Maxi operazione antimafia in Sardegna: in manette l'ex assessora Murgia e il noto primario
In carcere oltre la politica anche Tomaso Gerolamo Cocco. Sono in tutto 31 le persone raggiunte da un ordine di custodia cautelare nell'ambito di un'operazione condotta all'alba dai Ros. Di questi 18 ai domiciliari, gli altri in carcere. La donna è stata per 4 anni nella giunta Solinas

Sono in tutto 31 gli arrestati con accuse pesantissime in Sardegna: associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione. Tra i nomi delle persone raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare, emesse nell'ambito dell'operazione "Monte Nuovo", ce n'è uno eccellente: è Gabriella Murgia, l'ex assessora all'Agricoltura della Regione, raggiunta dal provvedimento all'alba durante l'operazione del Ros. Tra gli altri nomi, stando a quanto si apprende, c’è anche quello di un noto primario, Tomaso Gerolamo Cocco, responsabile della terapia del dolore all'ospedale Binaghi di Cagliari.
Sia lui che l'ex assessora sono finiti in carcere insieme ad altre 11 persone, mentre altri 18 sono ai domiciliari. I due devono rispondere, tra gli altri reati, di associazione per delinquere di stampo mafioso e associazione segreta: secondo gli investigatori erano il punto di unione tra le associazioni criminali e le istituzioni. Tra gli arrestati anche il nipote di Graziano Mesina, Tonino Crissantu.
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Chi è Gabriella Murgia
Gabriella Murgia, 56 anni di Oristano, per quasi 4 anni è stata componente della giunta di Christian Solinas, poi sostituita in fase di rimpasto. La nomina avvenne in modo sorprendente, visto che Murgia non aveva competenze specifiche nel settore. Già dipendente dell’Agenzia regionale per il lavoro e Presidente della commissione Pari Opportunità, l’ex assessora era stata candidata nella coalizione di centrosinistra nel collegio di Oristano.
L’indagine è stata avviata nel gennaio 2020 come prosecuzione dell’inchiesta “Dama”, che aveva portato allo smantellamento di una organizzazione dedita al narcotraffico, e ha permesso di acquisire elementi sull’operatività di un presunto gruppo dedito alla commissione di reati di varia natura, attivo in Sardegna, che si ritiene costituito da alcuni personaggi locali di spicco (noti per pregresse condanne per sequestro di persona a scopo di estorsione), oltre ad alcuni esponenti del mondo delle professioni e delle istituzioni.
La banda si finanziava grazie al traffico di droga. Importazione di cocaina dalla Penisola e esportazione di marijuana coltivata in Sardegna verso Piemonte e Lombardia. Un intreccio tra criminalità e istituzioni per ottenere favori, crescita professionale, potere di intimidazione anche sugli enti locali e le istituzioni, insomma. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti tutti gli incontri tra medico, ex assessora ed esponenti di spicco dei gruppi criminali.
I fermati facevano "gli spuntini" in ospedale
Facevano gli "spuntini", anche all'interno dell'ospedale Binaghi di Cagliari (che divenne struttura Covid durante la pandemia ndr), che era diventato uno dei luoghi di incontro tra i presunti criminali, tra cui il medico e l'ex assessora regionale. "Abbiamo accertato diversi incontri - ha detto il tenente colonnello Giorgio Mazzoli, comandate del Ros di Cagliari, nel corso della conferenza stampa - a cui hanno preso parte anche loro più volte". E gli incontri con cibo e bevande avvenivano anche durante l'emergenza Coronvirus.
Secondo gli investigatori con questa indagine si è coperta una "saldatura" tra due mondi considerati inconciliabili: quello della criminalità legato al traffico di droga o a quello che era l'Anonima sequestri, con alcuni membri delle istituzioni. "Questa operazione dimostra un cambiamento del paradigma in cui si vedeva che la Sardegna aveva solo associazioni e bande modulari legate alle attività storiche come gli assalti ai portavalori e i sequestri - è stato spiegato in conferenza - adesso c'è un'associazione segreta di cui fanno parte questi membri delle istituzioni che avevano capacità di intervenire nelle decisioni degli enti locali".
Tre associazioni criminali smantellate: i nomi
Sono tre le presunte associazioni criminali smantellate oggi. Dei 31 arrestati, in otto devono rispondere di associazione per delinquere di stampo mafioso, in sei di associazione segreta e altri 14 di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga.
Per alcuni degli indagati ci sono più contestazioni come per l'ex assessora regionale dell'Agricoltura, Gabriella Murgia, e il primario di Cagliari, Tomaso Girolamo Cocco, entrambi finiti in carcere insieme con Alessandro Arca, Nicolò Cossu, Tonio Crissantu (nipote di Graziano Mesina), Vincenzo Deidda, Mario Antonio Floris, Battista Mele, Giovanni Mercurio, Giuseppe Antonio Mesina, Desiderio Mulas, Paolo Murgia e Alessandro Rocca. Ai domiciliari sono finiti, invece, Vito Maurizio Cossu, Andrea Daga, Alice Deidda, Alessia Deidda, Antonio Fadda, Giuseppe Paolo Frongia, Anna Gioi, Raffaele Gioi, Salvatore Gioi, Marco Lai, Tomas Littarru, Antonio Marteddu, Riccardo Mercuriu, Serafino Monni, Marco Muntoni, Antonio Michele Pinna, Paolo Sale, Marco Zanardi.
"Favorivano la latitanza di Mesina"
Varie le modalità: interferendo nei procedimenti decisori dell’amministrazione regionale in particolare nei settori dell’agricoltura e della sanità; intervenendo reiteratamente presso diverse amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento a quelle regionali, al fine di assicurarsi incarichi pubblici, favori o altri interessi ad associati, parenti di questi ultimi o persone gradite al gruppo. E, ancora, favorendo la latitanza di Mesina, poi arrestato dal ROS il 18 dicembre 2021, con il quale il gruppo aveva rapporti diretti e/o indiretti; procurando voti in occasione di consultazioni elettorali, e infine nel traffico di stupefacenti (in particolare marijuana) da commercializzare sul territorio nazionale.