Stop a cotton-fioc non biodegradabili e microplastiche nei cosmetici. Realacci: "L’Italia è il primo Paese al mondo a farlo"
Come testimonia l’ultimo dossier di Legambiente in materia, i rifiuti rinvenuti sulle nostre spiagge arrivano a causa di «cattiva gestione dei rifiuti urbani (49%), pesca e acquacoltura (14%) e mancata depurazione (7%)»

La legge di Bilancio dice finalmente basta ai cotton-fioc non biodegradabili e microplastiche nei cosmetici. L’emendamento approvato in Commissione alla Camera. Realacci: "L’Italia è il primo Paese al mondo a farlo". Il mondo ambientalista (e non solo) esulta: la battaglia contro plastiche e microplastiche in mare sembra ormai vinta con l'approvazione dell'emendamento Pd alla manovra da parte della commissione Bilancio della Camera. Dal primo gennaio 2019 scatterà il divieto di commercializzare e produrre in Italia cotton fioc non biodegrabili, e dal 1 gennaio 2020, il divieto verrà esteso ai prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche.
Per l’Onu sono 8 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nelle acque del pianeta, Italia compresa naturalmente. Come testimonia l’ultimo dossier di Legambiente in materia, i rifiuti rinvenuti sulle nostre spiagge arrivano a causa di «cattiva gestione dei rifiuti urbani (49%), pesca e acquacoltura (14%) e mancata depurazione (7%)». Voci all’interno delle quali è possibile – e necessario – derubricare anche l’inciviltà dei cittadini: «La principale responsabilità – osservano da Legambiente – va ricercata nelle carenze del sistema di depurazione italiano, ma anche nella cattiva abitudine dei cittadini di buttare i rifiuti urbani nel wc, a partire dai cotton fioc».
L'Italia è il primo Paese al mondo a dire no a questo stato di cose: una vittoria contro il marine litter, a tutela di ambiente e cittadini" commenta soddisfatto Ermete Realacci, il presidente della Commissione Ambiente della Camera che ha firmato questo emendamento ricordando un recente monitoraggio di Legambiente su 46 spiagge italiane dove il 91% dei rifiuti sarebbe costituito proprio dai bastoncini per la pulizia delle orecchie". "Uno straordinario segnale all'Europa" su "un fenomeno allarmante, che nuoce alla biodiversità e alla qualità delle nostre acque", commenta il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ringraziando Realacci che "ha portato avanti nel tempo questa battaglia in Parlamento, condividendola con diverse realtà ambientaliste".
"Un'ottima notizia", commenta Legambiente avvertendo che vigilerà "affinché si arrivi all'approvazione definitiva", il che dimostrerà come questa sia stata "la legislatura che ha approvato nella storia repubblicana più leggi ambientali di iniziativa parlamentare a tutela dell'ambiente". L'ong ha lanciato con Marevivo e altre associazioni (Greenpeace, Lav, Lipu, MedSharks e Wwf) l'appello #faidafiltro per ribadire l'urgenza di intervenire anche dopo che questa estate con la campagna #norifiutinelwc ha monitorato quasi 7.000 cotton fioc in 46 spiagge italiane. "La plastica è un vero highlander, quella prodotta 50 anni fa è ancora tra noi" rileva il Wwf mentre per Marevivo "oggi ha vinto il mare e la sua protezione".
Saranno stanziati 250mila euro per favorire la promozione, la produzione e la commercializzazione dei cotton fioc bio e previsto l'obbligo di indicare sulle confezioni "informazioni chiare sul corretto smaltimento" citando "il divieto di gettarli nei servizi igienici e negli scarichi". Multe che arrivano a 25mila euro e sospensione della produzione per i trasgressori.
E la notizia potrà rassicurare gli italiani che, secondo un'indagine Eurobarometro, sono tra i più preoccupati d'Europa per l'inquinamento dell'aria che respirano e per l'impatto delle plastiche sull'ambiente e con meno fiducia nel fatto che le istituzioni facciano abbastanza.
L’approvazione in Commissione Bilancio rappresenta «davvero una bella notizia per l’ambiente e la conferma della leadership dell’Italia nel contrastare il marine litter che soffoca mari, fiumi e laghi anche nel nostro Paese come dimostrato dalle nostre campagne estive di monitoraggio. Ora – commenta il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani – vigileremo affinché si arrivi all’approvazione definitiva, e se ciò avverrà quella in via di conclusione si confermerà la legislatura che ha approvato nella storia repubblicana più leggi ambientali di iniziativa parlamentare a tutela dell’ambiente e delle imprese sane e innovative».