.