[Esclusiva] L’amarezza di Woodcock indagato dalla Procura di Roma per lo scandalo Consip: “Sono innocente e lo dimostrerò”
Al centro delle indagini presunte rivelazioni al quotidiano "Il Fatto" su vicende coperte da segreto istruttorio. Indagata pure la giornalista Federica Sciarelli

Violazione di segreto d'ufficio. Era nell'aria che prima o dopo la Procura di Roma avrebbe puntato su di lui, sul Pm anglonapoletano Henry John Woodcock. E ieri, i magistrati Paolo Ielo e Mario Palazzi gli hanno comunicato che era indagato per la vicenda della fuga di notizie nell'ambito della inchiesta Consip.
Indagata anche la giornalista Sciarelli
Per la presunta fuga di notizie riservate relative all'inchiesta Consip, insieme al pm Woodcock è indagata dalla procura di Roma anche la giornalista Federica Sciarelli, nota conduttrice del programma televisivo "Chi l'ha visto?". Alla cronista è stato anche sequestrato il telefono cellulare. Nei riguardi della giornalista Sciarelli, da lungo tempo amica del pm napoletano, è contestato il reato di concorso in rivelazione di segreto. Secondo l'accusa, Sciarelli sarebbe stata il tramite per il passaggio delle informazioni da Woodcock ad un giornalista del Fatto Quotidiano. "Non posso aver rivelato nulla a nessuno - ha detto Federica Sciarelli - semplicemente perché Woodcock non mi svela nulla delle sue inchieste, tantomeno ciò che è coperto da segreto".
Trasferimento in vista
È un terremoto, naturalmente. Previsto e prevedibile visto che ormai da tempo il Csm, la Procura generale della Cassazione, gli stessi vertici degli Uffici napoletani, in particolare il procuratore generale Luigi Riello, avevano avviato una loro iniziativa di inchiesta prodromica all'azione disciplinare e alla censura, ma anche al trasferimento d'ufficio. Si mostra ottimista e fiducioso Woodcock. Sereno e convinto di poter dimostrare la propria innocenza ai colleghi romani: «Ho assoluta fiducia in loro e saprò dimostrare la mia innocenza e correttezza professionale».
L'accusa
Il Pm napoletano sarà interrogato nei prossimi giorni mentre la Procura di Roma ha comunicato l'iscrizione di Woodcock al ministero di Giustizia, al Csm e alla Procura generale della Cassazione.
L'accusa dovrebbe essere quella di aver rivelato al Fatto quotidiano atti coperti della inchiesta Consip, nel dicembre scorso. In particolare il filone delle indagini sulla fuga di notizie che portò all'iscrizione sul registro degli indagati del generale Del Sette, comandante generale dell'Arma dei carabinieri, del generale Saltalamacchia, numero uno dei carabinieri della Toscana e del ministro dello Sport, Luca Lotti.
Le intercettazioni
Storia che provoca fortissime fibrillazioni istituzionali perché coinvolge il padre dell'ex premier Matteo Renzi, Tiziano, i vertici dell'Arma dei Carabinieri nel tentativo di neutralizzare gli effetti delle intercettazioni ambientali rivelando agli interessati appunto di essere intercettati.
Tutto iniziò nel luglio e nell'ottobre scorso quando gli indagati vennero a conoscenza che i loro telefoni erano intercettati. Ma è il sei ottobre che il quotidiano "La Verità" pubblica la notizia a che il papà dell'ex premier, Tiziano Renzi teme di essere arrestato nell'ambito di una inchiesta del Pm napoletano Woodcock.
Le cimici e la fuga di notizie
Solo il 5 dicembre il telefono di Tiziano Renzi viene intercettato e il 20 dicembre la Procura di Napoli spedisce gli uomini del Noe negli uffici della Consip dove era in corso una bonifica degli uffici consapevoli, i dirigenti Consip, che c'erano delle cimici.
Il 22 dicembre e il giorno dopo, Il Fatto Quotidiano scrive che il generale Tullio del Sette, comandante generale dell'Arma dei carabinieri è indagato per la fuga di notizie. Il giorno dopo, che lo sono anche il generale Emanuele Saltalamacchia, numero uno in Toscana, e il ministro dello sport Luca Lotti.
Henry John Woodcock, a chi lo ha sentito, ha espresso tutta la sua amarezza. Insomma, accusa il colpo anche se si dice convinto di poter dimostrare la sua innocenza.