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[La storia] Addio ad Andrea: aveva scritto un libro per la sua bimba di 2 anni che non vedrà crescere

Il giovane ingegnere di origine veneta, malato di tumore, è morto venerdì scorso in Germania. La sua storia aveva commosso tutti. Le esequie di Andrea Bizzotto verranno celebrate a Bassano del Grappa sabato prossimo. Il suo libro, “Storia di un maldestro in bicicletta”, dedicato a sua figlia, “affinché possa sapere quando sarà grande chi era suo padre”, ha commosso il mondo. Per la sua piccola aveva composto anche una canzone e scritto una lettera per ogni compleanno

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
Addio Andrea
Addio Andrea

Andrea non ce l’ha fatta. Ha dovuto dire addio alla moglie, alla piccola Giulia e alla vita. Ed ora non resta che rendere onore alla sua figura e al suo coraggio. La sua storia aveva fatto commuovere tantissimi in Italia, dov’era nato,  e in Germania, dove viveva. Andrea Bizzotto, papà colpito da un male incurabile, aveva scritto un libro per raccontare alla figlia che non avrebbe mai visto crescere chi era e cosa sognava. Per sussurrarle in qualche modo tutte quelle parole e quei consigli che non avrebbe poi potuto dirle. Anche noi di Tiscali ce n’eravamo occupati. La sua storia non poteva lasciare indifferenti.

Il giovane ingegnere è mancato venerdì scorso. Era  originario del Veneto ma viveva in Germania con la moglie Maria Brandt, la figlioletta e il figlio di lei. La famiglia ha deciso di celebrare le esequie sabato 16 marzo a Bassano del Grappa, due giorni prima del compimento del suo 34 compleanno.

Il libro

Erano stati la sua forza e l’amore per la sua bambina, a scatenare tutta la sua energia a dispetto della grave forma di tumore che l’aveva colpito. E quel suo libro, “Storia di un maldestro in bicicletta”, dedicato alla figlia, affinché potesse “sapere quando sarà grande chi era suo padre”, aveva commosso il mondo. Per la sua piccola, che compirà 2 anni il 10 di questo mese, Andrea aveva composto anche una canzone e scritto una lettera per ogni compleanno, fino alla maggiore età.

La storia di quel libro non è una favola col lieto fine, ovviamente. Bizzotto, 33 anni, di Cittadella nel Padovano, poi trasferitosi all’estero, l’ha scritto per Giulia Grace. Per quella bimba che ora il suo papà non ce l’ha più.  Andrea quella figlia non la vedrà crescere, perché un triste destino glielo ha impedito. Ma qualcosa di sé continuerà ad esserci. Giulia potrà “leggere chi era suo padre”, capire come sorrideva e come si arrabbiava, che idee e gusti aveva, quale carattere dimostrava, cosa gli piaceva e cosa sognava.

Andrea Bizzotto con a sua bambina

Andrea lo sapeva di avere davanti poco tempo, e voleva lasciare dietro di sé una eredità tangibile per la sua bimba. Esistere ancora per lei, malgrado il destino che lo attendeva. Combattere,  in un certo senso, l’ingiustizia che vi è sempre in situazioni simili.

"Nessuno a 33 anni merita un tumore incurabile"

Perché, come aveva sottolineato “nessuno merita un tumore incurabile a 33 anni”. E anche lui – come ha scritto - avrebbe meritato la possibilità di crescere ed educare la sua piccola, accompagnarla nel suo primo giorno di scuola, prepararle il suo cibo preferito".

Da qui il libro, il cui ricavato andrà ad alimentare un fondo dedicato alla bambina. Pagine dai contenuti toccanti. Cose semplici, come in definitiva è semplice e allo stesso tempo meravigliosa ogni vita umana, al netto delle cose alla fine inutili. Aveva combattuto contro la maledetta malattia, ma non c’è stato nulla da fare. Aveva detto di voler sopravvivere il più possibile, però il momento decisivo è arrivato.

"Difficile dire addio alla vita"

Aveva combattuto, sofferto e vissuto il senso di grande ingiustizia della sua condizione. Perché “non è facile pensare di dover rinunciare alla propria vita, lasciare questa terra e le piccole cose che alla fine danno la felicità”.  Cose apparentemente insignificanti e invece fondamentali. “Mi mancherà il profumo della pizza e del pane – aveva scritto - una buona birra, un vino fresco, l’incredibile olio di Pove del Grappa". Piccole cose che rappresentano però, appunto, una esistenza.

Nel libro-biografia aveva appuntato parole lancinanti, di quelle che solo una grande sofferenza fa scaturire. "Giulia sarà molto arrabbiata – aveva scritto pensando a quando sarebbe arrivato il momento fatidico - e purtroppo non capirà inizialmente. Maria sarà triste e disperata. Mia figlia probabilmente troverà una figura paterna ed io lo spero sinceramente, spero che mia moglie possa avere un altro uomo, che la faccia sentire bene, amata e rispettata".

La sua storia è una storia semplice e allo stesso tempo grandiosa. La Storia di un maldestro in bicicletta, la storia di un grande uomo, di un grande dolore, ma anche una grande storia d’amore. 

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
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