Dad, il 96% degli studenti chatta o mangia. E la bimba che segue la lezione tra le caprette diventa simbolo di resilienza
Una ricerca rivela un aumento esponenziale del tempo passato con lo smartphone in mano. La foto di Fiammetta postata dal padre pastore commuove il web

Fiammetta è una bambina di 10 anni, figlia di un pastore che nelle alture della Val di Sole, in Trentino, alleva le sue capre. L'immagine della piccola, scattata dal genitore e postata sui social, è come un colpo al cuore: la bambina è china sul tavolo e con in mano una penna è intenta a scrivere su un foglio, davanti a sé tiene un pc acceso. Fiammetta, che frequenta la quarta elementare alle scuole di Mezzolombardo, sta seguendo la sua lezione scolastica a distanza. Niente di che, se non fosse che il banco è circondato dalle caprette di suo padre mentre sullo sfondo si stagliano gli alpeggi. La storia di questa bambina, così come raccontata dal quotidiano L'Adige nella sua versione online, ben esemplifica le difficoltà nelle quali versano le famiglie costrette a veri equilibrismi per gestire il proprio lavoro e, contemporaneamente, la scuola a distanza dei figli. La scelta di Massimiliano Melis - questo il nome del padre della bambina, originario di Armungia, un paesino della provincia di Cagliari noto per aver dato i natali a Emilio Lussu - è stata obbligata: la moglie lavora fuori casa e lui non ha potuto fare altro che portare la figlia con sé negli alpeggi dove alleva le sue capre. "Fiammetta è brava, abbiamo il computer portatile, e la connessione con il telefonino", dice il padre, aggiungendo con orgoglio che la figlia è "brava, a scuola e anche con gli animali". L'immagine è toccante e dà bene l'idea della "resilienza" alla quale la pandemia ha costretto centinaia di migliaia di famiglie italiane.
La ricerca sulla Dad: il 96% sta in chat, il 39% cucina
La Dad sembra diventata ormai la regola, per uno Stato incapace di trovare soluzioni alternative per permettere agli scolari e agli studenti e studentesse di frequentare la scuola in presenza: l'Italia resta una delle ultime hnazioni in Europa per numero di giorni di scuola in presenza. Tutto bene quindi? Stando a una ricerca in un anno di pandemia i risultati per gli studenti ma anche per molti professori non sono esaltanti.
Il 40 per cento degli studenti ha infatti percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Ma è interessante vedere che cosa avviene durante la didattica a distanza: il 96% durante la Dad ha chattato con i compagni, l'89 per cento ha navigato sui social media, l'88 ha mangiato e il 39% ha addirittura cucinato. E' quello che emerge da una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, alla quale ha collaborato anche Ipsos, che ha intervistato oltre 3.500 studenti e studentesse delle scuole superiori e circa 3000 insegnanti della scuola primaria e secondaria.
Dad bocciata
Che cosa non va allora nella Dad? In primis la distanza relazionale sia tra compagni di classe che tra studenti e professori: il 25 per cento ha dichiarato di aver avuto un peggioramento nel rapporto e nel dialogo con l'insegnante, mentre il 70 per cento dice di aver avuto un supporto rilevante da parte dei familiari che però hanno dovuto affrontare la carenza di competenze tecnologiche.
L'uso degli strumenti digitali già sperimentato e approfondito a scuola prima dell'arrivo della Dad ha facilitato il compito degli studenti, che hanno potuto accedere con più destrezza alla didattica a distanza (così il 79%), ma non ha invogliato a studiare per il 23% e per il 35 non ha consentito di apprendere in modo efficace. Molti studenti dichiarano però di aver sperimentato in autonomia e in modo creativo gli strumenti tecnologici e di averli usati nelle interazioni fra loro e durante le lezioni e anche per attività extrascolastiche quali ricerche e gruppi di studio.
Studenti di più sui social e genitori poco interventisti
Ecco quindi che si incrementa l'uso dei social in una perentuale pari al 73% del tempo. Tra i social visitati il primo è WhatsApp, utilizzato dal 99% degli intervistati, seguito da Instagram (94%), YouTube (86%). L'ultimo di questa classifica è TikTok, utilizzato dal 66% degli intervistati. E l'intervento dei genitori per limitare le ore trascorse sullo smartphone è avvenuto solo nel 17 per cento dei casi, mentre il 14% lo ha fatto per limitare l'intervento sui social e il 13% sui videogiochi. Interessante infine è che il 75% degli intervistati dichiara di capire l'utilità degli strumenti digitali e il 50% ha promosso con un "sufficiente" e "buono" il livello di digitalizzazione degli insegnanti, e questo è un dato davvero importante.