Senza soldi e benzina. Fermo in corsia emergenza a luci spente, così è stato arrestato Filippo
A fermare la sua corsa nella Sassonia Anhalt, nel cuore dell'ex Germania comunista, dove era arrivato attraversando strade secondarie del nordest e poi l'Austria, è stata la benzina

La spia della benzina della sua Punto nera accesa da troppo tempo. La stanghetta ormai incollata a sinistra che non oscilla più. Le tre corsie a tratti ristrette dalle strisce gialle dei lavori in corso. E poi quei grandi cartelli azzurri con nomi lunghissimi e uno marrone, turistico, che segnala la "torre" per la produzione del sale di Bad Duerrenberg. Le immagini sono passate davanti agli occhi di Filippo Turetta, prima che l'utilitaria con la quale era in fuga da una settimana si fermasse su una corsia di emergenza dell'autostrada A9, una trentina di chilometri a est di Lipsia.
A fermare la sua corsa nella Sassonia Anhalt, nel cuore dell'ex Germania comunista, dove era arrivato attraversando strade secondarie del nordest e poi l'Austria, è stata la benzina. E la mancanza di soldi per fare rifornimento. Era arrivato a usare anche banconote macchiate di sangue pur di fare rifornimento a un distributore automatico: ma erano evidentemente finite anche quelle. E, evidentemente, è stata anche la stanchezza a bloccargli le gambe, magari per tentare di proseguire la fuga a piedi saltellando negli ordinati campi intrisi di pioggia della zona: agli agenti della polizia stradale tedesca che hanno operato il fermo, il giovane è apparso stanco e rassegnato. Come se fosse desideroso di consegnarsi ponendo fine alla sua disperata fuga.
Ad insospettire la pattuglia in servizio sull'autostrada è stato il fatto che la Punto nera era stata segnalata da un automobilista ferma in corsia d'emergenza poco dopo le 22 di sabato, ma senza le luci d'emergenza lampeggianti che sono obbligatorie. E' scattato così il controllo della targa e si è scoperto che l'auto era segnalata nel circuito internazionale della polizia. E proprio perché c'era un warning, gli agenti si sono mossi con cautela nell'avvicinarsi alla vettura. Ma Turetta non ha opposto alcuna resistenza. L'identificazione del giovane a bordo ha portato così la certezza che si trattava proprio dell'omicida della 22enne Giulia Cecchettin.
La posizione della vettura ha però lasciato perplessi i poliziotti tedeschi: la Punto stava percorrendo l'autostrada in direzione sud, dunque verso Monaco, e non verso nord, quindi in direzione di Berlino, come invece sarebbe stato più logico dato che Turetta fuggiva dall'Italia. Per questo la polizia tedesca sta effettuando una serie di accertamenti, avvalendosi anche dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza, per accertare se il passaggio della Punto sia stato sia stato ripreso nel nord della Germania. Se, insomma, il giovane avesse raggiunto una meta in particolare prima di rimettersi in viaggio.
Dopo il fermo Turetta è stato portato per ulteriori accertamenti nella vicina Weisseenfels, secondo indiscrezioni.
Poi, come reso noto da una portavoce, alla Direzione di polizia di Halle, una trentina di chilometri più a nord, dove è rimasto in stato di fermo fin verso le 17 che non ha potuto far altro che confermare l'arresto. Già dalle prossime ore, o almeno "nei primi giorni della settimana", il suo caso passerà al "Tribunale regionale superiore" (Oberlandesgericht) di Naumburg, una sorta di Corte d'appello chiamata a decidere sull'estradizione. Ma questa notte Filippo la trascorrerà nel carcere di Halle. E sarà soltanto la prima di molte che verranno.