Indagato l'accompagnatore del ragazzo caduto dalla carrozzina e morto fuori scuola, ipotesi omicidio colposo
Si tratta di un operatore sociosanitario di 29 anni. Il fatto risale al 6 febbraio ed è avvenuto fuori una scuola di Giurdignano, in provincia di Lecce
È stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo l'operatore sociosanitario 29enne delegato ad accompagnare a scuola Angelo, lo studente 13enne con la distrofia muscolare morto domenica scorsa in ospedale dopo cinque giorni di ricovero. Lo studente il 6 febbraio scorso era caduto dalla sua carrozzina all'uscita di una scuola a Giurdignano, in provincia di Lecce. Era stato portato quindi in ospedale dai genitori per accertamenti e le sue condizioni - dapprima ritenute non preoccupanti - si erano poi subito aggravate fino al decesso, nella rianimazione dell'ospedale 'Vito Fazzi'. Il motivo del peggioramento dovrebbe essere addebitato a complicazioni neurologiche legate ad alcune fratture alle tibie. Titolare dell'inchiesta è il pm Alberto Santacatterina, il quale ha disposto l'autopsia che è stata programmata per domani mattina, 14 febbraio.
La ricostruzione
Un'uscita da scuola come tante, come ogni giorno, ma per Angelo non è stata la stessa di sempre. Una caduta accidentale dalla sedia a rotelle - forse per malagestione, forse per fatalità (le indagini lo stanno accertando) - fatto sta che tanto è bastato a strappare alla vita lo studente 13enne già affetto da distrofia muscolare, mentre si trovava all'uscita da scuola. In un primo momento le condizioni di Angelo non sembrano gravi, tanto che era stato affidato ad un’amica di famiglia per essere riaccompagnato a casa. Aveva riportato escoriazioni e traumi agli arti inferiori, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare il tragico epilogo. Col passare delle ore i genitori notavano però un rapido peggioramento delle condizioni di salute del figlio, decidendo di accompagnarlo presso l’ospedale di Scorrano per accertamenti.
Trasferito da qui all'ospedale 'Vito Fazi' di Lecce, era rimasto ricoverato per cinque giorni in rianimazione, poi la situazione è degenerata fino al decesso, verificatosi domenica 11 febbraio, probabilmente a causa di complicanze cerebrali legate alle fratture delle tibie rimediate nella caduta.
Malagestione o fatalità?
I genitori, assistiti dagli avvocati Salvatore Corrado e Gabriele Toma, hanno sporto denuncia alla polizia sollevando ipotesi di mancata custodia e mancata chiamata al 118. "Vogliamo soltanto capire quello che è successo e la denuncia dei genitori - hanno commentato a 'Repubblica' i legali della famiglia - è stata presentata come atto dovuto, qualcosa nella gestione di questo ragazzo non quadra". Pare infatti dalle prime ricostruzioni che il ragazzo sia stato accompagnato sulle scale e non sullo scivolo dai responsabili della cooperativa addetta all’accompagnamento, in particolare da uno di loro, un ragazzo 29enne sociosanitario, e per questo motivo sarebbe caduto. Fatali le conseguenze delle fratture alle gambe.
Per questa ragione sono ora in corso le indagini della procura con l'obiettivo di chiarire la dinamica dell'incidente ed eventuali responsabilità, in particolare appunto di chi avrebbe dovuto - e soprattutto come - occuparsi del 13enne all'uscita da scuola. Da due giorni gli inquirenti stanno raccogliendo senza sosta le testimonianze dei compagni della vittima.