Violenza sessuale, il premio Oscar Paul Haggis resta ai domiciliari
Per il Gip “può inquinare le prove e reiterare il reato”. La difesa pronta a presentare ricorso

Può reiterare il reato e inquinare le prove: per questo il regista premio Oscar Paul Haggis deve restare agli arresti domiciliari ad Ostuni. Dopo oltre sei ore di camera di consiglio, la gip del Tribunale di Brindisi Vilma Gilli non ha convalidato il fermo per mancanza del pericolo di fuga, ma ha applicato nei confronti del 69enne sceneggiatore canadese la misura cautelare per violenza sessuale ai danni di una 30enne. Nell'interrogatorio di questa mattina Haggis aveva risposto a tutte le domande dichiarandosi innocente. Quasi tre ore di audizione per respingere ogni accusa. Tre ore per spiegare che i rapporti con la donna inglese che lo accusa di stupro erano assolutamente consensuali e che non c'è stata alcuna lesione personale ai danni della presunta vittima. Accusa quest'ultima che il giudice, infatti, non ha ritenuto sussistente. Il gip ha in sostanza riconosciuto che nei referti medici del pronto soccorso non vi è prova di alcuna lesione fisica a carico della presunta vittima, come sostenuto dalla difesa nel corso dell'udienza di convalida.
Al gip il regista autore di Crash aveva assicurato tramite il suo legale, Michele Laforgia, di essere "totalmente innocente", così come aveva fatto nell'immediatezza del fermo, domenica scorsa. Aveva aggiunto che "i rapporti avuti con la donna, nei tre giorni trascorsi insieme ad Ostuni, erano stati totalmente consensuali". Per spingere il magistrato a non imporgli misure restrittive, Haggis aveva annunciato "che sarebbe restato in Italia fino a quando non sarebbe stata accertata la sua totale innocenza, perché da questo dipende la mia vita qui, ma anche negli Stati Uniti". Argomentazioni che non hanno convinto la giudice Gilli, secondo la quale in attesa dell'incidente probatorio, con l'ascolto in contraddittorio della presunta vittima, "sussiste il rischio di inquinamento dell'unica fonte di prova".
Quanto al pericolo di reiterazione del reato, Gilli lo ha ritenuto sussistente poiché pende negli Usa, dove Haggis vive, un contenzioso civile sempre per violenza sessuale. La difesa ora promette battaglia e si riserva di impugnare il provvedimento. "Ribadiamo ancora una volta - dice l'avvocato Laforgia - che l'indagato dichiara di essere completamente estraneo alle accuse e confidiamo che sarà rapidamente ristabilita la completa verità dei fatti e restituita la libertà all'indagato".