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Eddi va alla guerra contro l'Isis. "Combatto con le milizie curde perché credo nella libertà"

La "compagna" torinese da alcuni mesi ha deciso di unirsi alle Ypj, le Unità di Difesa delle Donne nella Federazione della Siria del Nord

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Chiunque può diventare soldato, molto più difficile è diventare guerrieri. Un comandante però si accorge subito qual è l’indole del suo soldato, perché quando torna dall’azione la prima cosa che fa è quella di pulire e oliare le armi a sua disposizione. I soldati migliori quasi sempre hanno motivazioni importanti. E di motivazioni ne ha tante Maria Edgarda Marcucci, una alla quale sta stretta pure la definizione di “attivista no Tav” e per questo è andata a cercare una causa ancora più impegnativa rispetto a quella che si oppone all’alta velocità in Piemonte. Oggi Eddi, 26 anni, milita tra le Ypj, le Unità di difesa delle donne, le formazioni combattenti curde che in Siria si battono contro l'esercito del Califfato. Dopo essere sfuggita all'arresto per gli scontri di Chiomonte del 28 giugno 2015, era rimasta latitante per quattro mesi diventando un vero caso, persino il regista Paolo Virzì, per il quale aveva fatto da comparsa in “Caterina va in città”, aveva scritto una lettera appello per lei.

Un animo indomito che alla fine ha scelto di andare a combattere con le milizie che difendono il Kurdistan dagli estremisti islamici. Eddi, così si firma anche nella lettera pubblicata sul sito di Infoaut in cui annuncia la decisione di unirsi alle Ypj, ha spiegato così la sua decisione: “Vi scrivo dalla Siria del Nord, un luogo che seppur martoriato da anni di dittatura e guerra civile, grazie all’enorme sacrificio di tante e tanti è oggi una terra libera. Una terra di libertà soprattutto per le donne, che sono l’avanguardia di questa rivoluzione. Questo protagonismo poggia su una chiara presa di posizione ideologica: il ruolo delle donne nella società è centrale ma schiacciato da millenni di patriarcato, il loro sfruttamento è il più brutale e radicato; se si vuole una società libera bisogna che le donne siano libere”.

La sua scelta è simile a quella di altri giovani italiani diventati “foreign fighter” ma contro l'Isis, tra cui anche alcuni torinesi come il filosofo ed esponente del centro sociale Askatasuna, Davide Grasso, che da poco ha pubblicato un libro che racconta la sua esperienza in Siria. La Marcucci era andata in Medio Oriente per un progetto proprio del portale Infoaut, che ha inviato una delegazione nelle zone controllate dai curdi: “Le donne si sono organizzate collettivamente per rispondere a ognuna di queste esigenze e ogni giorno si trova il modo per superare i nuovi ostacoli – scrive ancora la giovane - Le loro organizzazioni sono autonome: sono le donne la soluzione ai problemi delle donne. In questo solco sono nate le Ypj, Unità di difesa delle Donne, un corpo militare che ha saputo riportare straordinarie vittorie sul campo di battaglia hanno liberato migliaia di persone dall’orrore dell’Isis, le proteggono dal regime siriano, non hanno mai arretrato di fronte agli attacchi di uno stato fascista e patriarcale armato di arsenali come la Turchia”.

Da Eddi anche un appello a chi resta in Italia: “Le nostre lotte quotidiane contro la violenza sociale e delle istituzioni hanno tanto da condividere con quello che accade in Siria. La libertà e il sapere conquistato dalle donne qui sono la nostra libertà e il nostro sapere, come ogni nostro avanzamento è anche loro. Viviamo in contesti diversi, sì, come diverse sono le forme della violenza usata contro di noi, ma il nemico è lo stesso. Ovunque c’è violenza c’è un modo per difendersi, insieme”.  Perché questa giovane donna italiana si è decisa a imbracciare il fucile? “Sono in Siria – ha detto alla Stampa - perché qui c’è la prova del fatto che non solo un altro sistema rispetto al capitalismo è possibile, ma già esiste”.

Il cantone di Afrin è all’estremo Nord della Siria. Da almeno due anni è la roccaforte dei guerriglieri curdi e delle unità di protezione del popolo curdo. Un territorio ritornato da gennaio nel mirino dell’esercito turco. Qui sarebbe stato girato il video, pubblicato ieri su YouTube e divulgato dal network antagonista Infoaut. Protagonista delle riprese è appunto Eddi. Il nemico, spiega la soldatessa, “odia la libertà, le donne e il futuro che si sta provando a costruire. È responsabilità di tutte le persone che credono alla democrazia prendere parte a questa battaglia. In ogni modo: parlandone, venendo qui, creando informazione. E importante che sentiamo come nostra responsabilità essere affianco alla popolazione della Siria del Nord. Ogni loro vittoria sarà anche la nostra”.

 

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