La Sardegna non trova più pastori e li fa venire dal Kirghizistan
Coldiretti sta stringendo un accordo con il paese asiatico per far arrivare sull’isola 60 lavoratori con le famiglie. Un aiuto anche contro lo spopolamento
È il mestiere più antico e diffuso della Sardegna che, però, deve fare i conti con una "mancanza di vocazione", complice le enormi difficoltà economiche. E così nell’isola è caccia pastori. Le aziende agricole hanno bisogno di manodopera ma non sempre si trovano giovani disposti a fare un lavoro duro come quello dell’allevatore.
Kirghizi dopo albanesi e rumeni
Dopo gli arrivi negli scorsi anni di albanesi e rumeni (ora il nuovo quadro economico dei 2 paesi non garantisce più un afflusso regolare di manodopera), è il turno di lavoratori provenienti dal Kirghizistan, un paese non proprio dietro l’angolo con il quale la Coldiretti regionale intende stipulare un accordo.
Dall’ex repubblica sovietica arriveranno persone destinate a lavorare con il bestiame. Ma non solo. L’intento del progetto è anche quello di combattere lo spopolamento specialmente nelle zone interne dell’isola.
I punti dell’accordo
Ma in cosa consiste il piano? Come spiega Coldiretti, è ancora in fase di definizione. Dovrebbe prevedere l’arrivo di 60 pastori kirghizi con le loro famiglie che saranno ospitati nei centri a più alto rischio di spopolamento dove lavoreranno nelle aziende agricole. L’obiettivo è che restino in Sardegna almeno 10 anni.
Ma come mai si è andati a reperire manodopera in un paese così lontano di appena 6 milioni di abitanti? Il presidente di Coldiretti Luca Saba spiega al Corriere della Sera il motivo e rivela come a Cagliari vivano già circa 2000 kirghizi. “Un ristoratore della città mi ha detto che anche nel paese asiatico l’allevamento delle pecore è vitale e ha molte caratteristiche in comune con il nostro. I pastori sono abituati a spostarsi sul territorio con il bestiame e per farlo si servono di cavalli, esattamente come avviene da noi dove l’allevamento delle pecore è strettamente connesso con quello dei cavalli”.
Stipendi a confronto
Per quanto riguarda l’aspetto economico, lo stipendio medio di un abitante del Kirghizistan si aggira intorno ai 150 euro al mese mentre qui in Italia un addetto alla pastorizia dovrebbe percepire tra i 1000 e i 1400 euro. Un motivo in più per trasferirsi in Sardegna dove i pastori kirghizi e le loro famiglie potrebbero anche dare una mano all’isola nella difficile lotta contro il preoccupante calo demografico.