Chi è Mario Orfeo il direttore generale del Renzusconi. E chi sale e chi scende nella sua nuova Rai
Nasce politicamente a sinistra come firma di punta del quotidiano la Repubblica, ma viene cooptato dal centro destra berlusconiano. Il primo ad esultare è Gasparri
Non si è brindato neanche con un analcolico, neppure un pasticcino ha allietato la nomina di Mario Orfeo, nuovo direttore generale della Rai votato dal cda all'unanimità fatta eccezione per il voto contrario di Carlo Freccero. Sette si compreso quello della presidente Monica Maggioni che descrivono nervosa nelle prime ore della mattinata poi più serena dopo il breve ma affettuoso colloquio con il giornalista che fino a ieri ha guidato io tg1.
Orfeo come è nel suo stile - in questo è da sempre un napoletano atipico perché distante da ogni eccesso, sobrio, amante del low profile - non ha sprecato parole, ha detto solo quello che ci si aspetta nei momenti cruciali da chi è consapevole da sempre delle sue forze: grazie, adesso buon lavoro a tutti noi. Lo hanno già ribattezzato il direttore generale delle "larghe intese", l'espressione del nuovo patto Berlusconi-Renzi (l'ordine di apparizione non é casuale), il super commissario dell'informazione Rai alla vigilia della difficile campagna elettorale. Di sicuro, di deleghe alla presidente non se ne parla. Se c'è qualcuno che si occuperà del piano di news di viale Mazzini è proprio il nuovo dg che sembra orientato a costituire una task force con i colleghi delle altre testate. Per chi conosce la Rai come le sue tasche (mi riferisco ad Agostino Saccà, tanto per intenderci) Orfeo è il direttore generale "perfetto".
Nasce politicamente a sinistra come firma di punta del quotidiano la Repubblica, ma viene cooptato dal centro destra berlusconiano senza mai perdere la barra che tiene rigorosamente dritta, al centro. Così facendo succede che fra i suoi estimatori ci siano Maurizio Gasparri - il primo a twittare sui social la notizia della nomina con evidente entusiasmo- ma anche estremisti (se così si può ancora dire) della sinistra fatta eccezione per il movimento grillino, unica forza politica con cui Orfeo non era riuscito ad avere un rapporto cordiale.
Se non fosse naufragato l'accordo elettorale fra Renzi e Grillo, forse chi ha manovrato nell'ombra per far saltare quel brav'uomo di Antonio Campo Dall'Orto sarebbe riuscito a portare sulla poltrona apicale di viale Mazzini un candidato diverso, un manager come Paolo Del Brocco che si sarebbe occupato di affari gestionali, pianificazione o budget lasciando alla Maggioni ed al cda i poteri sul terreno strategico politicamente dell'informazione.
Ma ieri la maggioranza ē stata battuta sul nuovo testo della legge elettorale, l'accordo Pd- 5 stelle é naufragato mentre, come confida Berlusconi, andare alle urne "ora diventa molto più complicato". Qualcosa di molto importante destinato ad incrinare la credibilità dei grillini era già accaduto sabato scorso a Torino con la debaclé della sola sindaca sopravvissuta all'ecatombe mediatica della vittoria di Beppe alle amministrative dello scorso anno: Chiara Appendino, volto spendibile del movimento - la giovane mamma che aveva battuto nientemeno che Piero Fassino, ultimo segretario dei Ds, fondatore dell'Ulivo, più volte ministro oltre che personalita di spicco del Pd nel panorama internazionale- era a Cardiff mentre nella sua città succedeva l'inferno a causa di un allarme bomba durante la partita Juve- Real Madrid.
I feriti di Torino, la gestione scomposta delle conseguenze dei fatti avevano fatto capire che i grillini in fondo restavano ciò che erano: forza di protesta, mai di proposta. Adesso il consigliere Carlo Freccero riconducibile ai 5 stelle promette fuoco e fiamme contro Orfeo. Roberto Fico, capogruppo M5S alla Camera e presidente della Commissione Vigilanza Rai, prima della nomina di Orfeo aveva detto: "Ho letto in questo momento un'agenzia circa la proposta del nuovo dg che è quella di Mario Orfeo. Mi sembra voler mettere benzina sul fuoco perché avevamo chiesto tutti un uomo sopra le parti e io non ritengo Orfeo un uomo sopra le parti". Dopo é stato ancora peggio.
"Il colpo di mano dei renziani che porta alla nomina di Mario Orfeo come direttore generale della Rai è preoccupante - secondo i parlamentari del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai -,si tratta di un vero e proprio golpe. Questi signori pensano che la Rai sia cosa propria, per questo promuovono un direttore parziale come Orfeo". "E' una fatto grave per l'indipendenza del servizio pubblico, perché Orfeo non è stato capace di guidare un telegiornale in modo equilibrato e dunque non può essere il profilo adatto per dirigere tutta la Rai. Questo è un segnale di guerra da parte di Renzi e i suoi scagnozzi: vogliono militarizzare il servizio pubblico radiotelevisivo per paura di perdere le elezioni". Vedremo che cosa accadrà ma la nomina del dg ē blindata.
Ratificata dal cda, benedetta dai partiti, la direzione generale di Mario Orfeo nasce sotto i migliori auspici perchē l'uomo è misurato oltre che aperto al dialogo. Chi sale nella sua Rai? Sicuramente Bruno Vespa che lo ha difeso in diretta a Porta a porta quando i 5 stelle lo attaccavano apertamente. Vespa simile nell'esercizio della "liturgia" del potere al nuovo dg ė un intoccabile ed un grande professionista. Restano al loro posto i tre direttori di rete, Andrea Fabiano Ilaria Dallatana & Daria Bignardi anche se non si escludono dimissioni spontanee. La prima grana saranno i palinsesti che dovrebbero essere approvati nel prossimo cda. Le voci che vedono un exploit di Francesca Fialdini conduttrice di Uno mattina molto stimata da Orfeo sono solo falsitá. Il nuovo dg ė persona seria molto lontana da qualsiasi coinvolgimento nel gossip.
Lo dimostra la sua storia personale fin qui cristallina. Anche quando andava a cena da Daniela Santanchė negli anni in cui lui era a la Repubblica Orfeo -lo posso testimoniare personalmente - parlava solo di lavoro, giornali, politica. Ogni occasione mondana era buona per trovare una notizia più che per fare amicizia o essere galante con una bella donna (nel salotto Santanchė non mancavano). Ecco forse hanno ragione quelli che dicono: Orfeo ē così grigio, normale da diventare noioso. Noioso e potente. D'altronde Enrico Cuccia grande padrone d'Italia attraverso Medobanca negli anni d'oro del capitalismo delle grandi famiglie non era abitudinario da rasentare la noia? Il potere se ē autentico non può essere "anche" allegro altrimenti diventa subito spiegabile, perde mistero ed essenza. Benvenuto Orfeo, aperto al colloquio, cordiale ma formale, non chiuso o visionario come Campo nē mondano come Mauro Masi oppure curioso "contabile" alla Luigi Gubitosi. Ciao a tutti, grazie a pochi, sorriso gentile ma distante. La ricetta giusta per durare anche oltre il 2018. Auguri.