Gli Houthi colpiscono un portacontainer Msc. Tajani: "Grave minaccia terroristica". Ok dalla Camera alle missioni
Il rogo è stato però domato dall'equipaggio e non dovrebbero esserci feriti

I ribelli yemeniti Houthi hanno attaccato la nave portacontainer Msc Sky II, battente bandiera liberiana e di proprietà svizzera, diretta verso Gibuti. A bordo è scoppiato un incendio poi domato dall'equipaggio. Il comandante ha fatto comunque sapere che non ci sono feriti a bordo. Lo rende noto il 'Centcom', ossia lo United States Central Command, un Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti, spiegando che sono stati due i missili lanciati contro l'imbarcazione, a 91 miglia nautiche a sudest di Aden. Il primo è finito in acqua, mentre il secondo ha colpito la portacontainer causando alcuni danni. L'imbarcazione sta ora proseguendo la propria rotta.
Ministro Crosetto: "Navi attaccate da Houthi non c'entrano con Gaza"
A proposito dell'attacco, "non mi risulta che nè la Svizzera, né la Liberia né Gibuti abbiano mai partecipato in alcun modo al conflitto in atto a Gaza", ha detto sul social 'X' il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

A pochi giorni dal drone abbattuto...
Il fatto è accaduto a pochi giorni dall'abbattimento di un drone sospetto da parte del capitano di vascello, Andrea Quondamatteo - 47 anni e di San Benedetto del Tronto - comandante della nave Caio Duilio. È stato infatti lui sabato sera a dare l’ordine di abbattere il drone degli Houthi, gruppo armato dello Yemen, in prevalenza sciita zaydita, nato nell'ultimo decennio del XX secolo ma diventato molto attivo, in funzione anti-governativa, nel corso del XXI secolo. E che ha dato vita tra le altre cose anche ad un'organizzazione armata che si definisce Partigiani di Dio, o Gioventù credente. Ebbene, il drone in questione aveva come obiettivo proprio la nave gioiello della nostra Marina Militare. La nave di Andrea Quondamatteo. Il giorno dopo, in un'intervista al 'Corriere della Sera', ha risposto da bordo, attraverso un ponte telefonico: "Dovevo decidere. È stata autodifesa, ho pensato ai miei".
Tajani: "Attacco Duilio conferma gravità minaccia terroristica"
"Sabato scorso il cacciatorpediniere Caio Duilio ha abbattuto un drone lanciato dagli Houthi nello Stretto di Bab El Mandeb. A nome del Governo e, ne sono certo, di tutta l'Aula, vorrei rinnovare all'equipaggio della Nave Duilio e a tutte le Forze Armate profonda gratitudine per il loro costante e prezioso operato. L'attacco al Duilio conferma ancora una volta la gravità della minaccia terroristica degli Houthi e la tempestività delle iniziative che il Governo ha deciso di intraprendere". Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aprendo il suo intervento nell'aula di Montecitorio prima del voto sul via libera alla missione 'Aspides'.
Ok dalla Camera alle missioni militari: "Aspides è difensiva"
Ecco le tre missioni al voto in Parlamento, di cui quella ribattezzata 'Aspides' riguarda la situazione del Mar Rosso. Si tratta della missione 'Levante', finalizzata a "fronteggiare una potenziale escalation nel conflitto Israele-Hamas, inclusi interventi umanitari a favore della popolazione civile ell'area".
Poi c'è appunto la missione 'Eunavfor Aspides', che si concretizza in "iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell'area del Mar Rosso, Golfo Persico e Oceano indiano nord-occidentale". In particolare, "l'avvio di EUNAVFOR ASPIDES - si legge nel documento - è stato deliberato nel corso della riunione del Consiglio affari esteri del 19 febbraio, con l'obiettivo di ripristinare e salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 2722 (2024), approvata il 10 gennaio 2024, in cui si chiede l'immediata cessazione degli attacchi Houthi e si ribadisce il diritto degli Stati membri, in conformità al diritto internazionale, di difendere le loro navi da attacchi, compresi quelli che compromettono i diritti e le libertà di navigazione".
La terza missione è chiamata 'Euam Ukraine' ed è finalizzata invece a sostenere l'Ucraina "nel suo impegno per la riforma del settore della sicurezza civile e si inserisce nel quadro del percorso di adesione di Kiev all'UE, che richiede l'adozione e l'attuazione delle riforme pertinenti, in particolare nei settori della democrazia, dei diritti umani, dell'economia di mercato e dell'attuazione dell''acquis' dell'UE, con particolare riguardo al rafforzamento dello Stato di diritto, attraverso la riforma del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione".
Nel testo della deliberazione si spiega poi che "la consistenza massima complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei vari teatri operativi è di 834 unità, mentre il fabbisogno finanziario è pari a euro 45 milioni 863 mila e 901 euro, di cui 35.213.901 euro relativi all'anno 2024 e 10.650.000 euro per obbligazioni esigibili nel 2025. A questi si aggiungono euro 66.543 per il magistrato distaccato in Ucraina nell'ambito della missione 'EUAM Ukraine'". Con la deliberazione si propone all'Assemblea di autorizzare per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024 la partecipazione dell'Italia alle tre nuove missioni.
Le reazioni dal mondo politico
"Per noi di Avs occorre sempre fare di tutto per restituire la voce alla diplomazia internazionale, soprattutto sui fronti di guerra, soprattutto oggi dalla Striscia di Gaza al Mar Rosso. Nello Yemen la guerra civile è in corso da dieci anni in uno scenario di scontro fra la potenze regionali, un conflitto che ha provocato migliaia di morti e ha costretto più di 4,5 milioni di persone a lasciare le proprie case", ha affermato Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, durante il dibattito sulla missioni internazionali.

"Sia fatto tutto il possibile per garantire la libertà e la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso e, in generale, lungo la rotta che porta dall'Oceano Indiano al Mar Mediterraneo, anche per le conseguenze economiche che il protrarsi di questa crisi apertasi nel novembre scorso avrebbe per I'Italia e per l'intero sistema del commercio interazionale", si legge invece nella risolzione di Azione sulle missioni, a prima firma di Matteo Richetti.
"La sicurezza della navigazione attraverso il Canale di Suez è di primaria importanza: attraverso il Mar Rosso transita il 15% del commercio mondiale ed ostacolare i passaggio delle merci significa ingenerare un esponenziale aumento dei prezzi". Inoltre "il grave stato di tensione e pericolosità nel Mar Rosso, a seguito delle azioni dei pirati Houthi, che minacciano il transito dei commerci internazionali e anche il recentissimo attacco subito e respinto dalla fregata cacciatorpediniere 'Caio Duilio' spinge ad accelerare l'autorizzazione della stessa per garantire la piena operatività delle forze europee in campo", è quanto scritto nella risoluzione sulle missioni di Italia Viva a prima firma Davide Faraone.
"Chi vi parla da anni sottolinea l'importanza di difendere le leadership moderate nei paesi arabi contro gli integralisti islamici, di cui gli houthi sono un pezzo, contro chi vuole la jihad globale. Dal 2001 si sono affrontate due diverse filiere di pensiero, c'è chi diceva che siamo in presenza di uno scontro di civiltà, tutti contro il mondo islamico - visione sbagliata - e chi da anni sta cercando di dire che contro il tetrrorismo islamico bisogna allearsi con i leader riformisti arabi", il commento infine del leader di Iv, Matteo Renzi, intervenendo al Senato nelle dichiarzioni di voto sulle risoluzioni dopo le comunicazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani sulle missioni internazionali.