L'appello di Mantovano e Locatelli: "La Sanità in Italia non diventi privilegio per ricchi. Evidenti segnali di crisi"
"Chiediamo più risorse, controllo sulla qualità clinica ed efficienza", dicono gli specialisti che chiedono di incentivare i settori più carenti. "Assumere più medici e infermieri". La lettera appello
"Voglio continuare a vivere in un paese in cui una persona, se si ammala, debba preoccuparsi solo di guarire. Non di quanto costa la sua cura, o di cosa fare quando scade l'assicurazione". Parole importanti quelle pronunciate da Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico di Humanitas, in un'intervista a Repubblica dove parla della scelta di sottoscrivere la lettera appello degli scienziati (tra cui il Nobel Parisi) per salvare il Servizio sanitario nazionale. Una scelta dettata come riferisce anche dai dati dell'ultimo rapporto del Censis e dell'Aiop (l'Associazione degli ospedali privati) "secondo cui l'Italia sta andando verso una salute per censo, in cui solo i ricchi riescono a curarsi nel migliore dei modi".
Poi c'è il tema della carenza di medici in determinati settori usuranti. "Oggi gli studenti di medicina sono molto meglio preparati di quando io ero studente. Forse però non riusciamo a trasmettere bene la componente vocazionale di questo mestiere - prosegue -. Ai miei tempi c'era la coda per entrare a chirurgia, oggi la coda si è trasferita a chirurgia estetica. Vivo con angoscia questa mancanza di attrattività da parte di alcuni settori che pure sono il cuore della nostra professione. Penso alla medicina d'urgenza, ma uguale importanza hanno tutte le professioni sanitarie e infermieristiche".
Allo Stato "chiediamo più risorse, controllo sulla qualità clinica ed efficienza. Se getti più risorse in un sistema che spreca, infatti, non farai grandi passi avanti. C'è bisogno di meno burocrazia - conclude -. E serve un uso più appropriato di esami e farmaci, a partire dagli antibiotici. È anche vitale sostenere molto di più la ricerca".
Locatelli: "Ci sono evidenti segnali di crisi"
Dalle pagine del Corriere della sera invece a parlare è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, che spiega le motivazioni della lettera appello degli scienziati al governo perché stanzi più fondi. "Abbiamo deciso di diffondere questo appello per sensibilizzare tutti e non solo la politica sul tema del Servizio sanitario nazionale, un patrimonio di questo Paese. È fondamentale che anche i cittadini abbiano piena coscienza contribuendo a garantire la sostenibilità di questo bene comune attraverso il pagamento delle tasse dovute". Secondo Locatelli ci sono "evidenti segnali di crisi. La medicina moderna è sempre più complessa. Fondamentale dunque che il numero di medici e infermieri sia adeguato alle necessità - prosegue -. Oggi abbiamo una chiara carenza di personale infermieristico ed è urgente provvedere. Per la parte medica a soffrire di più sono i Pronto soccorso e altre specialità come anatomia patologica e microbiologia".
"L'emergenza-urgenza è una specialità usurante, le altre due non sono attrattive anche perché non assicurano prospettiva di libera professione - aggiunge -. L'iscrizione di giovani medici a queste specialità dovrebbe essere incentivata". Infine più risorse per la prevenzione che è "fondamentale, pensiamo soltanto alle malattie cardiovascolari e oncologiche - conclude -. Gli investimenti sono appena il 5% della spesa complessiva e neanche tutte le risorse destinate alla prevenzione vengono spese".