L'Asl le nega il suicidio assistito, donna tetraplegica la diffida: "Non voglio dover andare in Svizzera"
La donna parla in un video diffuso dall'associazione Luca Coscioni e inviato alla Camera dei deputati
Un altro caso una persona affetta da grave malattia a cui viene negata la possibilità di accere alla dolce morte. E' il caso di Martina Oppelli, di 49 anni, dall'età di 28 affetta da sclerosi multipla, a causa di questa malattia incapace di essere autosufficiente e costretta a una vita di totale dipendenza dagli altri.
"Vorrei morire col sorriso sul viso, nel Paese dove ho scelto di vivere, e dove ho pagato le tasse", dice in un video-appello, inviato alla Camera dei deputati dall'Associazione Luca Coscioni. Oppelli nel video fa sapere, nonostante le porte sbarrate dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (Asugi), di non volersi arrendere. E così rende noto di aver diffidato l'Asl dopo il diniego ad accedere al "suicidio medicalmente assistito", come annunciato dall'Ass. Luca Coscioni.
La donna ha detto che il suo non è un suicidio ma eutanasia e presto potrebbe "essere costretta" ad andare in Svizzera per accedere alla morte volontaria assistita. "Dipendo totalmente da altri. Come mangio? Come bevo?", chiede nel video.