Inchiesta Mose, trovato il tesoro di Galan. Le tangenti riciclate nei paradisi fiscali. Sequestrati 12 milioni

L’operazione della Guardia di Finanza hanno portato all’intercettazione dei beni, intestati al commercialista dell'ex presidente del Veneto. Sei le persone ora indagate

Inchiesta Mose, trovato il tesoro di Galan. Le tangenti riciclate nei paradisi fiscali. Sequestrati 12 milioni
TiscaliNews

Un sequestro di 12,3 milioni di euro è stato eseguito dalla Polizia economico finanziaria di Venezia, su ordine del Gip di Venezia, nell'ambito di un'indagine per riciclaggio internazionale ed esercizio abusivo dell'attività finanziaria, riguardante il reinvestimento all'estero delle tangenti incassate dall'ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan. Nell'indagine, che coinvolge sei persone, sono coinvolti due commercialisti padovani nel ruolo di prestanome. I finanzieri hanno allargato il raggio dell'indagine partito da Galan, giungendo ad altri imprenditori veneti, grazie all'esecuzione di una rogatoria in Svizzera. Dopo il "giro" in diversi conti correnti esteri, le somme sono rientrate nella disponibilità degli imprenditori veneti, che le hanno utilizzate per effettuare investimenti, tra cui molti di natura immobiliare, in appartamenti di lusso a Dubai e in fabbricati industriali in Veneto.

La ricostruzione dei flussi di denaro legati al Mose

Stando a quanto riferito da fonti della Procura della Repubblica di Venezia, la ricostruzione dei flussi di denaro è partita dallo studio del commercialista padovano Paolo Venuti, uomo di fiducia dell'ex Governatore veneto e ministro. Venuti era finito nella rete delle 35 persone arrestate nel 2014 dalla Guardia di finanza per le tangenti sul Mose. Finito in carcere, ne era uscito riconoscendo davanti ai Pm Stefano Ancillotto (che coordina anche l'inchiesta in corso) e Stefano Buccini di essere stato il prestanome di Galan per quanto riguardava il denaro probabile frutto di tangenti. Gli altri cinque indagati, sempre secondo la Procura lagunare, rientrano nella cerchia dello studio del professionista e delle loro conoscenze.

Chi sono gli altri indagati

Tra i professionisti ora indagati anche Alessandra Farina, moglie di Venuti. E’ stato grazie ad una intercettazione telefonica che gli inquirenti hanno scoperto come funzionava la macchina del riciclo. Farina, in una telefonata, parlava di denaro in Croazia, transitato per la Svizzera, affidatole a suo tempo da Galan, che nel frattempo ha patteggiato con il Gup per la vicenda Mose e rimane estraneo alla vicenda odierna. Sulla scorta di questa intercettazione, i finanzieri hanno avviato una serie di attività investigative risalendo a numerosi imprenditori veneti che si avvalevano di commercialisti per reinvestire il frutto dell'evasione fiscale. Stando alle fonti, i professionisti sarebbero due colleghi di studio di Venuti, Christian e Guido Penso. Gli altri due finiti nell’inchiesta sono i professionisti svizzeri che avrebbero avuto il compito di tentare di occultare il denaro, Filippo San Martino e Bruno De Boccard.