Addio alle ricette mediche, scompaiono anche quelle bianche. Si parte in Liguria
La prescrizioni del nostro medico, solitamente scritte con una grafia pessima, saranno un lontano ricordo come la macchina da scrivere o il fax
Ricordate la macchina da scrivere, il fax, il biglietto degli aerei, il telefono fisso con il disco che girava e a ogni numero dovevi aspettare che tornasse indietro? E potrei citare decine di altre cose che, quando le racconti ai ragazzi di oggi ti guardano con gli occhi sgranati, come se stessi parlando delle incisioni rupestri della Valcamonica.
Ecco, alla lista, da questa settimana in Liguria si aggiunge la ricetta medica. Sì, quella con le prescrizioni del medico di famiglia, solitamente con una calligrafia pessima – perché è quasi un’endiadi, un esempio di luogo comune, la cattiva calligrafia del medico di famiglia - che in Liguria sparisce definitivamente in questi giorni.
E parlo proprio di tutte le ricette, comprese quelle dei farmaci “non mutuabili” quelli che si comprano senza il contributo del Servizio sanitario nazionale. Le prove generali erano state fatte proprio con queste, quelle che erano le vecchie “ricette rosse” dove il medico scriveva – sempre con la solita pessima calligrafia – il codice fiscale dell’assistito, la priorità di urgenza, le eventuali esenzioni e il nome del farmaco che poi un farmacista in grado di decifrare la stele di Rosetta provvedeva a somministrare al bancone al paziente. Particolarmente paziente, nel senso letterale della parola perché l’intera impresa richiedeva qualche minuto, così come la scrittura di codice fiscale e tutto il resto, poi meccanizzato, ma sempre lungo da elaborare.
Insomma, era successo che – durante il Covid – quando eravamo chiusi in casa, c’era gente che si presentava dai medici di medicina generale, generalmente anziani a rischio in ambulatori che sono veicoli di contagio per definizione, chiedendo: “Dottore mi scrive qualcosa per il mal di testa?”. Al povero dottore non restavano che due cose da fare: cacciare il potenziale untore e telefonare in Regione all’assessorato regionale alla Sanità. Ed è proprio ciò che fece Andrea Stimamiglio, che dei medici di famiglia liguri è il segretario. Dall’altra parte trovò voci accoglienti: quella di Giovanni Toti, presidente della Regione in prima fila contro il Covid, l’allora assessore alla Sanità della Regione Sonia Viale, che era stata sottosegretario agli Interni e all’Economia con Bobo Maroni e Giulio Tremonti nei governi di Silvio Berlusconi e quindi era particolarmente sensibile anche all’aspetto “ordine pubblico” della sanità, e quella di Enrico Castanini, numero uno di Liguria Digitale, che è la migliore struttura informatica applicata alla sanità (e non solo) di tutta Italia, un’avanguardia assoluta che fa quello che altrove è stato impossibile. Basti pensare alla prenotazione dei vaccini o delle visite specialistiche che in altre regioni sono state o sono utopia, mentre in Liguria stanno diventando la normalità.
Dunque, dopo la telefonata dei medici di medicina generale andò così: ai cittadini i medici mandavano un SMS con cui poi loro andavano in farmacia a ritirare il farmaco dell’ex “ricetta rossa”. Ma capitava che l’SMS andasse smarrito e quindi dovesse essere rispedito e quindi siamo passati a una fase ulteriore: niente più SMS, ma semplicemente la tessera sanitaria. Cioè un cittadino va in farmacia e, dopo aver firmato una liberatoria sulla privacy – ovviamente una sola volta e valida per tutte le farmacie della regione – dà la sua tessera sanitaria, che oggi è il tesserino anche del codice fiscale. A questo punto, il farmacista sa in automatico quali sono i farmaci che gli sono stati prescritti e glieli consegna. E l’altra novità è che tutto questo vale anche per le “ricette bianche”, cioè i farmaci non a carico del servizio sanitario nazionale.
I protagonisti del nuovo capitolo della storia sono gli stessi, con qualche nuovo ingresso: Toti, Castanini, Stimamiglio, il nuovo assessore alla Sanità della Regione Liguria Angelo Gratarola, che viene dal Pronto Soccorso del San Martino, l’ospedale più grande d’Europa e quindi conosce anche la realtà ospedaliera, il presidente dell’Ordine dei Medici di Genova Alessandro Bonsignore, medico legale che per una volta l’autopsia la fa alla burocrazia, fortunatamente scomparsa, e Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria, che riunisce i farmacisti.
Insomma, quella odierna è la sparizione completa e definitiva delle ricette. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti quando deve dire “dematerializzata” scandisce le sillabe e scherza: “Già dirlo è un’impresa notevole”.
E, battuta per battuta, verrebbe da dire che la Liguria è così all’avanguardia – ci sono Regioni dove persino la ricetta via SMS è un miraggio – perché tutto questo comporta un notevole risparmio.
Vale la pena infatti di analizzare qualche numero: le ricette dematerializzate emesse nel 2021 – quelle con l’SMS sul telefonino per intenderci - sono state più di 21 milioni (21.738.402 per i precisini), con una media, escludendo i giorni festivi, di oltre 85 mila al giorno (85.249). Nel 2022 le ricette inviate sui telefonini degli assistiti dai loro medici sono salite a oltre 24 milioni (24.042.485), con una media giornaliera, sempre festivi esclusi, di più di 95 mila ricette (95.407). E nel 2023 questi primi tre mesi dell’anno, il dato aggiornato al 28 marzo parla di 6 milioni abbondanti di ricette (6.262.965) con una media di 102.672 ricette al giorno. Tenendo conto che nel 2023 si avranno in tutto 250 giorni lavorativi, le ricette dematerializzate potrebbero arrivare a 25 milioni 668 mila.
Un processo che ha impatti significativi anche a livello ambientale: si calcola infatti che, evitando di stampare i promemoria cartacei, già nei primi tre mesi dell’anno si sarebbero risparmiati circa 3 milioni di fogli di carta formato A4. A questo va poi aggiunto il significativo minor utilizzo dei toner.
Insomma, nel 2021 sono stati risparmiati 21 milioni di fogli A4, diventati poi 13 e destinati a crescere a 54 milioni di fogli A4 l’anno, più il toner, più l’invio degli SMS.
In più verranno ridotte le code in farmacia e soprattutto negli studi medici. I conti di Toti e Castanini sono precisissimi e parlano di un minuto circa risparmiato per ogni ricetta e, considerando che ogni medico di medicina generale in media fa 100 ricette al giorno, significa un’ora e 40 minuti di risparmio di tempo al giorno, da dedicare alle cure anziché alla burocrazia.
Insomma, come spiega Castanini illustrando l’allargamento della dematerializzazione alle “ricette bianche”: “Avevamo fatto trenta, ora facciamo 31”. O, trattandosi di medicina, 33.