Mps, assolti in appello gli ex vertici Profumo e Viola: il fatto non sussiste
Ribaltata la sentenza del Tribunale anche per Salvadori e la banca
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex vertici di Mps, e Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, sono stati assolti in appello a Milano, assieme alla banca, nel processo per falso in bilancio e aggiotaggio sul filone delle indagini che riguarda la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Il Tribunale aveva condannato i primi due a 6 anni, il terzo a 3 anni e mezzo di reclusione e Monte Paschi a 800 mila euro di sanzione pecuniaria. La decisione dei giudici arriva dopo la conferma della Cassazione delle assoluzioni di tutti gli imputati nel procedimento 'madre' sul caso dell'istituto di credito. Mps, dopo l'assoluzione degli ex vertici, accelera a Piazza Affari. Il titolo avanza del 3,1% a 3,37 euro.
La Corte ha assolto gli imputati con la formula 'perché il fatto non sussiste'. Viola e Profumo, dopo la lettura del dispositivo, si sono abbracciati ed erano visibilmente commossi. I giudici hanno anche revocato le statuizioni civili. Il sostituto pg Massimo Gaballo, oltre a chiedere la conferma della condanna a 6 anni di reclusione e della multa di 2,5 milioni di euro per Viola e per Profumo e la sanzione pecuniaria di 800 mila euro per Mps, ha proposto alla seconda Corte d'Appello, presieduta da Maria Rosaria Correra, di accogliere ai fini civilistici i ricorsi delle oltre duemila parti civili. Per Salvadori invece la richiesta è stata la nullità della sentenza per incompetenza territoriale e il trasferimento a Siena degli atti. Al centro del processo, per cui ora sono stati tutti assolti, c'è la presunta "erronea" e "persistente" contabilizzazione nei conti della banca senese di Alexandria e Santorini (che erano stati sottoscritti con Deutsche Bank e Nomura dalla precedente gestione, quando presidente dell'istituto era Giuseppe Mussari) come operazioni di pronti contro termine sui titoli di stato, e quindi a saldi aperti, e non come derivati, e quindi a saldi chiusi.
Contabilizzazione avvenuta nel 2012, 2013 e 2014 e nella prima semestrale del 2015, quando Viola e Profumo erano ai vertici, e che avrebbe avuto, secondo l'accusa, lo scopo di coprire le perdite di Rocca Salimbeni dopo l'acquisizione di Antonveneta. Le operazioni di finanza strutturata chiamate Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh erano al centro del procedimento principale - da cui sono poi nati gli altri - che si è concluso con una assoluzione definitiva.
"Sono emozionato, dopo otto anni di sofferenza, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia e sono molto contento anche per la banca, perché si chiude questa triste vicenda". Così Alessandro Profumo, ex presidente di Mps, ha commentato, con la voce rotta dal pianto, la sentenza della Corte d'Appello di Milano che ha assolto lui, l'ex ad Fabrizio Viola, l'ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori e la banca senese per la vicenda della contabilizzazione dei derivati, dopo le condanne del primo grado.