Accolto il ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest. I legali: "Fine di un incubo ma battaglia continua"
La gioia del padre dell'attivista: "Mia figlia è entusiasta ma non è ancora fuori dal pozzo". "Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare": così Roberto Salis
"Davanti alla porta da cui esce io ci sono, anche a costo di andare a piedi fino a Budapest". Dovrà aspettare ancora poco Roberto Salis perché sua figlia Ilaria uscirà nei prossimi giorni dalla porta del carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi Ucta dato che trascorrerà ai domiciliari la detenzione cautelare in attesa che il suo processo si concluda. E con la speranza che possa tornare presto in Italia. È stato infatti accolto il ricorso dei suoi legali nei confronti della decisione del giudice Josefz Sos che, nell'ultima udienza del 28 marzo, aveva respinto anche la possibilità che andasse ai domiciliari in Ungheria, dopo che quelli in Italia le erano stati negati 5 volte. Per questo motivo, suo padre Roberto era il primo a non avere grosse speranze sulla possibilità che in Ungheria ci fosse un giudice che ascoltasse e soprattutto accogliesse le richieste di sua figlia, in carcere dall'11 febbraio del 2023 con l'accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra.
Difficile sperare che la misura della detenzione in carcere potesse venire attenuata anche perché dal governo ungherese, in particolar modo dal portavoce Zoltan Kovacs e dal ministro degli esteri Péter Szijjartó sono arrivate continue accuse all'attivista milanese e critiche a suo padre. I giudici del collegio di seconda istanza del tribunale di Budapest hanno invece rivalutato il pericolo di fuga per la presenza di un domicilio nella capitale ungherese dove potrà essere controllata con il braccialetto elettronico e anche per il suo comportamento sia in carcere sia durante le udienze. Quando verrà pagata la cauzione di 16 milioni di fiorini, che corrispondono a poco più di 40mila euro, Ilaria Salis potrà quindi uscire dal carcere, andare nell'appartamento da tempo bloccato dalla sua famiglia a Budapest e affrontare il processo con una misura cautelare meno pesante, a partire dalla prossima udienza del 24 maggio quando verranno sentiti due testimoni e Zoltán Tóth, vittima dell'aggressione subita da un gruppo di antifascisti di cui, secondo l'accusa, faceva parte anche Ilaria Salis.
"Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare", ha detto Roberto Salis. "Non è ancora fuori dal pozzo", ha aggiunto citando il fumetto di Zerocalcare dedicato a sua figlia "ma sarà molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se, finché è in Ungheria, io non mi sento del tutto tranquillo".
"Siamo molto soddisfatti, finalmente finisce questo incubo per Ilaria ma la sua battaglia continua", hanno detto Mauro Straini ed Eugenio Losco, i due legali italiani di Ilaria Salis, che ricordano però che secondo la legge ungherese un giorno ai domiciliari equivale a 1/5 di uno scontato in cella e quindi, in caso di condanna, questo periodo di detenzione fuori dal carcere avrà un peso minore. E la 39enne rischia fino a 24 anni di carcere. "E' un successo della difesa", ha aggiunto il suo avvocato ungherese Gyorgy Magyar.
Le reazioni
"E' una splendida notizia", hanno commentato Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi Sinistra che hanno candidato Ilaria Salis alle Europee come capolista nella circoscrizione nord ovest. "Siamo felici e ancora più convinti della nostra scelta di candidarla nelle nostre liste", hanno aggiunto e soddisfazione è stata espressa anche dai membri del governo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha comunicato la notizia dei domiciliari durante un question time alla Camera, augurandosi "che possa essere assolta e possa ritornare il prima possibile in Italia". "Vorrei manifestare la mia soddisfazione per la notizia che abbiamo ricevuto sulla concessione degli arresti domiciliari a Ilaria Salis", ha aggiunto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Ma nei confronti di entrambi Roberto Salis è stato tutt'altro che tenero: "Paghiamo il ministro della Giustizia e degli Esteri per lavorare per noi, non abbiamo visto nessuna attività concreta per risolvere il problema di Ilaria da parte di questi due ministeri".
Amnesty: "Buona notizia, preoccupa iniquità processo"
"Dopo un anno di detenzione in condizioni disumane e degradanti, la decisione del giudice di Budapest di disporre gli arresti domiciliari per Ilaria Salis è sicuramente una buona notizia, la prima buona notizia", ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "Restano le preoccupazioni per una possibile iniquità del processo, che si svolge in un contesto interno ungherese in cui prevale una narrazione criminalizzante e stigmatizzante nei confronti dell'imputata", ha aggiunto Noury.