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Parla Bassetti: "Nuova ondata a ottobre, subito la quarta dose per over 65 e fragili"

Secondo l'infettivologo è di fondamentale importanza raccomandare alle persone con più di 65 anni e a quelle più giovani con comorbidità di eseguire il richiamo vaccinale il prima possibile

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Massimo Bassetti
Massimo Bassetti (Foto Ansa)

Tutto ciò che stiamo per raccontare succede un giorno in cui - dopo settimane e settimane in cui il numero dei positivi era in costante diminuzione - per la prima volta, in Liguria, il dato sui contagi della pandemia è tornato a crescere. Per la precisione, i positivi al Covid in regione sono 8574, cioè 76 in più rispetto al giorno precedente e i morti quattro, di cui uno, morto all’ospedale di Sarzana, aveva 43 anni. E questi numeri sono quasi un triste accompagnamento alle parole di Matteo Bassetti, coordinatore del Dipartimento interaziendale regionale ligure di Malattie Infettive e direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, l’ospedale più grande d’Europa, che partecipa alla presentazione della campagna per il nuovo vaccino aggiornato, insieme a Giovanni Toti, presidente ed assessore alla Sanità della Regione Liguria: "Se si è nella categorie a rischio – spiega Bassetti - non bisogna aspettare per ricevere il booster aggiornato del vaccino anti Covid, perché potrebbe essere tardi”.

Bassetti: "Nuova ondata a ottobre"

Anche perché, senza fare terrorismo psicologico, ma Bassetti non può esimersi da una facile previsione, visto che “è evidente che il virus rialzerà la testa e tornerà a circolare verosimilmente dalla metà-fine del mese di ottobre".
Spiega Bassetti: “È di fondamentale importanza raccomandare alle persone con più di 65 anni e a quelle più giovani con comorbidità di eseguire il richiamo vaccinale il prima possibile. Il vaccino aggiornato sulla variante Omicron 1 è in grado di garantire una protezione anche nei confronti delle altre sottovarianti Omicron. Se quindi si rientra nelle categorie a rischio, non bisogna aspettare. La Clinica di Malattie Infettive rimane stabilmente da ormai dieci giorni Covid free, segno del fatto che i vaccini hanno funzionato nel loro ruolo di evitare ricoveri e forme gravi”.

I vaccini non sono come i cellulari

La spiegazione del direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino, al fianco dei responsabili della Sanità regionale, è ricca di immagini per rafforzare le sue parole. E, sia nella conferenza stampa di Toti, sia nelle interviste “personalizzate”, a partire da quella con l’agenzia di stampa Dire, Bassetti (e anche l’intervistatore Simone D’Ambrosio, va detto) si dimostrano fuoriclasse delle metafore: “I vaccini – spiega l’infettivologo genovese - non sono come i cellulari: quelli che ci sono ora vanno benissimo, non serve aspettare tre, quattro settimane per il nuovo modello. La maggioranza della popolazione, oggi, ha gli anticorpi, ma una parte li perde più velocemente ed è proprio quella per cui è prevista la quarta dose”.

La cicala e la formica

Le preoccupazioni No Vax e i discorsi di libertà sono già presenti nelle risposte di Bassetti: “Nessuno è qui a imporre nulla, ma a raccomandare la vaccinazione ad alcune fasce della popolazione più a rischio. Oggi vaccinarsi è un’opportunità, un atto d’amore verso se stessi, gli altri e anche verso il sistema sanitario”. E, in un crescendo immaginifico di metafore, l’infettivologo più famoso d’Italia, spiega il motivo per cui è giusto fare prima possibile quello che, tecnicamente, si chiama “secondo booster”: “Oggi dovremmo fare le formiche, mentre gli italiani stanno facendo soprattutto le cicale, stando sul ramo dell’albero a suonare la chitarra, pensando che non arriverà l’inverno e che comunque non sarà un inverno rigido. Cicale tranquillizzate anche dall’andamento della pandemia in estate. Ma in realtà fare le formiche, in questo momento di calma, vuol dire fare le provviste per l’inverno, ovvero mettere da parte gli anticorpi in vista di un aumento di circolazione del virus, verosimilmente a metà-fine ottobre. Per farlo, c’è solo un modo: vaccinarsi. Insomma, fare la formica significa fare la dose di richiamo”.

