Piazza Loggia, 30 anni a Toffaloni. "Mise lui bomba". Ritenuto tra gli autori materiali della strage, aveva 17 anni
L'imputato, oggi 67enne e cittadino svizzero e all'epoca non ancora 17enne, non era presente in aula così come non è mai stato presente durante tutto il processo. Il pm: 'Un primo passo'
La sentenza che ha condannato a 30 anni di carcere Marco Toffaloni, ex neofascista veronese oggi 67enne, segna un momento storico nella ricerca della verità sulla Strage di Piazza della Loggia. Il Tribunale dei Minori di Brescia lo ha riconosciuto come uno degli esecutori materiali dell’attentato terroristico del 28 maggio 1974, costato la vita a otto persone e con oltre 100 feriti.
Toffaloni colpevole: le prove contro di lui
Era minorenne al momento della strage – pochi giorni dopo avrebbe compiuto 17 anni. Una foto lo incastra – secondo gli atti del processo, Toffaloni fu immortalato nella piazza anche dopo l’esplosione. Condanna massima per un processo minorile – il tribunale ha accolto le richieste dei PM. Nonostante la condanna, Toffaloni, cittadino svizzero dagli anni '90, non verrà estradato: le autorità elvetiche ritengono infatti il reato prescritto.
La reazione di Manlio Milani: “Abbiamo atteso 50 anni per la verità”
Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria di Brescia e marito di Livia Bottardi, una delle vittime, ha commentato con commozione: “Tutti sapevano la verità già tre giorni dopo la strage. Attendere 50 anni è sconvolgente”. Milani, che ha sempre lottato per la giustizia, ricorda come già nel 2017 siano state confermate le condanne all’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, considerati i mandanti dell'attentato.
Depistaggi e ritardi: cosa si poteva fare nel 1974
Secondo il procuratore Silvio Bonfigli, l’inchiesta poteva essere chiusa già nell’agosto del 1974. Depistaggi e trame atlantiche hanno rallentato l’accertamento della verità. Ora si attendono gli altri gradi di giudizio, ma il primo passo è stato fatto.
La sindaca di Brescia: “Un momento storico per la città”
Laura Castelletti, sindaca di Brescia, ha sottolineato che per la prima volta è stato individuato un esecutore materiale con prove concrete. "Questa sentenza rappresenta un passo fondamentale nella ricerca di giustizia e nel riconoscimento del dolore delle vittime e della città".
Il secondo imputato: Roberto Zorzi a processo lunedì
Lunedì riprende il processo per Roberto Zorzi, considerato il secondo esecutore materiale della strage. Zorzi vive oggi negli Stati Uniti, dove gestisce un allevamento di cani chiamato “Il Littorio”. In tribunale testimonierà Ombretta Giacomazzi, la testimone chiave dell’accusa.