Milano, crac Novaceta: tribunale accetta ex operai parte civile

Di Ester CastanoMilano, 22 set. (LaPresse) - Il tribunale di Milano ha accolto la costituzione di parte civile degli ex operai della Novaceta Spa di Magenta (Milano) per tutto ciò che riguarda i danni morali e di salute subiti. I danni patrimoniali, invece, saranno garantiti dal curatore fallimentare. Sono 400 i dipendenti rimasti senza lavoro nel 2009 a causa della chiusura per fallimento dell'azienda, leader nella produzione di filo acetato in Italia e nel mondo. Una ventina di loro, riuniti nel 'Movimento popolare dignità e lavoro', aveva fatto richiesta di risarcimento. Età media 50 anni, erano stati messi in cassa integrazione, ma oggi gli ammortizzatori sociali sono finiti. Ai più anziani mancano quattro settimane alla pensione, ad altri tre mesi.Trentatrè i nomi finiti nelle carte dell'indagine. Tra loro, l'ex vicepresidente della Regione Piemonte Gilberto Fratin, che sedeva nel consiglio di amministrazione. Presenti in aula Maurizio Cimatti e Nicola Squillace, gestori e amministratori di fatto della Novaceta Spa, poi diventata Bembergcell, accusati di bancarotta fraudolenta. Rinviati a giudizio l'8 luglio scorso, secondo la guardia di finanza, sarebbero stati ai vertici delle operazioni illecite che hanno causato il fallimento dell'azienda."Concorrevano a cagionare la crisi della società attraverso operazioni di depauperamento del patrimonio sociale e realizzavano condotte distrattive in relazione allo stesso tutte precedenti alla richiesta di ammissione al concordato preventivo". E' quanto si legge nella conclusione delle indagini della Procura di Milano, firmata dalla Pm Bruna Albertini. Gli inquirenti nel 2013 hanno ricostruito le operazioni effettuate tra il 2003, quando la società che fa capo al gruppo Cimatti acquista Bembergcell, e il mese di ottobre 2006, ovvero prima dell'ammissione al concordato preventivo, accertando che i soldi entrati nella società non sono stati usati per rilanciare l'attività produttiva, bensì per operazioni del tutto estranee.L'indagine ha portato alla luce le operazioni finanziarie che hanno depauperato il patrimonio sociale: le distrazioni ammontano a oltre 70 milioni di euro.Quando nel 2003, infatti, con l'ingresso dell'azionariato che fa capo al gruppo Cimatti la Novaceta viene venduta, l'impresa cambia denominazione in Bembergcell. Parte in quel momento il 'lease back', ovvero la vendita del terreno di viale Piemonte in cui è situata l'azienda. L'operazione consente all'azionariato di riferimento di incamerare subito 55milioni di euro. Scopo di questo contratto era quello di reinvestire i soldi nella società, che già nel 2003 necessitava di investimenti industriali per rilanciare la produzione di filo acetato, ma questo non avvenne.