I 45 mila volontari di Sardegna Solidale bloccati da un cavillo. Mobilitati vescovi e sindaci
Tiscali News ha sentito il presidente della nota organizzazione, Gian Piero Farru, per fare il punto su una vicenda incredibile
Lo scorso 29 luglio l'Organismo Nazionale di Controllo presieduto da Francesco Profumo ha deliberato di non accreditare il Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale, determinando così l'interruzione della sua attività. Quello isolano è l'unico centro sui 49 operanti in tutt'Italia a cui è stato negato l'accreditamento.
All’inizio di agosto in difesa dell'organizzazione sono scesi in campo i vescovi sardi. “Conosciamo da tempo l’impegno di Sardegna Solidale rivolto al bene comune, grazie all’animazione del variegato mondo del volontariato, oltre che con iniziative e mobilitazioni che hanno segnato la storia della nostra terra” hanno scritto in una nota i prelati della Conferenza episcopale sarda.
A seguire è stato il turno di oltre 220 sindaci dell’isola che hanno firmato un appello in difesa di Sardegna Solidale. “L’indebolimento delle attività dell’organizzazione dei servizi di solidarietà che opera da anni in Sardegna a supporto dei nostri concittadini più fragili, non può che impoverire le nostre comunità già provate da tante difficoltà note a tutti” hanno spiegato i primi cittadini in una nota.
Cosa sta succedendo? Perché l'organizzazione più importante del mondo del volontariato sardo è stata fermata da una decisione che non piace a nessuno? Tiscali News lo ha chiesto al suo presidente, Gian Piero Farru.
“La prima cosa che voglio dire – ha esordito – è che la nota della Conferenza episcopale sarda era inaspettata e quindi ancora più gradita. Il 1 di agosto abbiamo pubblicato un comunicato per denunciare quanto accaduto e loro già il 2 agosto si sono mobilitati. Per noi è stata una sorpresa enorme che non potevamo neanche immaginare. Subito dopo sono nate altre prese di posizione. L’associazione Amici di Sardegna ha lanciato una petizione su Change.org che ha già raccolto 3800 firme e poi è arrivato l’appello del sindaco di Ozieri a cui ad oggi hanno aderito 222 sindaci”.
Una mobilitazione a sostegno di Sardegna Solidale autorevole e imponente che rende ancor più difficile capire il perché sia arrivato lo stop alle attività. “Tutto verte – ha spiegato Farru - sull'individuazione dell'organismo titolare del Csv (il Centro di servizio per il volontariato ndr) istituito nell'isola sulla base del decreto ministeriale dell'ottobre 1997. Semplificando al massimo possiamo dire che si tratta di una questione burocratica, di un cavillo”.
Cavillo che però sta bloccando l’attività di oltre 45 mila volontari “che stanno già pagando un prezzo salato in termini di demotivazione, disimpegno, sfiducia e abbandono che impoverisce il mondo del volontariato con conseguenze e danni enormi” ha denunciato Farru.
“Ma la conseguenza ancora più grave – ha proseguito – è che tutto questo ricade sulle migliaia di persone che usufruiscono dei servizi di volontariato. Le comunità che si stanno ribellando denunciano proprio questo ovvero l’importanza dei servizi messi in campo dai volontari che non possono essere in capo ai comuni a causa della mancanza di risorse”.
Di chi stiamo parlando? Chi sono i soggetti deboli che in ultima analisi pagano il conto del cavillo che ha bloccato Sardegna Solidale? “Sono anziani, disabili, tossicodipendenti, poveri, persone sole e malate. Una montagna di individui che fanno affidamento sui volontari” ha spiegato Farru.
Come si concluderà questa incredibile vicenda? Il presidente di Sardegna Solidale si mostra molto determinato. “Se non tornano indietro sulle loro posizioni noi ci costituiremo in giudizio al Tar del Lazio e al Tar della Sardegna portando avanti in maniera chiara le nostre rivendicazioni”. Ma allo stesso si mostra ottimista. “Il supporto dei vescovi e delle comunità non può essere ignorato. Non penso abbiano avuto tutti un colpo di sole. Aggiungo poi che l'Organismo Nazionale di Controllo è guidato da una persona illuminata, il professor Francesco Profumo, che molto probabilmente ha ricevuto informazioni incomplete. Ci sono già delle aperture per sentire in audizione i rappresentanti di Sardegna Solidale e questo mi fa ben sperare”.