"L'ho detto a mamma per non farli venire più a casa, mi davano calci e pugni", il racconto shock del giovane disabile bullizzato a Sant'Antimo
La madre: "Sputavano e gli urinavano addosso, come per gioco, ma non si trattava di un gioco". Ennesimo episodio in pochi mesi: a maggio droga, bullismo e pestaggi in una scuola del Vomero
"È un qualcosa di orribile, di assai brutto da fare a un coetaneo". Parla straziata dallo sconforto la mamma del bambino vessato in una scuola - e non solo - a Sant'Antimo, in provincia di Napoli. A scoprire la terribile vicenda il fratello maggiore del ragazzo che quest'estate, mentre erano in vacanza, si era casualmente imbattutto in dei video raccapriccianti registrati sul cellulare del fratello minore. "Ha trovato dei video che ritraevano le angherie a cui il fratello minore era stato sottoposto - continua la donna - così siamo andati dai carabinieri e abbiamo denunciato il tutto e consegnato il materiale, che risaliva allo scorso marzo. Da allora mio figlio non è più voluto andare a scuola".
Dopo il danno, la beffa. La 53enne infatti ha anche sottolineato di essere stata minacciata da alcuni parenti dei ragazzi accusati di violenze nei confronti del figlio: "È successo dopo la denuncia, mentre ero in strada, mi hanno detto che sarei dovuta andare via da Sant'Antimo. Mio figlio è un ragazzo ingenuo, che non si ribella, quello che hanno fatto è sbagliato. Ancora oggi non vuole tornare in classe".
Dove può spingersi la violenza di gruppo
Veniva utilizzato "alla stregua di un fantoccio, solo per sfogare le proprie repressioni e approfittando del suo ritardo mentale. Uno dei ragazzi indagati conosceva la vittima da quand'era piccolo. Gli altri due da alcuni anni", questo il responso del Gip del Tribunale di Napoli Nord che, nell'ordinanza con la quale ha disposto quest'oggi le misure cautelari per i tre bulli - uno dei quali minorenne - con l'accusa di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo, ha fatto sue le parole degli inquirenti.
Le dichiarazioni rese dal ragazzo, vessato da circa un anno, hanno infatti trovato riscontro nelle indagini e dalla visione dei video che ora sono agli atti. "Da marzo sono cambiati... - ha detto ai carabinieri che l'hanno ascoltato in caserma - l'ho raccontato a mamma per non farli più venire a casa. Mi davano pugni e calci mentre il terzo riprendeva la scena con il cellulare". In un'occasione il ragazzo avrebbe anche accennato una reazione, scatenando però subito una colluttazione. A quanto si apprende i tre bulli avrebbero iniziato a compiere intimidazioni e vessazioni già prima della data in cui sono stati registrati i video (febbraio-marzo 2023), su una chat di cui facevano parte e dove scrivevano esclusivamente per rivolgere offese gratuite al loro 'compagno' di scuola.
Bullismo al Vomero
A maggio, poco prima della chiusura estiva delle scuole, altri due episodi. Un 15enne era stato pestato ad opera di tre coetanei mentre un 17enne era stato beccato a spacciare in strada e, perquisito, si era fatto trovare con mezzo chilo di sostanze stupefacenti in casa. In quell'occasione gli inquirenti interessati al caso avevano ipotizzato che fosse proprio l’esterno dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore 'Giustino Fortunato' il teatro dei traffici.
Come allora sottolineato da 'Il Mattino di Napoli', la vittima del pestaggio era stata già presa di mira dai baby-bulli all’interno della 'Giustino Fortunato' e l’episodio non era sfuggito al corpo docente e alla direzione proprio perché avvenuto a scuola. Per il secondo episodio, invece, il 17enne – anch’egli studente dello stesso istituto - era stato adocchiato dai poliziotti mentre veniva avvicinato da altri ragazzi ai quali cedeva qualcosa in cambio di alcune banconote. A quel punto gli investigatori lo bloccarono, decidendo di perquisirne l'abitazione, dov'era nascosta - nella sua cameretta - un’ingente quantità di droga: 527 grammi di marijuana e cinque grammi di hashish.