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Francesco: riprendere i negoziati di pace per l’Ucraina. Il Vangelo vale anche nel tempo di vacanze

All’Angelus il papa lancia un appello anche per la pace sociale nello Sri Lanka e chiede preghiere per suo viaggio penitenziale in Canada da domenica prossima.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Francesco: riprendere i negoziati di pace per l’Ucraina. Il Vangelo vale anche nel tempo di vacanze
Papa Francesco (Ansa)

Con pazienza e determinazione certosina papa Francesco torna a chiedere una svolta nel conflitto sociale in Sri Lanka e – sempre vicino alla popolazione ucraina – sollecita a riprendere negoziati di pace. Ma l’Angelus odierno è stata occasione per il papa di lanciare un invito a pregare per la riuscita del suo delicato viaggio in Canada da domenica prossima. Un viaggio che farà storia non soltanto per il Canada ma per segnare una rottura con prassi di evangelizzazione del passato non sempre rispettose delle culture indigene. “Esprimo nuovamente la mia vicinanza al popolo dello Sri Lanka - ha detto Francesco nel primo appello dopo l’Angelus -. Cari fratelli e sorelle, mi unisco a voi nella preghiera ed esorto tutte le parti a cercare una soluzione pacifica alla presente crisi, a favore, in particolare, dei più poveri, rispettando i diritti di tutti. Mi associo ai capi religiosi nell’implorare tutti di astenersi da ogni forma di violenza e di avviare un processo di dialogo per il bene comune”.

Stop alla guerra in Ucraina

Subito dopo il papa è tornato sull’urgenza di porre fine alla guerra in Ucraina. “E sono sempre vicino anche alla martoriata popolazione ucraina, colpita ogni giorno da una pioggia di missili. Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo? Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra”. In questo breve ma incisivo appello Francesco mette in evidenza che nel conflitto la verità diventa una delle prime vittime rendendo difficile la conoscenza degli eventi, liberi dalla propaganda e dalle fake news.

La visita in Canada di Francesco

Una buona notizia invece è stata la conferma della visita in Canada domenica prossima. Si temeva, infatti, dopo la forzata rinuncia al viaggio in Congo e nel Sud Sudan che potesse ripetere per il Canada. La visita durerà a lungo e sarà anche dolorosa per dover ricordare comportamenti sbagliati anche della Chiesa verso le popolazioni indigene. Si tratta di un viaggio al quale il papa tiene molto benché gli costerà parecchio sacrificio considerando le sue condizioni di salute non ottimali a causa del ginocchio e per il quale si è sottoposto al lungo periodo di cura.

Un abbraccio alla popolazioni indigene

 “Domenica prossima, a Dio piacendo – ha detto il papa quasi come un auspicio benaugurante - partirò per il Canada; per questo desidero ora rivolgermi a tutti gli abitanti di quel Paese. Cari fratelli e sorelle del Canada, come sapete, verrò tra voi soprattutto nel nome di Gesù per incontrare e abbracciare le popolazioni indigene. Purtroppo, in Canada, molti cristiani, compresi alcuni membri di istituti religiosi, hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale che, in passato, hanno gravemente danneggiato, in diversi modi, le comunità native. Per questo, recentemente ho ricevuto in Vaticano alcuni gruppi, rappresentanti dei popoli indigeni, ai quali ho manifestato il mio dolore e la mia solidarietà per il male che hanno subito. E ora mi accingo a compiere un pellegrinaggio penitenziale, che spero, con la grazia di Dio, possa contribuire al cammino di guarigione e riconciliazione intrapreso già. Vi ringrazio fin da ora per tutto il lavoro di preparazione e per l’accoglienza che mi riserverete. Grazie a tutti! E vi chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera”.

Un pensiero alle vacanze

La preghiera dell’Angelus è stata anche occasione – ispirata al Vangelo della domenica sul noto episodio di Marta e Maria con Gesù ospite nella loro casa di Betania - per un pensiero del papa alle vacanze in corso per notevole numero di popolazione. E nel richiamo al “vivace quadretto domestico con Marta e Maria”, Francesco ha inserito la sua riflessione sulle vacanze durante le quali non è bene interrompere il rapporto con Dio e la sua parola. “Approfittiamo di questo tempo di vacanze, per fermarci e metterci in ascolto di Gesù. Oggi si fa sempre più fatica a trovare momenti liberi per meditare. Per tante persone i ritmi di lavoro sono frenetici, logoranti. Il periodo estivo può essere prezioso anche per aprire il Vangelo e leggerlo lentamente, senza fretta, un passo ogni giorno, un piccolo passo del Vangelo. E questo fa entrare in questa dinamica di Gesù... La parola di Gesù non è astratta, è un insegnamento che tocca e plasma la vita, la cambia, la libera dalle opacità del male, appaga e infonde una gioia che non passa: la parola di Gesù è la parte migliore, quella che aveva scelto Maria. Per questo lei le dà il primo posto: si ferma e ascolta. Il resto verrà dopo. Questo non toglie nulla al valore dell’impegno pratico, però esso non deve precedere, ma sgorgare dall’ascolto della parola di Gesù, dev’essere animato dal suo Spirito. Altrimenti si riduce a un affannarsi e agitarsi per molte cose, si riduce a un attivismo sterile”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
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