Medici aggrediti, filtro al pronto soccorso e telecamere. Vertice a Palazzo Chigi. A Foggia 20 indagati per la ragazza morta
Quello firmato dal pm della procura di Foggia, Paola de Martino, è un atto dovuto, affinché gli indagati abbiano la possibilità eventualmente di nominare un consulente di parte che potrà assistere all’esame autoptico
L'ipotesi di filtrare l'accesso dei visitatori ai Pronto soccorso, più poliziotti nei presidi sanitari, più telecamere di videosorveglianza disponibili ma anche arresto in flagranza in differita: sono le misure allo studio per mettere un argine agli episodi di violenza ai danni di medici e infermieri di cui si è parlato nel corso di un vertice col sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i ministri Luca Ciriani, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci.
"Attualmente - è stato fatto notare al termine - sono 198 i presidi di polizia attivi nelle strutture ospedaliere del territorio nazionale, a fronte dei 126 preesistenti. Dall'inizio del 2023 si è registrato un incremento di 72 presidi, pari al +57,1%. E' stato anche aumentato anche il numero degli operatori della Polizia impiegati: da 299 a 432, pari al +69,2%. È stato assicurato, inoltre, l'ampliamento delle fasce orarie giornaliere di apertura dei presidi". Basterà? E' presto per dirlo. Il fenomeno della violenza contro i sanitari - ha detto tra l'altro il ministro della Salute Schillaci, si lega anche ad un "problema culturale, perchè nel tempo si è degradato il rapporto medico-paziente. E ancora più grave è che nel 70% dei casi gli operatori vittime di aggressione sono donne".
Altre aggressioni
La cronaca racconta che un medico del reparto di psichiatria dell'ospedale San Maurizio di Bolzano è stato accoltellato alla schiena da un ex paziente di 57 anni, che è stato poi bloccato nella sua abitazione e denunciato. L'uomo ha confessato, ma non ha saputo spiegare i motivi del suo gesto. Il medico guarirà in pochi giorni perché le ferite, fortunatamente, sono superficiali.
Sanitari indagati
A Foggia, invece, 20 sanitari sono indagati per la morte di una 23enne, a seguito della quale ci furono violenze in stile Gomorra. Sono accusati di cooperazione in omicidio colposo. Si tratta di medici ed infermieri dipendenti del Policlinico Riuniti di Foggia che hanno ricevuto l'avviso di garanzia per la morte della 23enne Natascha Pugliese. La ragazza di Cerignola è deceduta lo scorso 4 settembre nella sala operatoria della chirurgia toracica, durante un intervento alla trachea, per le complicazioni seguite ad un incidente stradale avvenuto a Cerignola nel giugno scorso mentre era a bordo di un monopattino elettrico.
La spedizione
Alla notizia del decesso ci fu una spedizione punitiva nel reparto da parte dei famigliari della giovane: da Cerignola arrivò nel nosocomio una cinquantina di persone, una ventina delle quali aggredì brutalmente il personale sanitario. Gli avvisi di garanzia sono un atto dovuto perché i magistrati hanno fissato per domani l'autopsia che dovrà accertare le cause del decesso di Natascha. Dopo l'esame autoptico il medico legale, Vittorio Fineschi, avrà fino a 90 giorni di tempo per depositare le sue conclusioni. Gli indagati, come è previsto dalla legge, hanno la facoltà di nominare un consulente di parte che potrà assistere all'autopsia. Il pm inquirente, Paola de Martino, ipotizza che gli indagati abbiano "cagionato o cooperato nel cagionare, per colpa, il decesso" anche "omettendo prestazioni sanitarie con riferimento al periodo che va dal 16 di agosto fino al giorno del decesso".
Sulla morte della giovane ci sono tre inchieste
Sono due della Procura di Foggia (una sulle cause del decesso, l'altra sull'aggressione a medici, infermieri, personale del reparto e della vigilanza della chirurgia toracica) e la terza, interna, del Policlinico Riuniti con il servizio ispettivo della Regione Puglia.