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Corsa alle poltrone del potere, lo stratega di Gentiloni è Rutelli e il premier vuole assegnare la più importante ad una donna. Ecco chi è in pole position

Il premier vorrebbe superare la logica di genere che ha spinto Renzi a nominare le donne solo nelle poltrone meno operative della presidenza, imponendo un serio cambio di passo con la Belloni che lui ha ben conosciuto alla Farnesina

Monica Settadi Monica Setta   
Gentiloni con Rutelli
Gentiloni con Rutelli

Come in ogni tornata di nomine che si rispetti, dietro le quinte c'è un Richelieu: stavolta è Francesco Rutelli, "padre politico" del premier Paolo Gentiloni che fu suo storico braccio destro. Tutti i manager in scadenza delle ex partecipazioni statali chiamano Rutelli per sapere, segnalare, sottolineare, proporre o porre veti incrociati. L'ex leader della Margherita ascolta, prende appunti ma non prende mai posizione perché, come dice agli amici, il suo ruolo oggi non ė politico. Ha ragione, eppure se c'è una persona a Roma nei giri che contano, davvero informata sull'assetto delle grandi aziende pubbliche, ebbene quella é proprio Rutelli. Ci sono due linee di tendenza: quella renzian- gentiloniana o l'altra che mette insieme le pressioni per il rinnovamento di un gruppo politico disomogeneo (mette insieme i 5 stelle, Lega e Forza Italia più gli scissionisti del Pd).

Se dovesse prevalere la prima mozione, quella della continuità, i vertici di Eni ed Enel verrebbero confermati con la sola eccezione di Leonardo Finmeccanica che resterebbe senza Mauro Moretti come amministratore delegato. Nel caso della seconda opzione, invece, la partita sarebbe molto più complicata. Difficilmente infatti Claudio Descalzi ad del Cane a 6 zampe coinvolgo nello scandalo delle presunte tangenti pagate in Nigeria potrebbe sopravvivere allo stesso Moretti. Via uno, via anche l'altro (pure se esiste il principio di non colpevolezza fino al giudizio). A tirare le fila del gran ballo delle Nomination sarà il Quirinale. La presenza di Sergio Mattarella a garanzia istituzionale lascerebbe maggior spazio all'ipotesi della continuità gradita a Renzi per cui si sono spese anche EMMA Marcegaglia e Maria Patrizia Grieco, rispettivamente presidente di Eni ed Enel. Ma in una situazione magmatica come quella della politica italiana - dove i sondaggi indicano un aumento del movimento grillino malgrado il caso di Virginia Raggi a Roma- tutto é davvero possibile. A due settimane dalla scadenza per la presentazione delle liste da parte dell'azionista Tesoro (il 20 marzo) i giochi dei "mazzieri" sono tutti ancora apertissimi. 

Molti sono pronti a giurare dalle parti di palazzo Chigi che per Mauro Moretti suonerà la campana essendo stato condannato in primo grado a 7 anni per la strage di Viareggio che risaliva al periodo in cui lui era capo operativo delle Fs. Per la sua successione corrono Lorenzo Mariani capo dell'elettronica per la Difesa e Fabrizio Giulianini numero uno della ex Selex. Il trio che gestisce concretamente il dossier cioè Gentiloni con i ministri Piercarlo Padoan (Economi) e Carlo Calenda (Sviluppo economico), secondo quanto riferiscono fonti informali a Tiscali.it, vedrebbe bene al posto di Moretti una donna dal profilo alto. Il nome? Elisabetta Belloni. Il premier vorrebbe superare la logica di genere che ha spinto Renzi a nominare le donne solo nelle poltrone meno operative della presidenza, imponendo un serio cambio di passo con la stimatissima Belloni che lui ha ben conosciuto alla Farnesina. Alla presidenza di Leonardo resterebbe l'ex capo dei Servizi Gianni dē Gennaro che sta a cuore anche a Gianni Letta. Certo, ragiona a voce alta un noto boiardo di stato, il criterio deve essere unico, dunque se si punta alla riconferma, c'è dentro pure Moretti. 

Altrimenti, aggiunge, se si fa fuori l'amministratore delegato di Leonardo Finmeccanica, si cambia tutto. Secondo questa scuola di pensiero lascerebbero le loro caselle Descalzi, Francesco Starace (ad di Enel) e Francesco Caio (Poste). Riconferma in blocco per le presidentesse ovvero Marcegaglia (Eni) Grieco (Enel) e Luisa Todini (Poste). Al posto di Descalzi il più accreditato sarebbe Vittorio Colao, il numero uno di Terna Matteo Del Fante andrebbe in Poste mentre - a sorpresa- Fabio Gallia (direttore generale di Cassa depositi e prestiti) molto apprezzato da palazzo Chigi potrebbe andare all'Enel sostituendo Starace. Ma fra i jolly di questa complessa partita a poker non dimentichiamoci di un nome importante come quello della presidente Rai Monica Maggioni. Giornalista, direttrice di Rai news con una lunga esperienza all'estero ed ottime relazioni a livello internazionale, la Maggioni è uno di quei cognomi forti che Gentiloni potrebbe spendere nel tavolo di trattativa al rush finale.

Tanto più che Monica gode di appoggi rigorosamente trasversali che vanno dal Pd al centro destra con una sponda strategica al Colle. "A noi farebbe piacere che restasse in Rai" confida il consigliere Giancarlo Mazzuca "l'altra volta quando le avevamo fatto notare che si faceva il suo nome nella partita delle nomine, lei ci era sembrata davvero spiazzata". Adesso, le cose sarebbero cambiate perché qualche emissario avrebbe informato la presidente di viale Mazzini di tenersi pronta con il suo "spirito di servizio" per un grosso trasloco. Infine, nelle prossime ore Gentiloni con Padoan e Calenda metteranno a punto le liste dei consigli di amministrazione che sono occupati in gran parte dai fedelissimi di Renzi. Fra questi i più famosi sono Fabrizio Lamdi ed Alberto Bianchi. Nel lavoro convulso di queste ore la parte più difficile per il trio Gentiloni-Padoan-Calenda sono le liste dei consigli di amministrazione, in alcuni casi occupati da fedelissimi dell’ex premier. I più noti fra questi sono Fabrizio Landi, consigliere di Leonardo, e in Enel il responsabile della Fondazione Open Alberto Bianchi. Da queste scelte si capirà quanto rinnovamento c’è nella continuità renziana di Gentiloni. 
 

 

Monica Settadi Monica Setta   
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