Piano paesaggistico Sardegna, l'allarme di Roggio: "Vi spiego quali sono le coste più a rischio"
Il Consiglio regionale della Sardegna sta per mettere in discussione il disegno di legge “Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente e di materia di governo del territorio” approvato due giorni prima dello scorso Natale dall’esecutivo guidato da Christian Solinas

Coste della Sardegna sotto attacco. Il Consiglio regionale della Sardegna sta per mettere in discussione il disegno di legge “Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente e di materia di governo del territorio” approvato due giorni prima dello scorso Natale dall’esecutivo guidato da Christian Solinas. Un provvedimento che rischia, se approvato definitivamente, di moltiplicare le cubature edilizie, soprattutto vicino al mare.
Nei ventuno articoli del testo c'è infatti molto spazio per gli incrementi volumetrici nelle strutture turistico ricettive che ricadono nelle zone F (turistiche), sia in quelle che si trovano oltre la fascia dei 300 metri che sinora era stata di rispetto. In questi casi è previsto anche l'aumento del numero delle stanze. Per le campagne, l'edificazione di fabbricati per fini residenziali è consentita anche ai non imprenditori agricoli. Con conseguenze che tutti possono immaginare.

Le bellezze dell’Isola ancora una volta sotto attacco? “Le aree più a rischio di trasformazioni deleterie sono quelle più vicine al mare, le più pregiate e protette. La fascia costiera vincolata dagli articoli 19 e 20 delle Norme di attuazione del PPR, più estesa dei 300 metri dalle rive. E quindi le campagne dei comuni costieri dove si vorrebbe ampliare la possibilità di utilizzi non funzionali alle necessità aziendali”, ha avvertito l’architetto Sandro Roggio, già componente del Commissione Urbanistica regionale (Ctru) nella fase di approvazione del Ppr voluto da Renato Soru e oggi schierato contro il ddl Urbanistica della Regione Sardegna.
Per Roggio la giunta Solinas sta andando contro corrente. “Il Piano paesaggistico della Sardegna e un buon presidio, molto avanzato per il tempo in cui è stato approvato. Pensato una ventina di anni fa, guardava al futuro di cui oggi parlano i giovani nelle piazze del mondo. Una visione coerente e un progetto adatto alla Sardegna. Un diverso modello di sviluppo. Dobbiamo difendere quella scelta. Altro che perpetuare la propensione all'anarchia, dato che la sola volontà di governare il territorio è affidata insensatamente al raddoppio delle Province”, ha detto l’architetto a Tiscali Notizie.
Con questo provvedimento il presidente della Regione lo scorso dicembre ha sostenuto di voler coniugare la tutela dell'ambiente a quella dei legittimi interessi dei cittadini e di contribuire così a riavviare un settore di vitale importanza, quello dell'edilizia, che ha perso 30 mila addetti in 10 anni. “Le nuove norme sono nell'ottica di una destra iperliberista-pop. Il sentimento era stato ben esibito in campagna elettorale. Aveva l'obiettivo di compiacere tutte le attese, di influenti speculatori come di piccoli proprietari di minuscoli lotti in campagna. Miscela - se agitata - in grado di perpetuare il malgoverno del territorio”, ha sostenuto Roggio.
Le disposizioni prevedono “premialità volumetriche e l'impiego di tecniche costruttive che consentano, nei casi di demolizione e ristrutturazione, il recupero e riutilizzo di componenti costituenti l'edificio, l'impiego di materiali locali e delle fonti di energia rinnovabili, la demolizione e la ricostruzione in area idonea di edifici esistenti che ricadano in aree dichiarate ad alta pericolosità idraulica, coniugando le esigenze di tutela e valorizzazione delle valenze paesaggistiche, naturalistiche, storiche e culturali del territorio con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.
Norme che possono essere interpretate sin troppo liberamente dalle amministrazioni pubbliche che un giorno dovranno gestire le norme del provvedimento. “Un danno amplificato dalla crisi di identità delle sedicenti culture progressiste, dallo spettinato centrosinistra isolano in gran parte ostile alle norme di tutela paesaggistica del 2006, e fautore di norme che hanno incoraggiato questa nuova fase di sregolatezza. Si può solo confidare nella reazione dei sardi e del Paese che tiene alla Sardegna”, ha concluso Roggio.
Un gruppo di intellettuali sardi, compreso l’Roggio, hanno lanciato un grido di allarme. “Chiamiamo il mondo della politica, della cultura, dell’impegno civico della Nazione a mobilitarsi perché le coste della Sardegna non vengano ulteriormente umiliate e ferite da disposizioni ad alto rischio di incostituzionalità. Chiediamo che siano rispettati i vincoli di inedificabilità della fascia costiera, in particolare dei 300 metri dalla battigia, che da decenni difendono le coste della Sardegna, previsti anche dal Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.), vincoli ignorati dal DDL, per ottenere, con il sempiterno fasullo appello al miglioramento ecologico del patrimonio edilizio esistente e allo “sviluppo sostenibile”, un effimero ritorno economico per alcune categorie” si legge nella lettera appello indirizzata alla Giunta e al Consiglio Regionale della Sardegna, ai Ministri competenti, alle Soprintendenze, ai membri del Parlamento Italiano, ai media. Una dichiarazione di guerra.
