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Caso Fazio, salta l'audizione del Dg Orfeo in Commissione Vigilanza. Terremoto in Rai?

La comunicazione del rinvio a data da destinarsi è giunta all'improvviso "per l'impegno dei senatori in aula sul decreto vaccini". In mattinata il consigliere di Vigilanza Michele Anzaldi aveva avanzato nuovi dubbi sulla durata quadriennale del contratto di Fazio

Paola Pintusdi Paola Pintus   
Mario Orfeo
Il dg Rai Mario Orfeo

L'audizione del Direttore generale Rai Mario Orfeo in Commissione di Vigilanza, prevista per oggi, non avrà luogo. Ufficialmente il motivo è lo slittamento dell'impegno dei senatori nell'assemblea di palazzo Madama che vede in discussione il decreto vaccini. Ma appare curiosa la coincidenza fra il rinvio a data da destinarsi e le ultime rivelazioni sul caso Fazio, il popolare conduttore della trasmissione Che tempo che fa finito sotto i riflettori per le presunte anomalie del suo rinnovo contrattuale. Anomalie puntualmente elencate dal componente della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi in un esposto del 24 giugno e da cui hanno preso avvio una richiesta di informativa da parte dell'Anac di Raffaele Cantone e l'apertura di un fascicolo d'indagine presso la Corte dei Conti.  A dare comunicazione dell'annullamento, all'ultimo minuto, è stata la Segreteria dell'organismo parlamentare,  dopo che in mattinata lo stesso Anzaldi aveva lanciato l'ennesima bordata all'indirizzo dei vertici Rai.

"Risponde al vero che la durata quadriennale del contratto a Fabio Fazio sia stata motivata dal fatto che in questa maniera a decidere sarebbe dovuto essere il Cda e non il Direttore generale, con tutto ciò che ne consegue in termini di responsabilità?", scrive Anzaldi in un comunicato. "Arrivando a quattro anni, infatti, l’importo dell’appalto alla nuova società di Fazio e Magnolia, non ancora costituita al momento del passaggio in Cda, avrebbe superato l’importo di 10 milioni di euro e quindi sarebbe stato superiore all’autonomia di spesa del Dg Orfeo". 

"Dal momento in cui Fazio è rientrato in Rai nel 2003 dopo la parentesi con La 7", spiega Anzaldi "i contratti hanno sempre avuto durata triennale, come accade normalmente con artisti e conduttori. E’ la prima volta che la Rai stipula un accordo di durata superiore. Se fosse confermato che l’unica giustificazione sarebbe uno scarico di responsabilità dal direttore generale -artefice diretto della trattativa e del nuovo accordo con Fazio- ai consiglieri di amministrazione, saremmo di fronte ad un caso inquietante, che si somma ad altri lati oscuri di quella riunione del Cda del 23 giugno". 

Questa non sarebbe, infatti, l'unica anomalia del "contratto monstre" da 70 milioni di euro fra la televisione pubblica e lo storico conduttore di Che Tempo che Fa. Ce ne sarebbero molte altre, tutte puntualmente elencate nell'esposto di Anzaldi, che ora invoca l'intervento della magistratura ordinaria oltre che di quella contabile: "La Rai essendo una società pubblica è tenuta ad osservare il Codice degli Appalti. Qui siamo in presenza di una delibera in cui si affida la produzione di una trasmissione senza gara, ad una società che non fa parte dell'albo dei fornitori Rai e addirittura ancora non costituita all'atto dell'approvazione in Cda. Non solo. Di questa società fa parte lo stesso conduttore della trasmissione, insieme alla società Magnolia, controllata dal colosso francese Vivendi di cui Mediaset è proprietario al 28,8%. Insomma", prosegue Anzaldi "La Rai farebbe entrare in un business garantito,con un contratto quadriennale che prevede introiti senza rischio un suo diretto concorrente. Quindi non solo c'è un ipotesi di violazione del Codice Appalti, ma ci sarebbe materia persino per il presidente dell' Antitrust Giuseppe Pizzuttella"

Per adesso intanto va avanti il fascicolo aperto dal sostituto procuratore contabile Massimiliano Minerva, che riguarderebbe, appunto, le anomalie segnalate da Anzaldi nel suo esposto del 24 giugno: si va dalla mancata applicazione della delibera del Cda sulla riduzione del 10% dei compensi sopra i 240 mila euro all'assegnazione del compenso a Fazio attraverso una società fino ad un certo punto "fantasma", all'affidamento senza bando di gara, fino al pagamento dei diritti per una trasmissione che in realtà rappresenta una produzione di punta a marchio Rai da ben 14 anni, mai trasmessa altrove.

Insomma, il caso Fazio sarebbe un vaso di Pandora e il terremoto in Rai sarebbe appena all'inizio, con un'effetto sismico che rischia di propagarsi dai livelli apicali fino al Cda. Spiega ancora Anzaldi, a proposito dell'ok al contratto milionario:  "Alcuni consiglieri hanno confessato di essersi sentiti addirittura costretti a firmare, sotto presunte minacce di danni erariali. L’accelerazione della firma fu motivata dalla presunta trattativa parallela di Fazio con un'altra tv, trattativa finora smentita da tutti i principali concorrenti Rai. Altro fatto sospetto è la decisione di un consigliere esperto di Rai, come l’ex dirigente di Viale Mazzini Carlo Freccero, di abbandonare la seduta proprio al momento del via libera al contratto di Fazio.
Insomma, chi ha capito che c’era qualcosa che non andava ha cercato di tirarsi fuori".

Infine, un'ultima stranezza: "Secondo indiscrezioni non smentite, la deadline per chiudere l’accordo con la nuova società sarebbe il 20 settembre: ma visto che Che tempo che fa inizierà tra fine settembre e inizio ottobre, significa che chi lavora al programma lo sta facendo senza alcuna formalizzazione?
Come ha confermato Fazio sul suo account twitter, il lavoro per la nuova edizione è già iniziato: lavorano per una stretta di mano?"

 

 

Paola Pintusdi Paola Pintus   

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