Uccise il padre violento per difendere la madre, Alex Cotoia assolto: legittima difesa riconosciuta nel processo bis
La sentenza chiude definitivamente una vicenda giudiziaria complessa, iniziata con l’assoluzione in primo grado, ribaltata in appello con una condanna a oltre sei anni e, infine, annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo

Alex Cotoia, il giovane di Collegno che nel 2020 uccise il padre violento per difendere la madre, è stato assolto dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino nel processo bis. La sentenza chiude definitivamente una vicenda giudiziaria complessa, iniziata con l’assoluzione in primo grado, ribaltata in appello con una condanna a oltre sei anni e, infine, annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo.
Una tragedia familiare e un calvario giudiziario
Il 30 aprile 2020, Alex, appena 18enne, colpì il padre Giuseppe con 34 coltellate durante una lite violenta. Il giovane ha sempre sostenuto di aver agito per difendere la madre dalle aggressioni del marito. Dopo anni di processi e di un dibattito acceso tra accusa e difesa, i giudici hanno ritenuto che Alex avesse agito per legittima difesa, ponendo fine al rischio di una condanna definitiva.
La linea della difesa: "Non aveva alternative"
Gli avvocati di Alex, Claudio Strata ed Enrico Grosso, hanno evidenziato come il giovane fosse intrappolato in un contesto familiare oppressivo. “Non aveva alternative – hanno spiegato i legali – Alex ha lottato finché non si è assicurato che il pericolo fosse eliminato. Il numero delle coltellate non inficia la natura legittima della difesa”. La Corte ha accolto questa interpretazione, sottolineando il clima di violenza in cui il ragazzo è cresciuto.
L'accusa non convince i giudici
La pubblica accusa aveva sostenuto che l’omicidio non fosse un atto di legittima difesa, puntando sulla scena del crimine e sull’assenza di segni evidenti di una colluttazione. “Infierire su un uomo agonizzante non è legittima difesa”, aveva dichiarato il magistrato Giancarlo Avenati Bassi. Tuttavia, la Corte ha ritenuto prevalenti le circostanze che hanno portato Alex ad agire.