Nessun obbligo vaccinale

Ribadisce, Bassetti: “Nessun obbligo, nessuna costrizione, ma spiegando che, meglio faremo questa fase, migliore sarà il prossimo autunno-inverno”. E anche i destinatari del messaggio sono circoscritti: “Over 60, anzi meglio ancora over 65, e soggetti più giovani a rischio, ultravulnerabili, con comorbidità. Le altre categorie per ora possono aspettare”.
Secondo Bassetti, il cui nome come tecnico è regolarmente nei totoministri per il ministero della Salute e anche per quello dell’Università in caso di vittoria del centrodestra (ma piace anche al Terzo Polo), l’esempio da seguire per tutti è quello de “la mia Liguria”: “Sono molto orgoglioso della sanità ligure: fuori di qui veniamo portati a esempio nazionale. Se tutte le Regioni si fossero comportate come noi, molti dei dati anche di mortalità sarebbero stati diversi. Siamo la prima Regione italiana per prescrizione dei tre farmaci antivirali, con un servizio quasi porta a porta del farmaco che arriva a casa rapidamente; siamo stati di gran lunga i primi a utilizzare i monoclonali; siamo stati i primi a cambiare atteggiamento nei confronti del Covid-19, cercando di dimettere il prima possibile i pazienti e passando la cura dall’ospedale al territorio. Senza dimenticare la risposta importante da parte della cittadinanza nei confronti della campagna vaccinale”.

I vaccini adattati alla variante Omicron

Concetti confermati da Toti e da Filippo Ansaldi, ordinario di igiene generale ed applicata all’università di Genova e direttore generale di Alisa, che è un po’ la cabina di regia della sanità ligure: “Sebbene mai come in questo momento abbiamo una bassa pressione in termini di malati in media intensità e in terapia intensiva nei nostri ospedali non dobbiamo dimenticare che l’anno scorso - pur in una situazione diversa per quadro epidemiologico, per circolazione di varianti e copertura vaccinale - abbiamo assistito in autunno a un notevole aumento della pressione ospedaliera che ha avuto il suo picco nel mese di gennaio. Questo perché dall’autunno la circolazione dei virus respiratori è destinata ad aumentare e, pertanto, anche quella del Covid. Oggi sono a disposizione anche i vaccini adattati alla variante Omicron che possono dare una risposta importante: il vaccino m-RNA (ceppo originale + ceppo BA.1, la cui somministrazione è iniziata la scorsa settimana, e il vaccino m-RNA.4/5 in arrivo nei prossimi giorni. È molto importante far comprendere che la dose di richiamo con i vaccini adattati determina una buona risposta immunitaria come secondo booster, superiore a quella che avremmo se facessimo la dose booster con i precedenti vaccini. Inoltre i modelli di pressione ospedaliera in base al tipo di vaccino che può essere effettuato ci confermano che è importante vaccinarsi il prima possibile con il miglior vaccino a disposizione.

Meglio non indugiare a immunizzarsi

Attendere novembre per disporre di un vaccino ancor meglio adattato alle varianti non garantirebbe un miglior risultato in termini di prevenzione in vista dell’autunno e dell’inverno”. Anche perché Bassetti ci mette pure una notazione storico-statistica, che ha particolare valore visto che anche lui che è, oltre che primario in corsia, professore universitario, abituato a confrontarsi con gli omologhi di tutto il mondo anche sui numeri: “Non ho mai trovato nella storia nessun vaccino che abbia dato i risultati che abbiamo avuto con i vaccini contro il Covid”.

 

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