Assalto armato alla Mondialpol di Sassari, bottino record di 12 milioni
Il procuratore generale di Cagliari: "E' chiaro che 12 milioni di euro devono essere riciclati e, come diceva Giovanni Falcone, 'segui i soldi e trovi gli autori del reato'"
È 12 milioni di euro il bottino dell'assalto armato del 28 giugno alla Mondialpol Vedetta 2 di Sassari. Il conteggio esatto delle banconote portate via dal commando composto da una ventina di persone è stato ultimato, al termine di tutte le verifiche e tracciamenti effettuati dai responsabili dell'istituto di vigilanza e dagli investigatori. Si tratta di una cifra record per gli assalti a caveau o furgoni portavolari in Sardegna. Le indagini, coordinate dalla Dda di Cagliari in collaborazione con la Procura di Sassari e la Procura generale di Cagliari, sono condotte dalla Squadra mobile di Sassari in tutta la regione.
Azione coordinata tra più bande armate
"Noi riteniamo che ci sia una o più bande armate che sono tra loro collegate, il fenomeno è molto grave, che vede bande che agiscono con strumenti micidiali, usano armi militari e riteniamo che dobbiamo alzare il livello delle investigazioni, per cui dobbiamo mettere in campo le migliori forze investigative". Lo ha sottolineato il procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio al termine del vertice regionale di pubblica sicurezza con i fari puntati sull'assalto alla Mondialpol di Sassari. Una sinergia tra carabinieri, polizia di Stato e anche della Guardia di finanza, perché, precisa il procuratore, "è chiaro che 12 milioni di euro devono essere riciclati e, come diceva Giovanni Falcone, 'segui i soldi e trovi gli autori del reato'. Per quanto ci riguarda sinergia, coordinamento, è la parola d'ordine per sconfiggere questo gravissimo fenomeno".
"Le indagini e i processi penali sono l'altra faccia della sicurezza - ha evidenziato il procuratore di Cagliari - sia perché dal procedimento penale arrivano elementi che possono aiutare a indirizzare la sicurezza, sia perché l'indagine fa prevenzione. Il fenomeno delle rapine ai portavalori, agli istituti di vigilanza, non è un fenomeno nuovo purtroppo. Si è verificato anche in passato, ci sono state indagini, le responsabilità sono state accertate, i criminali sono stati identificati e condannati e da quei procedimenti penali è venuta la prevenzione".
"Lo sforzo della Procura della Repubblica di Sassari è massimo per l'individuazione dei responsabili - aggiunga Paolo Francesco Piras, procuratore generale di Sassari - uno sforzo che riguarda sia l'uso delle risorse di indagini che abbiamo a disposizione e uno sforzo che riguarda anche il coordinamento sia con la procura distrettuale che con le altre procure circondariali".