AstraZeneca, la morte di Camilla: ecco cosa dicevano le circolari sul vaccino
Detti e contraddetti delle autorità sanitarie italiane hanno creato sconcerto, dubbi e allarme sociale in chi si doveva vaccinare con il siero anglo-svedese

Quando muore una ragazza come Camilla, diciott’anni, un sorriso contagioso, la volontà di “vaccinarmi per me e per gli altri”, la voglia di ricominciare a giocare al suo amatissimo volley, la voglia di fare volontariato, la voglia di partire con gli amici in vacanza dopo la maturità, credo che ci sia tempo e spazio solo per le lacrime e non per le polemiche. Grazie al suo cuore e a quello della sua famiglia, che non ha detto una parola polemica, vivono cinque ragazzi. Soprattutto, credo che – se ci sono stati errori – debba essere la magistratura a giudicare, peraltro con l’equilibrio garantito da due magistrati come il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi e il suo vice Francesco Pinto, che stanno seguendo il fascicolo con i loro collaboratori. Ma un esercizio possiamo farlo. E cioè vedere detti e contraddetti delle autorità sanitarie italiane, messe nero su bianco, circolari, decisioni contrastanti che – a volte complici decisioni europee – hanno creato sconcerto, dubbi e allarme sociale in chi si doveva vaccinare con AstraZeneca.
Detti e contraddetti delle autorità sanitarie
A partire da quanto l’allora commissario Arcuri, beniamino di alcuni che oggi attaccano il generale Figliuolo, disse il 5 febbraio 2021, sulla base delle conoscenze di allora: “ Il vaccino di AstraZeneca è stato approvato con l’indicazione di somministrarlo a chi ha tra 18 e 55 anni, perciò abbiamo condiviso con le Regioni un percorso parallelo nella campagna di vaccinazione, continuando intanto a dare il vaccino di Pfizer e Moderna a chi è più a rischio per abbassare la letalità. Con i vaccini AstraZeneca avviamo un percorso parallelo orientato a frenare la diffusione del contagio a opera degli under-55: vanno somministrati a insegnanti, forze dell’ordine, forze armate, lavoratori dei servizi essenziali, ospiti e lavoratori delle carceri e ospiti e lavoratori delle comunità. In questo caso l’obiettivo è abbassare la moltiplicazione dei contagi, mentre con i vaccini Pfizer e Moderna si punta a contrastare la letalità che purtroppo ha superato i 90mila decessi».Per arrivare al verbale del Comitato Tecnico Scientifico di venerdì 11 giugno che ha stoppato la somministrazione non solo dei vaccini AstraZeneca, ma anche dei vaccini Johnson&Johnson – cioè tutti quelli a vettore virale - a chi ha meno di 60 anni. Tutte le altre persone under 60 che hanno in programma la somministrazione del vaccino, manterranno l’appuntamento, ma saranno vaccinate con vaccini Pfizer o Moderna, anche se hanno fatto la prima dose con AstraZeneca.A fare la cronistoria di tutto questo è Filippo Ansaldi, sub commissario Alisa, l’agenzia regionale sanitaria della Regione Liguria, uno degli uomini di punta dello staff di Giovanni Toti: “Riguardo alle raccomandazioni del vaccino AstraZeneca, sono cambiate frequentemente: nell’ultima circolare del 4 giugno questo prodotto è stato raccomandato ai soggetti con età superiore ai 18 anni”.
