Assessore ucciso dal vicino per un sacco di pellet, la fredda confessione: “L’ho colpito alla gola, non è riuscito a urlare"
E all’origine del diverbio vi sarebbe la gestione dello spazio comune nel piccolo cortile del caseggiato: "Il suo sacco di pellet era appoggiato alla porta del garage sbagliato"
Vi sarebbe un motivo futile e assurdo all’origine del diverbio con epilogo drammatico tra Luciano Biffi e Pierluigi Beghetto. Il primo, ora in stato di fermo, avrebbe ucciso il suo vicino di casa per un sacchetto di pellet appoggiato sulla porta del box sbagliato. A confessarlo è stato lo stesso Biffi, musicista di strada 60enne, nell’interrogatorio fiume davanti al Pm. Prima una sassata alla testa, poi diversi colpi di roncola, infine il fendente alla gola: "Non è riuscito a urlare", ha raccontato con freddezza il killer.
Molti dissaporti tra i due vicini di casa
Stando alla stampa locale, tra i due non correva buon sangue. I problemi erano banali e di natura condominiale. In passato le discussioni avevano riguardato perlopiù una perdita idrica e dei tubi ammalorati che Biffi, da poco tempo tornato a vivere stabilmente a Esino Lario (Lecco), non voleva sostituire, ma che avrebbero causato infiltrazioni d'acqua nell'appartamento sottostante di Beghetto, residente con la famiglia a Usmate Velate (Monza e Brianza).
Stavolta però la lite si è spinta ben oltre le parole
Biffi, spiega ora l’avvocato d’ufficio assegnatogli, ha spiegato al Pm anche il perché nessuno si sia accorto di nulla: "Il mio assistito mi è parso lucido, ma molto provato per quanto successo – ha detto il legale -. Già subito dopo il delitto aveva reso dichiarazioni spontanee. Ovviamente è devastato per quello che ha commesso". Attesa per l'autopsia sul corpo dell'assessore e sull'udienza di convalida dell'arresto per Biffi.