Rai, i veleni di Viale Mazzini dietro l'indagine sui viaggi della Maggioni?
La Presidente Rai parla di "un'operazione in corso da tempo , su episodi già chiariti". E Michele Anzaldi, fustigatore degli sperperi della tv pubblica, la sostiene: "Si guardi dove sono i veri sprechi"

"Peculato" e "abuso d'ufficio": con queste ipotesi la Guardia di Finanza si è presentata mercoledì nella sede di Viale Mazzini per acquisire documenti relativi a viaggi pagati dall'azienda e appalti "senza gara", riconducibili a Monica Maggioni nel periodo in cui la Presidente Rai era direttrice di Rainews24. Le indagini sono state avviate dalla Procura di Roma in seguito alla denuncia presentata dal presidente dell'associazione 'Rai bene comune' Riccardo Laganà. Nell'esposto si contestano alla Maggioni presunti illeciti che sarebbero stati compiuti dal 2013 al 2015. Il riferimento sarebbe sia ai viaggi effettuati dall'attuale presidente del Cda della Rai per presentare il suo libro sia ad affidamenti senza gara d'appalto di servizi per le piattaforme dei nuovi media da parte di Rainews. "L'accertamento della Guardia di Finanza è un atto dovuto rispetto, a quanto risulta, a una denuncia contro ignoti che riguarda episodi fin qui strumentalizzati e sui quali nessuno ha mai celato nulla", hanno spiegato a caldo i vertici di viale Mazzini. "La Rai sta dando, come sempre, massima collaborazione alle autorità e sta fornendo tutta la documentazione richiesta. Si tratta - in sostanza - di una prevedibile conclusione di una vicenda che è già stata esaminata dall'Anac che ha avuto in passato dalla Rai tutti gli incartamenti necessari per una completa valutazione".
Lo sfogo della Maggioni, raccolto da Repubblica, rivela tutta l'amarezza per un'iniziativa che "muove da accuse pretestuose" ma da cui l'ex Direttrice della Testata giornalistica Rai non sembra per nulla intimorita: "Sono poche centinaia di euro per treni e taxi, per un lavoro che rivendico come fatto in nome dell'azienda", dice esibendo l'elenco completo delle trasferte "attenzionate". Il lavoro a cui si riferisce è la sponsorizzazione del libro "Terrore Mediatico" , incentrato sulle tecniche di diffusione mediatica utilizzate dall'Isis nella fase più virulenta della sua espansione: tutto è da un editoriale in cui la direttrice di Rainews24 annunciava che la testata non avrebbe più mandato in onda i video di propaganda dei terroristi. "Un'iniziativa che era diventata un tema di interesse e di impegno per tutta l'azienda. E invece da giugno stiamo leggendo titoli sulle note spese della Maggioni. Come se dietro ci fosse chissà che".
Veleni in Rai? Il sospetto di "un'operazione" per colpire la Maggioni
"E' chiaro che c'è un'operazione che va avanti da tempo, peraltro su episodi già ampiamente chiariti". Di più non dice, ma il riferimento è ai presunti "veleni" fra i corridoi dell'azienda televisiva pubblica che punterebbero a destabilizzare la poltrona della combattiva Presidente. Determinata più che mai a dare battaglia e a far valere le sue ragioni, anche davanti alla Procura.
Dal canto suo l'estensore dell'esposto, Laganà, spiega come sarebbe nata l'iniziativa della sua associazione "Rai Bene Comune", che si sarebbe attivata all'indomani di alcune "interrogazioni parlamentari dei componenti della commissione di Vigilanza Rai e del corso anticorruzione fatto fare dalla stessa Rai a tutti i dipendenti per istruirli e sensibilizzarli al tema, stimolandoli a osservare con attenzione e segnalare elementi ipotetici di corruzione". Laganà ha poi assicurando che l'associazione è "distante dalle dinamiche politiche" e interessata solo alla "corretta e trasparente gestione aziendale a tutela del cittadino che paga il canone, senza alcun accanimento contro Maggioni".
In difesa della presidente Rai si schiera oggi Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza e già implacabile fustigatore degli sprechi della tv di Stato, che su Affari Italiani dichiara: “E’ giusto che gli inquirenti facciano il loro lavoro e che venga fatta chiarezza, ma ho trovato questa vicenda e lo spazio che le viene dato sorprendente: la Rai è il regno dello spreco, dei sei microfoni al seguito dei presidenti in visita all’estero, degli appalti dati alle società costruite ad hoc dai conduttori, dello strapotere degli agenti esterni, delle assunzioni di manager e collaboratori esterni quando ce ne sono a decine di interni pagati e costretti a non fare nulla. Di fronte a tutto questo, si parla invece di qualche biglietto di treno dell’allora direttrice di Rainews per promuovere un libro?”. Ancora: "L’Anac di Cantone e la Corte dei Conti hanno aperto verifiche e indagini sull’appalto milionario concesso alla società di produzione creata postuma da Fabio Fazio, dopo che quel contratto era stato deciso dal Cda, senza che la società fosse nemmeno iscritta all’albo fornitori. Su questo non ho letto le stesse paginate di oggi sui biglietti di treno della Maggioni. Come anche sulle 200 nuove assunzioni, sui tanti dirigenti esterni assunti con contratti a tempo indeterminato. Ci sono sprechi milionari e sacche di privilegio ingiustificate che meriterebbero quantomeno la stessa attenzione".