Abusi nella chiesa altoatesina: svelati 67 casi su bambini e bambine tra gli 8 e i 14 anni. Il vescovo: "Ogni caso è di troppo"
Il rapporto realizzato da uno studio di avvocati di Monaco di Baviera individua 24 sacerdoti come responsabili: scoperti, ogni volta venivano trasferiti.

Ventiquattro sacerdoti e 59 vittime: è il risultato numerico di uno studio condotto da un team di avvocati tedeschi su incarico della diocesi di Bolzano e Bressanone per fare luce sugli abusi sessuali compiuti nella diocesi negli ultimi 60 anni. Sono 67 i casi accertati: numeri che fanno rabbrividire se si pensa che le vittime avevano tutte età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Secondo il rapporto presentato nel corso di una conferenza stampa, poco più del 50% di chi ha subito abusi era di sesso femminile. I sacerdoti coinvolti invece hanno un'età compresa tra 28 e 35 anni all'epoca dei fatti.
Il rapporto dello studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera rientra nell'ambito del progetto triennale "Il coraggio di guardare" ed è stato illustrato in presenza del vescovo Ivo Muser, che non ha letto in anticipo il rapporto. Presenti anche alcune vittime e sopravvissuti. “La nostra speranza - ha detto lo studio di avvocati - è che questo nostro studio possa rappresentare una scintilla per una inchiesta sugli abusi sessuali da estendere anche al resto d’Italia”.
I casi sotto anonimato per proteggere le vittime
I casi sono stati tutti anonimizzati per proteggere le vittime. Il "caso numero 5" riguarda un sacerdote che nei primi anni 60 ha compiuto un primo abuso ed è stato trasferito, poi un altro abuso ed ancora trasferito, e così ancora per 50 anni: solo nel 2010 è stato escluso dall'attività pastorale. In relazione a questo caso l'avvocato Ulrich Wastl ha detto che in questo caso "manca una cultura dell'errore e questo, nel caso degli abusi, è l'inizio della fine".
Il legale ha fatto anche un riferimento alla presunzione d'innocenza, osservando che questo principio non esclude la possibilità di misure e provvedimenti preventivi. Il "caso numero 15" è invece dedicato a un sacerdote che, nonostante le proteste dei fedeli, ha celebrato i funerali di un suicida, che era stata una sua presunta vittima di abusi.
Il vescovo: ogni caso è di troppo
"Ogni caso di abuso è uno di troppo. La mia speranza e la mia profonda convinzione è che questo sia il primo passo di un cammino che faccia della Chiesa un luogo sicuro per bambini, giovani ed adulti vulnerabili". Lo ha detto il vescovo della diocesi di Bolzano Bressanone, Muser, a margine dlela presentazione del rapporto. "Ascoltando la presentazione - ha aggiunto Muser - il mio pensiero è sempre stato rivolto alle vittime. Questo tema colpisce fortemente ed è legato ad un forte senso di vergogna".
"Serve il coraggio di guardare - ha proseguito - tutto è iniziato con il mio consenso ad aprire tutti gli archivi della nostra diocesi e a permettere di prendere visione di tutte le fonti e tutti gli atti. Mi metto consapevolmente dalla parte delle vittime. Negli anni passati, da quando ho assunto l'incarico di vescovo, ho avuto contatti con questa terribile ferita, tramite il centro d'ascolto istituito dalla diocesi, ma anche con contatti diretti e vi posso garantire che ho imparato molto, ho imparato quanto distruttivo e umiliante sia l'abuso sessuale”.