La cronistoria tecnico-sanitaria-giurica
E proprio con i documenti di Alisa, che ha recepito istantaneamente tutte le decisioni arrivate da Roma, facciamo la cronistoria tecnico-sanitaria-giurica di questa storia. Fredda e senza commenti, ma illuminante. La prima circolare è del 24 dicembre 2020, poi tocca al decreto legge del 5 gennaio 2021, dal titolo: “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19”, poi c’è un’altra circolare del 14 gennaio 2021, ma la prima vera e lunga apparizione specifica di AstraZeneca negli atti con tutti gli stelloni repubblicani al posto giusto è del 9 febbraio 2021, quando una circolare del ministero della Salute recita: «è indicato per l’immunizzazione attiva a partire dai 18 anni di età … fino a 55 anni in assenza di patologie che aumentino il rischio …», mentre la circolare del 22 febbraio aggiunge che AstraZeneca è «…offerto fino a 65 anni, compresi … i vulnerabili». Dopo una circolare del 3 marzo sulle vaccinazioni su chi è stato già malato di Covid, il passaggio successivo è molto più articolato, con la circolare del ministero della Salute che, quando parla di “Utilizzo del vaccino Covid-19 Vaccine AstraZeneca nei soggetti di età superiore ai 65 anni” recita: «… il Consiglio Superiore di Sanità ha espresso parere favorevole a che il vaccino AstraZeneca possa essere somministrato anche ai soggetti di età superiore ai 65 anni. Tale indicazione non è da intendersi applicabile ai soggetti identificati come estremamente vulnerabili in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di COVID-19».
Il comunicato dell'Aifa
Poi, il 15 marzo – dopo lo stop per qualche giorno in tutta Europa - è toccato al comunicato numero 637 dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del farmaco, che recitava: “AIFA: sospensione precauzionale del vaccino Astrazeneca”: “L’Aifa ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paesi europei. Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso. L’AIFA, in coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione. AIFA renderà nota successivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, inclusi le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose”.
La circolare del ministero della Salute
E quindi il 19 marzo, quattro giorni dopo, appena le autorità di farmacovigilanza europee ed italiane hanno riaperto al vaccino contestato, è arrivata una nuova circolare del Ministero della Salute: “Trasmissione nota AIFA sul parere di sospensione e revoca del divieto d’uso del vaccino Covid-19 AstraZeneca”: «le vaccinazioni con il vaccino COVID-19 AstraZeneca possono essere riprese con l’esclusione dei lotti al momento posti sotto sequestro». Il 25 e il 28 marzo è toccato all’aggiornamento dei moduli di consenso informato, mentre il 7 aprile è arrivato l’alert sull’uso di AstraZeneca, sia pur ribattezzato, per i giovani e sul rischio di trombi: “Vaccino Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca). Aggiornamento raccomandazioni «Facendo seguito alla nota circolare prot. N° 8811-08/03/2021-DGPRE e alla nota circolare prot. N° 11156- 19/03/2021-DGPRE, visto il parere della CTS di AIFA (allegato1) acquisito con prot. N° 14357-07/04/2021-DGPRE, sentito il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ribadendo che il vaccino Vaxzevria è approvato a partire dai 18 anni di età, sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni».
Il consenso informato
Sette giorni dopo altro passaggio sul consenso, il 14 aprile, e il 5 maggio nuova circolare del Ministero della Sanità, Direzione Generale per la Prevenzione Sanitaria: “Trasmissione parere del CTS in merito alla estensione dell’intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRNA e alla seconda dose del vaccino Vaxzevria”: «Il CTS ritiene che, sulla scorta delle informazioni a oggi disponibili sull’insorgenza di trombosi in sedi inusuali (trombosi dei seni venosi cerebrali, trombosi splancniche, trombosi arteriose) associate a piastrinopenia, riportate essersi verificate solamente dopo la prima dose del vaccino di AstraZeneca, i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino senza sviluppare questa tipologia di eventi, non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino».
Fino alla circolare del ministero del 4 giugno sull’”Estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) per la fascia di età tra i 12 e i 15 anni”, che ha aperto il vaccino freeze ai ragazzi più giovani. Con un passaggio: «Il vaccino Vaxzevria (precedentemente noto come Vaccino COVID-19 AstraZeneca) è un vaccino utilizzato per la prevenzione di COVID-19, malattia causata dal virus SARS-CoV-2. Vaxzevria viene somministrato agli adulti di età pari o superiore a 18 anni.» Non aggiungo altro. Hanno detto (e scritto) tutto loro.